sabato 31 marzo 2012

Andiamo al mercato.


Stamattina, io e la mia amica Susanna, compagna di innumerevoli ed indicibili esperienze, ci dovevamo salutare. No, se ve lo state chiedendo, non parte per il fronte. Parte per una romantica crociera insieme al ragazzo suo mentre io rimango qui a studiare come una stronza. 
Si, si, proprio una stronza; perché, se ero figa, anche io sarei andata in crociera. Ai Caraibi magari.
Comunque. Non perdiamo di vista il nostro argomento.
After parrucchiere, che farsi belle è necessario quando l' età avanza, ce ne siamo andate al mercato.
Il mercato è cosa buona e giusta il sabato mattina. Anche il martedì e il mercoledì e, in generale, quando avete tempo e voglia di stronzate. Ho comprato così tanta chincagliera, come se me ne mancasse, che una bancarella la posso allestire pure io!

venerdì 30 marzo 2012

La solitudine della Robi prima.


Lo sentite questo silenzio?
Lo sentite il rumore del nulla che aleggia in casa mia?
Ne sentite la magia? E la poesia?

Sono sola. Completamente sola in questa grande casa. 
SOLA
Io, Robi, per le prossime 48 ore avrò il dominio assoluto della RobiCasa


Sorelle e genitori sparsi per l' Europa hanno lasciato il posto alla pace. Al silenzio. All' Ordine. All' anarchia.
Posso entrare ed uscire quando voglio. Non che sia una novità, tendenzialmente posso andare e venire quando mi pare, ma nessuno -al mio rientro- mi chiederà come è stata la mia giornata; cosa ho fatto; cosa c'è nel sacchetto che ho in mano. Solo silenzio.
Badate bene, non sono una ragazzina asociale a antipatica con la sindrome preadolescenziale del 'Odio Tutti. Tutti ma proprio tutti'. Mi piace avere intorno la mia famiglia ma queste pause dalla realtà del gruppo sono un toccasana. Servono a riordinare i pensieri e l' armadio con la musica a tutto volume senza che nessuno si lamenti. Servono a studiare distesa per terra senza che nessuno ti prenda per matta. Servono a mangiare pizza alle nove del mattino e cioccolata calda e cereali alle dieci di sera. Servono a non dover chiedere e a non dover sottostare a nessun orario. 
Il televisore del soggiorno e, sopratutto, il telecomando di Sky sono solamente miei. Nessuno mi dirà di togliere le telenovelas sudamericane dandomi della casalinga disperata. 
Potrò ciondolare per due interi giorni senza che nessuno si chieda perché sono ancora in pigiama alle cinque del pomeriggio, sorseggiando tisana e lasciando le tazze in giro per la casa.

E' come se avessi tutte le possibilità a mia disposizione. Come se potessi decidere da sola del mio tempo. Come se il fatto di pranzare alle tre con pop-corn e coca cola fosse assolutamente normale.

Lo sentite il silenzio? Lo sentite il rumore della Pace? 
Tutta questa gente dovrebbe partire più spesso

Solamente vostra, Robi.

mercoledì 28 marzo 2012

45 giorni a Vogue #Chapter 30


Non ho mai realmente creduto al destino, a quello che banalmente si chiama fato. Le casualità della mia vita me le sono creata da sola. Sempre. Ho creduto, fin da quando ero una ragazzina, che se volevo qualcosa dovevo alzare il sedere dalla sedia e fare tutto quello che necessitava per averla. Io non sono come mia sorella Claudia o, perlomeno, non ho voluto esserlo. Avevo un sogno e ne ho fatto un obbiettivo di vita. Avevo un sogno e ne ho fatto una meta: ogni passo, ogni giorno, ogni pensiero erano in quella direzione. 
Non ho mai lasciato che il tempo scandisse i miei pensieri; che delineasse i confini dei miei progetti. Quelle, per me, erano parole al vento. Tempo e destino sono stati, per ventisette anni, nelle mie mani. O, almeno, di questo ero convinta.

Dico io, ma siete cretini?


