giovedì 26 maggio 2011

Moda Mare: Low Cost vs High Price!


Rassegnata ormai del fatto che l' ora del mare è arrivata (nonostante qui in Sicilia continui a diluviare, e non venitemi a dire che sono acquazzoni estivi!) è tempo di dare uno sguardo critico alle collezioni Moda Mare che ci propongono. Sfogliando cataloghi e andando in giro per negozi non ho notato delle sostanziali novità: colore, fantasie floreali, fluo e animalier animeranno i nostri corpi sbiancati dal passato inverno. Insomma, potete tranquillamente uscire i costumi dell' anno scorso dall' anta buia del vostro armadio e, con ritrovato coraggio, spogliarvi e mostrarvi al pubblico. Io lo farò questo week end costretta dal mio fidanzato mare-dipendente ma vi giuro che non lo faccio per altro che per amore!
La cosa che ho notato, però, e del quale voglio parlarvi è il sostanziale abisso di prezzo (e di qualità?) tra il Low Cost e le grandi firme (no, non quelle dell' uovo Bauli). Se da H&M con meno di 20 euro riuscite a comprare costume, borsa di paglia e infradito da Blumarine (ad esempio) non riuscireste a prendere nemmeno il laccetto del pezzo di sopra!

Tra il cielo e il mare, ovviamente c' è l' orizzonte e ci sono un' infinità di marchi che possono sopperire al divario come Calzedonia o Golden Point che offrono un' accettabile qualità ad un prezzo alto si ma non esagerato. Io sono dell' idea che spendere più di 40/50 euro per un costume sia un' esagerazione: la salsedine, il cloro, il sole, la sabbia e gli oli solari che caratterizzano la routine balneare rovinano il tessuto e inaspriscono i colori dei costumi da bagno sia che siano di Blumarine sia che siano di H&M o Calzedonia. Ho tirato fuori proprio ieri i costumi dell' anno scorso e quelli di Tezenis comprati all' inizio dell' estate 2010 sono ancora integri dopo una stagione come quelli di Golden Point o di H&M senza aver speso una fortuna!
E voi? Cosa ne pensate? Avete un limite di prezzo consentito per la spesa di un costume da bagno o è un capo d' abbigliamento al pari di un vestito o di un jeans e come tale non ha limiti?

Costumatamente vostra, R.

martedì 24 maggio 2011

Chicco di Felicità per Bimbi Speciali.



Io non sono il tipo da pubblicità a scopo benefico: il più delle volte vedo in queste iniziative un inutile spreco di carta pubblicitaria ai danni di quei becchi che vi abboccano. Questa volta però ho deciso di parlarvene (senza nessun fine, sia chiaro) perché mi è piaciuta l' idea di poter regalare un sorriso ad un bambino che, per qualche strana decisione di un adulto cattivo, non se l' è mai potuto permettere!
Chicco, noto brand per l' infanzia, ha deciso di supportare l' operato di Ai.Bi. in favore di minori adottabili in situazioni particolari mettendo in commercio una piccola medaglietta chiamata "Chicco di Felicità" acquistabile all' irrisoria cifra di 3 euro in tutti gli store del marchio! La ricerca di famiglie idonee a questo tipo di adozione (gruppi di fratelli, bambini con età superiore ai 7 anni, minori affetti da patologie più o meno solvibili nel tempo) prevede una preparazione che Chicco vuole sostenere attraverso, anche, il nostro aiuto.
Io, come molti di voi, siamo stati fortunati: siamo nati e cresciuti sani in una famiglia che ci ha desiderato e amato accettando di noi i nostri dissidi e i nostri difetti. Facciamo in modo che chi è meno fortunato di noi possa capire che significhi avere una famiglia dalla quale tornare quando la vita non va come ce lo siamo immaginato.
Io ce l' ho già al polso e anche le mie sorelle! E voi? Cosa aspettate?
Perché a tutti è concesso di sorridere ma per i bambini il sorriso dev' essere un obbligo!

Bambinamente vostra, sulle note di questa canzone, R.


sabato 21 maggio 2011

Lo shopping allunga la vita!


Ecco la conferma che tutti noi aspettavamo da tempo: lo shopping allunga la vita!
Gli studiosi del National Health Research Institute di Taiwan hanno condotto uno studio su un gruppo di 1.850 persone arrivando alla conclusione che una dose giornaliera di acquisti renderebbe più longevi. Il dottor Yu-Hung Chang ha pubblicato su alcune delle più note riviste mediche lo studio che lo ha portato al conseguimento di tale teoria: è venuto fuori che gli uomini che hanno una buona abitudine allo shopping sono più longevi e in salute dei coetani che non acquistano null' altro al di fuori dei beni di prima necessità! Non solo, il dottore ha aggiunto che l' andare per negozi ha anche una finalità terapeutica: agevola il movimento, permette di smaltire calorie, combatte la solitudine e allevia i dissidi psicologici di ognuno di noi. Un giro al supermercato, un salto al centro commerciale, una passeggiata tra i mercatini o una spesa folle implicano la socializzazione e questo favorirebbe il disperdersi di alcune patologie legate alla solitudine aumentando la longevità dell' individuo! Si è anche scoperto che lo shopping è un' importante terapia di stimolo della mente e aiuta a mantenerla giovane e attiva in quanto la ricerca di un oggetto all' interno di un negozio è spinta dall' immagine che il nostro cervello si era fatta di essa! In conclusione, spendere soldi aiuta a vivere meglio quindi mano al portafogli, lucidate la carta di credito e correte ad... allungare la vostra vita!

Allungatamente vostra, R.

mercoledì 18 maggio 2011

Are you ready for the summertime??


A quanto mi hanno riferito sta per essere estate. Effettivamente avevo iniziato a percepire la fastidiosa presenza di insetti attui solo a farmi gonfiare come un balloon ma non credevo che fossimo già a questo punto... ed invece...
Un altro segno che la stagione calda sia ormai alle porte si è palesato con la season finale di Gossip Girl, l' ho vista stanotte quando sono tornata a casa.
E mi sono inca**ta!
Quattro lunghissimi anni a sopportare i tira e molla tra Chuck e Blair, giorni e giorni d' attesa per la proposta di matrimonio che ci è costata due serie (terza e quarta) senza dimenticare le prime due serie che si sono concluse con uno sdolcinato "I love you" con annesso giro di mezza Europa per cercare calze e amaretti! Quattro stagioni, quasi 100 episodi, oltre 4000 minuti per vederla partire per la Francia fidanzata con un bell' imbusto???
E, non per fare congetture, ma il pregnancy test che Dorota butta nella spazzatura -ve lo dico io- è di Blair (anche perché Seiiiirrriinnaa....) e il pupo è di Chuk (perché il principe proprio non ce la fa!).
Vi ho detto troppo??? Uh, suvvia, non siate pignoli tanto non è che la puntata cambia! Meno male che ad ogni fine di stagione c' è la mia amata Seiirriinnaaa che decide di rifugiarsi in qualche località balneare in cui è sempre presente nonna Cece giurando a gran voce e con la mano sul cuore "Quest' estate voglio stare da SOLA, non voglio maschi in giro!" e poi -puntualmente- la puntata finisce con lei che casualmente incontra un figo da paura e.........
Quindi, ricapitolando, zanzare e seasons finales di tutti i telefilm che abbiamo maniacalmente seguito per tutto l' anno. Cos' altro mi dice che l' estate è vicina??? Ah si, i cataloghi di costumi da bagno e le signorine a grandezza King Kong sui cartelloni per strada che evito accuratamente di guardare.
Ora, dico io, a cosa servono?
A ricordarti che, in realtà, la perfezione esiste ma che tu non ne sei dotata?
A farti sentire più grassa di quello che in realtà sei?
Perché, di certo, dopo aver visto costei a tutto penso tranne che a comprarmi il suo stesso costume e cercare di emularla!
Il fatto che io sia bianca come un mozzarella di bufala appena fatta non è che aiuti granché ad immedesimarmi nel clima. Insomma, quando si avvicina Natale ci abbuffiamo di dolcetti facendoli calare con litri di cioccolata calda e copriamo il tutto con un bel maglione rosso con renne e il gioco è fatto! Ma qua bisogna denudarsi! E bisogna farsi la ceretta all' inguine! E bisogna mostrarsi al mondo in bikini........
Proprio ora che mi ero data ai cupcakes (che, devo ammettere, mi sono venuti una meraviglia!)...
No! Estate, per carità, ho bisogno ancora di qualche giorno al calduccio del mio piumoneeee! Non sono ancora pronta! Per favoreeeee ancora un paio di settimaneeeeeeee!