Avevo letto questa notizia un paio di settimane fa, in giro per la rete, ma non volevo crederci. Mi sono detta 'Robi, sarà solo una coincidenza. Non è possibile che esistano soggetti privi di materia grigia a tal punto da essere davvero entusiasti di questa cosa'. Non era ammissibile. Non era possibile. 
Lassù, qualcuno, deve odiarmi per permettere al mio cervello di assistere a questo scempio.
E, invece, è vero.
Cristo santissimo. Vero.
Luca Caprai, fondatore e proprietario del brand Cruciani, ha rilasciato oggi il braccialetto in onore del tatuaggio di Belen: la famosa farfallina di cui si è discusso fino allo sfinimento dopo che la soubrette l' ha mostrata in diretta nazionale.
Quando ho letto la notizia, francamente, accecata da un senso di buonismo che potete benissimo leggere come rifiuto di vivere davvero in questa realtà, ho ingenuamente creduto che le farfalline del famoso braccialetto fossero in onore, chessò, della primavera; della bella stagione in arrivo.
Ero fermamente convinta che il fatto che evocassero uno dei momenti più bassi della televisione di stato fosse solo una congettura fatta da qualche idiota.
Cavolo, invece sono proprio in onore di Belen. Caprai ha ammesso di essersi ispirato proprio a Belen Rodriguez mentre disegnava il nuovo braccialetto per il brand!
Ma stiamo scherzando? 
Mica stava disegnando dell' intimo per il prossimo film di Franco Trantalance.
La cosa che mi perplime ancora di più è il fatto che questa oscenità sia già sold out prima ancora di essere messa in vendita. Insomma un pugno di lobotomizzati hanno già prenotato questo simbolo di bassezza e malcostume e sborseranno ben 10 euri per mostrarlo orgogliosi ai loro polsi. Stupidi polsi.
L' azienda, infatti, fa sapere che, appena diffusa la notizia, il sito web è andato in tilt e sono state accolte oltre 300,000 prenotazioni per il braccialetto in pizzo macramè.
E io mi chiedo ma siete cretini? 
Ammetto di essere caduta anche io nella trappola modaiola del braccialetto con i quadrifogli (che ho tagliato dopo due settimane che nemmeno ve lo posso raccontare la sfiga che m' ha portato) ma almeno l' idea di un portafortuna, di un accessorio colorato che spezzasse il nero dell' inverno, giustificava la cosa. Ma portare al polso il simbolo della bassezza in cui siamo caduti mi sembra un' idiozia bella e buona. 

Cretinamente vostra, R. 

lunedì 26 marzo 2012

Non indosso le calze.

Il fatto che io non indossi le calze da qualche tempo ha risvegliato in me il buon senso. E' inutile che ci prendiamo in giro: l' estate è più vicina di quanto noi non vogliamo credere, quell' istante in cui ci dovremo mostrare con indosso solo due miseri lembi di tessuto colorato idrorepellente è prossimo. Per prepararsi a quel momento, in cui tutti nodi vengono al pettine e tutti i panettoni e le uova di Pasqua vengono al culo e ai fianchi, ci vuole tempo. Io, ovviamente, sono in ritardo. Effettivamente sono mesi che ci penso, più o meno dalla scorsa estate oserei, ma il tempo mi sta scivolando tra le dita delle mani come granelli di sabbia al vento e -tra una cosa e l' altra- ho rimandato fino ad ora.
Tra l' altro, coincidenza delle coincidenze, stamattina ho aperto una di quelle e-mail pubblicitarie che manda Kiko per avvertirti degli sconti. Io non lo faccio mai, le cestino a piè pari. In parole povere, la mail recitava 'Stronza, smettila di ingozzarti di crispelle di riso al miele e di poltrire. Dai tregua alla tua ciccia e vieni da Kiko a comprarti le creme dimagranti al vantaggioso prezzo di 5 euro'.
Evidentemente il destino stava cercando di dirmi qualcosa.
Le parole della mail non erano esattamente le stesse ma il succo mi sembra abbastanza chiaro; così, mentre tornavo dall' università, mi sono fermata al centro commerciale vicino casa mia e ho preso Shape Design (Crema rimodellante pancia e fianchi) e Ultra Sonic (Crema contro gli inestetismi della cellulite) a 5 euro l' una. 
Ho comprato anche un fondotinta che, si sa, se non puoi eliminare gli inestetismi almeno nascondili! 
Ho come la sensazione che, a meno che qualche santo non le abbia mischiate con qualche ritrovato della scienza miracoloso, saranno inutili come i sacchetti biodegradabili del supermercato ma -almeno- la mia coscienza per oggi s'è rasserenata. Non dovevo mangiare tutti quei deliziosi dolcetti francesi in questi quattro giorni. Forse è proprio vero che, adesso che sono una bionda anche io, sono diventata scema. 
E poi mi sono comprata le All Star con la bandiera americana che desideravo e quelle scarpe, come è noto, non sono clementi per nulla con il regal didietro del gentil sesso. 
Ho già fame e sono a dieta da sole 5 ore. Vado a farmi una tisana drenante... 