E voi? Come vi state preparando alla bella stagione??

Estatamente vostra, R.

giovedì 12 maggio 2011

Spose di Plastica.

Oggi ero con mia mamma stravaccata sul divano del soggiorno facendo zapping su Sky in attesa che il timer del forno trillasse e ci avvertisse che il pranzo era pronto! Ovviamente sono finita sul canale 124 che propone sempre approfondimenti di alta cultura come E! News o reality ad alto livello emotivo come "Al passo con i Kardashian!" certa che avrei trovato diletto per il mio intelletto. E così, ovviamente, è stato!
Mi sono imbattuta in un programma dal titolo "Spose di Plastica" che avevo visto in programmazione più volte ma sul quale non mi ero mai sintonizzata. Siccome l' alternativa era Love Bugs con Fabio e Michelle (io sono una fan di Giorgia ed Emilio!)....
In spiccioli: ci sono una decina di disadattate (solo gli americani possono fà 'ste cose!) che devono superare delle prove legate alla preparazione di un matrimonio perfetto (la prova di oggi era preparare un bouquet perfetto, appunto!). La futura sposa che ottiene il punteggio più alto dato da una giuria ogni volta diversa vince il diritto ad un intervento di chirurgia estetica. Ad ogni prova la prima vince un rimodellamento di una parte anatomica a sua scelta mentre quella con il punteggio più basso è costretta a lasciare il programma.
A parte il fatto che il bouquet che ha vinto aveva dell' osceno misto a piume e fiori di ogni genere e tipo, io mi chiedo perché??? Siamo davvero arrivati a questo punto?
Io capisco bene che l' ansia da abito a mò di torta meringata bianca possa destare anche nelle più snelle e filiformi fobie e il voler sembrare perfette nelle foto da mostrare ai posteri è più che comprensibile ma, insomma!, a tutto c' è un limite. Potrebbe pure succedere che il vostro futuro marito si ritrovi Heidi Montag alzando il velo e scappi a gambe levate!
Siamo diventate così insicure da dover ricorrere ad ore ed ore di massacrante tortura sotto anestesia pur di indossare il famoso abito bianco con nonchalance ?
E voi? Avete qualche difettuccio che aggiustereste con il bisturi o riuscite ad accettare le vostre imperfezioni come segno di unicità?

Plasticamente vostra, R.

lunedì 9 maggio 2011

Quanto costa seguire la moda?


Parecchio, ammettiamolo!
Al mio compleanno manca poco più di un mese (faccio 23 anni ma ho detto in giro di farne 17, vi prego di mantenere questo segreto!) e mentre girovagavo tra i siti delle varie case di moda in cerca della borsa verde prato perfetta che sarebbe diventata mia in onore dei miei DICIASSETTE anni mi è sorto l' amletico dubbio.
Ero sul sito di Burberry arrovellandomi su quale di queste mi piacesse di più (sbav!); per poi trastullarmi sul sito di Miu Miu per dei goduriosi momenti fino a che non ho trovato questa da Dolce&Gabbana e sono morta!
Quindi consci del fatto che adesso è il mio spirito a scrivervi mi chiedo e Vi chiedo: Quanto costa essere alla moda?
A giudicare dai prezzi che accompagnavano quelle deliziose meraviglie che hanno causato l' arresto del mio cuore e la mia prematura scomparsa all' età di 17 anni (non compiuti, sia chiaro!) è parecchio dispendioso!
E, aggiungo, se si dovesse davvero seguire maniacalmente ogni dettame fashion non basterebbe inventare Facebook e diventare Mark Zuccomesichiama per potersi mantenere!
E' vero che, negli anni, le catene low cost hanno avvicinato noi povere comuni mortali al glamour che altrimenti avremmo potuto vedere sulle pagine patinate di Vogue lasciandoci sopra piccole righe di bava ma dobbiamo ammettere a noi stesse (ad alta voce, su coraggio!) che -per quanto il signor Zara si meriti tutta la nostra misericordia- possedere le ultime decolleté di Miu Miu è pari soltanto all' ascesa al Paradiso terreste in quanto a godimento.
E, comunque, anche vestendosi interamente low cost, il dispendio non è circoscritto. Il fatto in se di essere donne non aiuta al riempimento del nostro salvadanaio a forma di porcellino ma -sopratutto- il susseguirsi così veloce di tendenze, il cambiare del colore di moda, della forma dei pantaloni e chi più ne ha più ne metta è un fatto che incide notevolmente sulle finanze personali di ognuna di noi (anche se ci vestiamo da Zara come Kate Middleton)!
Badate bene che io non parlo di stile perché quello dovete mostrarlo (se ne siete provviste) anche e sopratutto quando addosso non avete nulla, quando addosso avete la tuta dell' Adidas che avete comprato a 13 anni (ma che ancora vi entra! Clap Clap Clap) e siete senza trucco e con i capelli sporchi (come me in questo momento, insomma!): lo stile è innato e -a prescindere dalle tendenze- deve accompagnarvi attraverso le varie epoche modaiole.
Ho voluto fare questa precisazione perché qualunque sia il vostro stile se la borsa/cintura/scarpa/maglia che è di tendenza in un determinato momento costa X (e di solito questa X è accompagnata da molti zeri) lo stile non serve a pagarla ma solo ad indossarla in maniera differente dalle altre persone!
Quindi, a meno che voi non siate il feto che porta in grembo Victoria Beckham, seguire i fashion dictat non è cosa semplice se non si hanno a disposizione svariate carte viola.
In definitiva: tutto il denaro del mondo non può comprare lo stile ma può assicurarvi, assolutamente, un bravo stilista!