P.S.: Mentre ero in Francia ho avuto un' illuminazione. L' inizio di una nuova RobiFiction ha iniziato a prendere forma mentre 45 giorni a Vogue volge al termine.... Sigh...

Cremamente vostra, Robi. 

venerdì 23 marzo 2012

Il portiere.


Non è il racconto di un sogno erotico. Ve lo scivo subito così, chi è arrivato qui cercando riscontro cibernetico di strane fantasie, non perde tempo. 
Lo stabile dove vacanzeggio da che ho memoria, nel sud della Francia, dove inizia quella magica parte dello stato frastagliata e incantevole chiamata Costa Azzurra, è un elegante palazzo della fine del '700 voluto appositamente dalla Regina Vittoria. L' esterno, affacciato sul mare, è ancora perfettamente fedele ai disegni originali. La posizione è magica; messo, da una parte, sulle spiagge pulite del Mediterraneo, dall' altra, sulla caotica cittadina francese. 
Io amo immensamente venire qui se non fosse che odio i francesi. Tutti. Uno in particolare rappresenta in mio incubo primario: il portiere del mio palazzo. 
Il malefico è un omuncolo dalla faccia calante e rugosa come uno di quei cagnoloni della pubblicità, gli occhialoni sempre poggiati sulla punta più estrema del naso a patata, i capelli perennemente oleosi riportati su un lato, i pantaloni sbragati e quell' espressione odiosa tipica dei francesi che hanno sulle palle gli italiani. 
Arrogante e supponente, ha uno stipendio annuo di 55 mila euro; la casa nel palazzo, a piano terra con apertura sul giardino e vista mare che non paga e un orario di lavoro ridicolo (lun-ven 10-12.30/15.30/18). 
L' uomo che non m' ha mai aperto la porta di casa. Mi ha visto arrivare piena di valigie; piena di buste della spesa; piena di roba del mare cercando disperata le chiavi di casa e mai una volta s'è degnato di aprire quella cavolo di porta. 
Ieri pomeriggio, arrivata distrutta e febbricitante in luogo, ho trovato il piatto doccia del bagno di casa mia completamente coperto da una strana poltiglia verdastra abbellita da deliziose palline di merde (che sempre cacca è ma in francese è più delicato). Al che, come è ovvio, sono scesa al pianterreno e sono andata a citofonare a quell' essere facendomi forza di tutta l' educazione e l' eleganza che mi si confà. 
Suono la prima volta. Suono la seconda con più insistenza. Suono la terza attaccandomi al campanello fino a che non lo sente pure l' appartamento vicino. 
L' abbominevole si presenta alla porta e già il solo vederlo mi crea confusione, ansia, paura, disgusto. Il bisunto guarda l' orogologio, che segnava le 18.06, e mi dice con fare fintamente dispiaciuto che il suo orario era finito e che per qualsiasi problema dovevo ripassare l' indomani. 
Ora, secondo voi, in che minchia di lingua m' ha fatto tutto 'sto discorso? Ma in francese strettissimo, è ovvio! Io, in quasi venticinque anni di vacanze qui dire che avessi imparato mezza frase! Io sono una scecca, è vero, ma lui è di origini italiane, porca miseria! I suoi stramaledessimi nonni sono di un paesello sperduto nella provincia di Catanzaro. Catanzaro, Sacre Bleu, mica Marsiglia, Lione, Parigi o Vaffan..... 
Ovviamente, con il bagno in quelle condizioni, non era plausibile aspettare. Il mio ragazzo s'è armato di doppio strato di guanti, rastrello e una serie di disinfettanti tossici che ci sono costati l' ira, ed ha pulito la situazione. Io gli avevo consigliato di lasciare le palline di Merde fino all' arrivo del portiere e dell' idraulico che erano coreografiche ma lui non ha voluto sentire ragioni: dovevano sparire. 
Stamattina, alle 9.59, eravamo già dietro la sua porta armati delle peggiori intenzioni. Dopo una decina di minuti in cui ognuno usava il suo idioma per interloquire con l' altro con l' unica conseguenza di creare confusione e non capire una cippa lippa, finalmente il Dannato si è deciso ad intervenire. 
Ovviamente dopo ci ha lasciato un biglietto sotto la porta perché sui balconi non si può stendere nulla; un biglietto sulla macchina perché il giardino del palazzo non è un posteggio; un biglietto nella buca perché abbiamo sbagliato contenitore della spazzatura per la raccolta differenziata. 
Certo è che quando vede mio padre, che lascia sostanziose mance solo per tenerci le chiavi di casa in caso di necessità dato che stiamo davvero lontani, magicamente impara l' italiano e diventa gioioso come una rondine in Primavera. 
Poi, ditemi, se non mi devo incazzare... Bah, vado a prendermi l' ennesimo Oki della giornata. In cinque anni di liceo, tre di medie e cinque d' elementari, in cui ho supplicato per un febbrone da cavallo che mi facesse stare a letto una settimana, non ho mai preso nemmeno un raffredore; giusto ora che ho quattro giorni di vancanza. 
C'è qualcuno che me la butta. 