Costosamente vostra, like always, R.

giovedì 5 maggio 2011

Le donne perfette...


Sono quelle in equilibrio tra quello che sono e quello che vorrebbero essere. Quelle che sui tacchi a spillo riescono a fare tutto ma che hanno sempre un paio di ballerine pieghevoli nella borsa. Quelle impeccabili, sempre perfette in ogni occasione. Quelle capaci di amare senza condizioni ma che in primo luogo amano loro stesse. Quelle che non si fanno piegare dai sentimenti ma che sono dolci e gentili con chiunque. Quelle che capiscono il valore delle false amicizie: fanno apprezzare quelle vere. Quelle che non si vergognano di piangere al cinema ma che quando escono dalla sala non hanno il trucco sbavato. Quelle con i capelli sempre in ordine, come se fossero appena uscite dal parrucchiere. Quelle che si preparano alla prova costume ma che in realtà non sono mai pronte. Quelle che lasciano il fidanzato ad aspettarle di sotto ad aspettare anche solo per il gusto di farlo. Quelle che credono ancora nelle favole e, anzi, sono convinte che prima o poi anche loro calzeranno la scarpetta di cristallo. Quelle che vanno in brodo di giuggiole per una borsetta ma che conoscono il valore dei soldi guadagnati. Quelle che sognano e sognano ma che vivono ogni giorno con la consapevolezza che non è sempre facile. Quelle convinte dell' esistenza del principe azzurro ma che si innamorano sempre del camionista di turno. Quelle che sanno cucinare o che, al massimo, conoscono il numero della rosticceria più vicina: in entrambi i casi sono quelle che faranno un figurone. Quelle che sanno essere sexy senza dover necessariamente mostrare l' accoppiata tette&culo. Quelle che sorridono, sorridono sempre, sorridono anche quando dentro hanno uno tsunami. Quelle che non hanno mai lo smalto sbeccato. Quelle che sognano il solitario di Tiffany ma che la proposta più romantica la immaginano con un anellino di plastica trovato nelle patatine. Quelle fragili, romantiche, fatte da un mosaico di emozioni che le rendono uniche. Quelle che indossano i pantaloni e non semplicemente nel senso modaiolo dell' espressione. Quelle che sanno cosa vogliono diventare ma che, nei momenti di confusione, lo dimenticano e fantasticano su quello che avrebbero potuto fare se... Quelle sognano la Birkin ma solo per la lista d' attesa. Quelle a cui il soufflé non si sgonfia mai e quelle che il soufflé non sanno manco cosa sia. Quelle che leggono e lo fanno perché la realtà con loro è stata troppo cattiva. Quelle che si fanno corteggiare. Quelle che partoriscono con dolore solo per poter incontrare quel piccolo esserino che è stato parte di loro per tantissimo tempo. Quelle che seducono con un sorriso ma per il loro uomo hanno armi che nemmeno si immaginano. Quelle che dicono si e ti fanno credere di essere d' accordo. Quelle che conquisteranno il mondo facendogli credere di essere stato lui a conquistare loro. Quelle che non hanno bisogno di nessuno ma che non disdegnano l' abbraccio della mamma. Quelle che fanno l' amore anche solo per il piacere di farlo senza sentirsi delle poco di buono. Quelle che cominciano la dieta lunedì ma che martedì l' hanno già finita perché si piacciono, Dio se si piacciono! Quelle che sono delle stronze, ma lo sono solo perché particolarmente intelligenti. Quelle che per amore si sono lasciate andare e che per questo hanno sofferto ma non per questo vi hanno rinunciato. Quelle a capo di una grande azienda o di una grande famiglia, che poi non si sa cosa sia più difficile da organizzare. Quelle che si sentono bene sempre perché quello che hanno scelto di fare è quello che volevano fare realmente. Quelle che non danno nulla per scontato. Quelle che hanno peccato e che l' hanno fatto coscientemente. Quelle che hanno milioni di pregi e quelle che non ne hanno nemmeno uno o -almeno- così sembra. Quelle che comprano Vogue ma solo per guardare le fotografie. Quelle che hanno il polso pieno di braccialetti di corda, ognuno di essi in ricordo di qualcosa. Quelle che amano i diamanti e la chincaglieria allo stesso modo perché l' importante è luccicare. Quelle che sognano l' amico gay ma solo perché hanno capito quanto possano essere cattive le donne.
Quelle che sanno riconoscere quelle che non lo sono!