Portieramente vostra, Robi. 

lunedì 19 marzo 2012

Un mese, con lo scontrino!

Mi piace il fatto di poter cambiare un abito. Di avere a disposizione un intero mese per poter decidere se mi piace o no quel vestito o quella maglia. L' idea di poter tornare indietro sui miei passi mi da una strana sensazione di libertà appagante. Io non faccio parte di quella categoria di persone talmente decise da dire 'Se tornassi indietro rifarei esattamente le stesse cose'. Io, con il senno di poi, molte cose del mio passato le cambierei, così come si fa con un paio di pantaloni che risulta troppo stretto; altre le lascerei come sono; altre ancora le vivrei come se fosse la prima volta sperando di provare -ancora una volta- una sensazione unica; un battito d' ali convulso sul fondo dello stomaco.
Molte volte non abbiamo il tempo di pensare davvero a quello che stiamo facendo nel momento stesso in cui lo facciamo; ci lasciamo trascinare dalla corrente della vita, dal fiume dei pensieri come fossimo su un gommone durante una seduta di rafting.  Come quando compri un vestito dorato pieno di paillette  semplicemente perché "Uhhh, guarda come Luuuuccciccaaaaa" e quando torni a casa e ti fissi nello specchio, con quello scampolo alla Moira Orfei addosso, pensi a quanto sia stata affrettata la tua scelta.
Io sono sempre stata dell' idea che il tempo sia un lusso. Più dei denari, più dei gioielli. Chi possiede il tempo di scegliere con raziocinio è un uomo ricco.
E' (anche) per questo che lo shopping aiuta. Dopo aver fatto la tua scelta hai ancora la possibilità di cambiare idea. Un intero mese per decidere se quello che credi sia giusto per te lo è davvero oppure no.

venerdì 16 marzo 2012

45 giorni a Vogue #Chapter 29



Sulle note di questa stupenda canzone. Enjoy it.
‘Ma come ti è sembrato? Ben fornito?’ mi chiede Arianna, curiosa, dopo aver ascoltato il racconto dettagliato dell’ Incidente Plum Cake, così ha rinominato l’ accaduto. 
‘Arianna!’ la riprendo inorridita. 
‘Sai com’è… Non mi era mai capitato di poter tastare le doti… artistiche, diciamo così, di due fratelli! Ho sempre usato un pennello alla volta’ ridacchia la mia coinquilina. 
‘Nemmeno a me. E non ho nessuna intenzione di provare certe esperienze adesso. Secondo te devo dirlo ad Enrico?’. 
Ho bisogno di un consiglio serio ma, a quanto pare, Arianna non è della stessa opinione. 
‘No, dannata ragazza, certo che no! Che cosa gli vorresti dire, poi? Ehy, ciao amore, quel figo di tuo fratello ha tentato di sedurmi con un dolcetto, che come sai per me sono un miraggio dato che tua madre è una fautrice accanita della taglia 40, e con il suo arnese. Però, dato che sono una brava ragazza, non ho voluto constatare di persona chi dei due è messo meglio!’. Arianna mi fa il verso imitando la mia voce. La sua scenetta mi strappa un sorriso e per un attimo non penso a Davide.

giovedì 15 marzo 2012

Capelli sporchi e amori adolescenziali.

Domani, come avranno capito tutti, sopratutto i vicini dopo la prova audio di ieri sera, è il compleanno di Madre. La suddetta ha deciso di dare una festicciola a casa nostra. Senza chiedere permessi di alcun tipo. Così, da che tu sei tranquilla nella tua stanza, a che spariscono sedie e tavoli da ogni dove perché il signore del catering ha detto che bisognava armonizzare la casa e che sedersi, ormai, è out. Per tal motivo, io e Madre, siamo andati al centro commerciale per comprare i beveraggi vari per la suddetta festicciola. Non ho voluto sapere quanta gente ci fosse nella lista degli invitati ma a giudicare dalla frenesia con cui Silvana nascondeva cristalleria ed argenteria (dovete sapere che la nostra signora delle pulizie è fobica: quando abbiamo gente a casa bisogna nascondere tutto. Anche se sta venendo mia nonna a chiedere un po' di sale. Madre ha tentato di spiegarle che nessuno ruberà le bomboniere della cresima di mia sorella Regina ma non ha voluto sentire storie: se viene gente in casa si deve posare tutto. TUTTO) e dalla quantità di alcool che sarà presente non dev' essere un numero irrisorio. A meno che non siano un gruppo di alcolisti conosciuti e quindi i litri d' alcool si giustificano così. Si vedrà. Domani.
Comunque, non era della Madre' s festa che volevo parlarvi. Né dei suoi amici alcolisti. Nè, tanto meno, dei problemi della signora delle pulizie con l' argenteria. Questo era solo il prolisso preludio che spiega il perché, questa volta in particolare, io mi sia recata al centro commerciale.
Si, è vero, potevo scrivervelo in due parole ma, a 'sto punto, che senso ha avere un blog?

mercoledì 14 marzo 2012

Non è mica una puntata di Grey' s Anatomy.



Sinceramente, inizio a chiedermi che pollini sniffino coloro i quali si sparano queste malsane tendenze ogni anno. Ogni, santissimo, anno. Puntuale, appena le giornate si allungano; le farfalle svolazzano di fiore in fiore e le api impollinano qui e li come i donatori di una banca del seme; esce un nuovo dettame per l' estate che si avvicina e, boom, siamo rovinati! 

martedì 13 marzo 2012

E mettitela 'sta gonna, su...

Mettetevi comodi.
Molto probabilmente il post sarà lungo. Magari no.
Il concetto è semplice.



lunedì 12 marzo 2012

Metti da parte i pregiudizi, prenditi meno sul serio.


Il post che segue è su Federico Moccia. Lettore, io te lo dico subito, perché voglio che tu metta in pratica il consiglio che ti do nel titolo: metti da parte il pregiudizio e...  

domenica 11 marzo 2012

45 giorni a Vogue #Chapter 28



Se vi dico Natale, qual è la prima cosa che vi viene in mente? Nessun discorso religioso/trascendentale, per carità, siate onesti. So che non sono i buoni sentimenti ne lo zabaione caldo davanti il camino. So che il bacio sotto il vischio non c' entra e nemmeno tutti i dolci che uno si ripropone di non mangiare. Il primo campanello che suona nelle persone normali, quando viene nominato il Natale, è quello dei regali.

sabato 10 marzo 2012

Viviana, perdonami, ma proprio non ce l' ho fatta.