Quelle che.... a voi la parola!

Perfettamente vostra, R.
Questa è per tutte voi!

martedì 3 maggio 2011

La rivalità femminile e la mancanza d' umilta: Andy Winner!


Andy Torres, blogger messicana vivente in quel di Amsterdam ha vinto il Mango Contest e -a quanto pare- ciò significa una bella cifra, una collaborazione con il marchio spagnolo e tanta visibilità. Non sono informatissima in primo luogo perché poco me ne viene e in secondo luogo perché l' aspetto che voglio analizzare è un altro!

L' Italia era rappresentata dalla ventitreenne Chiara Ferragni (che non sto a dirvi chi è, suvvia!) e che -proprio dagli italiani, dalle ITALIANE, anzi- è stata boicottata in favore della messicana.
Ed è proprio questo il punto che voglio sottolineare!
Perché noi (mi ci metto anche io che ho votato per Poppy perché mi piaceva e per Andy per spirito di comunità) abbiamo preferito che vincesse una straniera piuttosto che una connazionale?
In primo luogo ho pensato che fosse la solita storia che si ripete: le donne, sopratutto le italiane, non riescono a fare comunella le une con le altre! A differenza del sesso XY noi donzelle non riusciamo a gioire delle vittorie delle nostre consimili: la rivalità prevale sempre tra il gentil sesso sulla razionalità, abbiate l' ardire di non negarlo!
Ed essendo Chiara la più famosa blogger d' Italia (non neghiamo nemmeno questo per quanto non ci possa piacere, di grazia) spinte da un istinto innato e naturale abbiamo cercato colei che potesse batterla (identificandola in Andy) solo per farle un dispetto!

In secondo luogo, poi, mi sono messa nei panni di Chiara stessa e, dopo un attento esame di coscienza, ho realizzato che -in parte, buona parte- potrebbe essere stata pure colpa sua!
E qui veniamo alle dolenti note!
Il successo, si sa, da alla testa e credo che questo sia stato il problema della Ferragni. Essere invitata alle sfilate di mezzo mondo, richiesta come sponsor, fotografata come l' ultima delle dive, acclamata come un' esperta di moda che -in confronto- Nostra Signora Franca deve mettersi da parte può provocare nel cervello della giovane una sorta di convinzione che la porta a credere di
A) aver fatto qualcosa di buono e sensato
B) averlo fatto bene.
La suddetta convinzione ha modificato il modo di porgersi di Chiara Ferragni nel tempo: da umile ragazzina di provincia che pubblicava fotografie per divertimento si è trasformata in una macchina da guerra arrogante e presuntuosa pronta a qualsiasi cosa pur di raggiungere il suo obbiettivo. Questo, purtroppo, misto alla rivalità di cui abbiamo appena discorso, ha fatto si che si creasse una fazione opposta e contraria che si è battuta in tutti i modi per far si che lei perdesse!
Quando si dice che l' odio unisce i popoli..............
E, credetemi, ho trovato il link per votare Andy in ogni dove; come minimo la Torres deve offrire da bere alle ragazze de Le Vipere e del Covo almeno fino a Natale!
Anche adesso, nel momento della sconfitta, Chiara avrebbe dovuto farsi avanti con la vincitrice (che, a detta sua, è pure un' amica) e congratularsi, anche solo per faccia lavata, pubblicamente!
Perché l' umiltà è una gran cosa e pochi la posseggono!
A tutti, ammettiamolo, sarebbe piaciuto che la nuova IT Girl di Mango -marchio spagnolo- fosse italiana ma a nessuno piace chi si impone con arroganza!
E punizione divina fu......

Mangosamente vostra, R.

domenica 1 maggio 2011

Siamo certi che si tratti di una favola?


Se Diana potesse parlare sono quasi certa che risponderebbe di no...
Da quando, lo scorso ottobre, data del fidanzamento ufficiale, è cominciata questa messa in scena non poche volte ho cercato di immedesimarmi in lei e valutare i pro e i contro di una situazione non comune come quella di sposare l' erede al trono di una delle dinastie più importanti d' Europa.
La prima cosa che mi sono chiesta è quanto possa essere degradante nel 21° secolo per una donna bella, laureata in una delle più prestigiose università dell' Inghilterra, ricca e intelligente venire identificata solo come la moglie di.. o, peggio ancora, come un' arrampicatrice sociale disposta a tutto pur portare quella corona? Diventare una bella statuina costretta a stare un passo indietro e riverire l' uomo che si è sposato dev' essere dura da sopportare finchè morte non li separi (se Dio vuole!) sopratutto se tutto questo si deve affrontare sotto lo sguardo critico di una famiglia a te fino a quel momento estranea e fissata dall' occhio malvagio della stampa mondiale.
Quanti i casi di ribelli future regine passati alla storia per l' epilogo tragico? Basti pensare alla regina di queste: la principessa Sissi, perseguitata dall' ossessione di quella perfezione richiesta ad una imperatrice che la portò alla psicosi e ad una morte solitaria.
E proprio la Royal Family inglese non è estranea a queste disgrazie visto che siamo ad una sola generazione di distanza da quell' amata Lady D. che ricordiamo per eleganza, bellezza ma -sopratutto- per la sofferenza patita nei suoi anni da moglie di Carlo.
E' vero che, mi auguro, questo è l' esempio di un amore consolidato negli anni e la scelta di sposarsi è ponderata e per questo dopo così tanti anni di fidanzamento ma può il sentimento per eccellenza -per quanto profondo, forte- reggere alle pressioni di un' etichetta rigida e antiquata come quella della corona inglese? E' capace William di rassicurare costantemente Kate in privato e mostrarsi il futuro re che tutti si aspettano in pubblico? Perché, ammettiamolo, il fatto di essere designato a questo destino prima ancora di sapere che verrai al mondo può -in un certo senso- farti montare la testa e Kate da venerdì 29 aprile 2011 avrà bisogno di avere al suo fianco un marito servizievole pronto a ridere delle sue cadute di stile piuttosto che uno che le ricordi da dove viene e che la corregga con malizia.
Perché alle critiche ci pensiamo noi rosicone: basti pensare alle orribile zeppe indossate per lasciare Buckingham Palace la mattina seguente al matrimonio. Insomma, era sposata da nemmeno ventiquattrore che già le vengono criticate le scarpe (che, ammettiamolo, erano inguardabili Kate; fattene una ragione!).

Il fatto è, in realtà, che Will che dice "I will" ad un' emozionata trentenne che aspetta quelle parole da dieci anni a me m' ha commosso. E tifo per Kate e per la sua sanità mentale proprio perché (che sia amore o strategia) quel 29 aprile a Westmister poteva esserci una qualsiasi di noi al suo posto avvolta da metri e metri di stoffa bianca. Tifo per quel sorriso emozionato come quello di una qualsiasi sposa il giorno più bello della sua vita e perché possa insegnare ai figli che arriveranno quello che i suoi commoner genitori hanno insegnato a lei e cioè ad essere una persona normale, a credere nelle favole e a credere che queste un giorno si realizzino!


Favolosamente Vostra, R.