Se me lo dicevate subito che via Madonnina è a Brera, esattamente alle spalle del negozio Marc by Marc Jacobs, io evitavo di stamparmi cartine della zona; memorizzare fermate di metropolitane e colore delle linee; seguire il puntino blu -che indica la mia posizione sull' I-Phone- sulle mappe. Se me lo dicevate, io sapevo dove andare. Comunque, nessuno me l' ha detto e da Angela Caputi, in via Madonnina 11, ci sono arrivata come una scema con la stampata di una cartina in mano e l' I-phone nell' altra. Nella borsa, il portafogli conteneva cento euro in contanti (cifra destinata alla plastica non riciclabile. Di più, da Angela Caputi, sarebbe stato eccessivo) e l' eventuale carta di credito che non si sa mai che una sviene per qualcosa...
Entro nel piccolo negozio ed una commessa gentile che dovrebbe sostituire il mascara dato che il suo le lascia solo grumi sulle ciglia, mi indica l' espositore con i bracciali di Viviana Volpicella (l' ho googlata, per sicurezza, e così si chiama. Vol-pi-cel-LA).

lunedì 5 marzo 2012

Storie di ordinaria follia #2 #PFW


Anna Wintour, temutissima direttora di VogueUS, e Kristen Stewart, che ha fatto un sacco di film ma per noi sarà sempre Bella di Twilight, si incontrano nel front row di Balenciaga durante la Paris Fashion Week SS 2012. 

Anna Wintour: Gesù, ogni sfilata ce ne sta una... Mi mancava proprio la vampira annoiata dalla vita che non sa nemmeno da che parte si infili un vestito d' alta moda.
Kristen Stewart: Yoo Man, senti chi parla... Intanto quelli di Balenciaga hanno voluto me come testimonial per il loro profumo, a te al massimo ti chiamano quelli per i pannoloni!
AW: Ma vedi tu 'sta scema. Sembri un meccanico quando parli! Lo sai che quando ho visto Panic Room credevo che fossi un maschietto?
KS: Tu, mi sa, che è da allora che non vedi un maschietto.
AW: Tipico discorso da calciatore nello spogliatoio. Pff...
KS: Addirittura ti piacerebbe un' intera squadra di calcio? Buongustaia.... L' ho visto come ridacchiavi alla sfilata di Victoria Beckham mentre eri seduta vicino a suo marito!
AW: Non capisco proprio di cosa tu stia parlando...
KS: Di questo! La Stewart, fan di Robilandia, mostra una foto alla Wintour.

La Wintour si gira dall' altra parte indignata. 

KS: Che frigidona... A lei farebbe comodo un bel vampiro che le ridimensioni i sentimenti.

Le luci si abbassano, la sfilata comincia. 


Ordinariamente vostra, R.

venerdì 2 marzo 2012

Avanti il prossimo.


Il popolo della rete sta assistendo ad una serie di morti note che, ahinoi, non sembra destinata a finire tanto presto. Ultimo, in ordine di tempo, il cantautore sessantottenne Lucio Dalla. Prima di lui la cantante Whitney Houston, il pilota Simoncelli, Michael Jackson e Steve Jobs, Oscar Luigi Scalfaro e Giorgio Bocca, Tullia Zevi e Nilla Pizzi, i coniugi Vianello... Insomma la lista di decessi celebri è nota e lunga ma è non è un resoconto degno di un becchino che vi voglio fare. Il mio intento è quello di analizzare, raggruppandole in poche semplici mosse, le azioni dell' abitante medio del social network.

giovedì 1 marzo 2012

45 giorni a Vogue #Chapter 27




'Non riesco ancora a capire come sia possibile che io sia qui’ borbotta Enrico mentre il taxi, di un inconfondibile giallo, arresta la sua corsa folle attraverso le strade sgombre dell’ alba newyorkese davanti l’ elegante stabile dove abita suo padre. Ho la mano indolenzita per quanto forte mi sono aggrappata allo sportello.