giovedì 21 febbraio 2013

Se stiamo insieme ci sarà un perché....


Penso a tutte le persone che stanno insieme senza amore, per paura della solitudine. E a quelle che si amano senza stare insieme, per paura di sacrificare la libertà. Due scelte in apparenza opposte, ma che conducono entrambe al fallimento perchè generate dal medesimo impulso: la vigliaccheria.
(M. Gramellini)


Perché due persone stanno insieme?
Che cosa tiene uniti un uomo e una donna (o una donna e una donna o un uomo e un uomo, non sottilizziamo)?
Che tipi di coppie esistono nel mondo?


venerdì 15 febbraio 2013

La sindrome dell' arto fantasma.


La sindrome dell'arto fantasma è la sensazione anomala di persistenza di un arto dopo la sua amputazione o dopo che questo sia diventato insensibile: il soggetto affetto da questa patologia ne avverte la posizione, accusa sensazioni moleste e spesso dolorose, talora addirittura di movimenti come se questo fosse ancora presente. Questa sensazione, assolutamente normale e che non rientra in nessun tipo di problema psichico, è la dimostrazione più evidente dell'esistenza dello schema corporeo, che persiste, nonostante dall'arto amputato non giungano ai impulsi nervosi ai centri corticali. (Fonte: Wikipedia)

Per me una rottura è essenzialmente questo.
Parliamone.  


L' abitudine, lo sappiamo bene, e lo dice pure Malika a Sanremo, è un bel posto dove crogiolarsi  Li il sole è sempre caldo. Le copertine sempre ben tirate a proteggerci le spalle. Le telefonate arrivano proprio nel momento in cui le aspettiamo e le brutte notizie, tendenzialmente, vengono affrontate a quattro mani. 
Questo è vivere in un rapporto che dura da tanto. Sembra facile, è vero. Sembra che tutto venga sminuito al mero ingegno di un ingegnere beffardo: bisogna pianificare e disegnare la struttura di questo microcosmo affinché nulla crolli. Ma può bastare la freddezza di un ingegnere a far tutto? No. 
Creare una routine dal nulla non è facile, non lo è proprio per niente. E' un lavoro costante. Bisogna avere gli ingredienti giusti: confidenza; complicità; affetto; pazienza; voglia... 
Ma, statene pur certi, che prima o poi arriva. Arriva sotto forma di messaggino del buongiorno. Arriva come il cinema il venerdì sera e la pizza con gli amici la domenica. Si presenta come i piedi freddi accucciati sotto il sedere di lui, quando sul divano si litiga per il telecomando. 
E, pian piano, ci si abitua ad avere qualcuno che ci cammina a fianco. Ci culliamo del fatto che c'è qualcuno che può sopperire alle nostre mancanze: io so cucinare, tu sai montare i mobili Ikea
Ci abbandoniamo alla tranquilla quotidianità dei piccoli gesti. 

Quando due persone si lasciano -qualunque siano i motivi; di chiunque sia la decisione- l' abitudine è la prima cosa che perdi. E non ci sono mezze misure. Non ci sono momenti di passaggio. Come un bimbo che abbandona il grembo materno, vieni catapultato in un mondo che, apparentemente, non è sicuro. Devi camminare da solo in mezzo a gente che con te non ha niente a che fare. Le tue spalle sono scoperte. Il tuo cellulare non suona più alle nove meno dieci di ogni mattino lavorativo. 
Ti senti sola mentre fissi le istruzioni in finlandese della cassettiera che hai davanti in pezzi e, per qualche istante, ti senti un po' come lei: un mucchio di viti e assi che sembra non si appartengano gli uni agli altri.
La persona che prima avevi accanto diviene il tuo arto amputato. Dove prima c' era la tua gamba adesso c'è un vuoto da colmare. 
Il tuo cuore sente ancora tutto; il tuo cervello percepisce ancora che puoi camminare ma, appena provi a metterti in piedi, cadi; scivoli nel disperato bisogno che tutto torni come prima. 

Ma, badate bene, non è un vuoto incolmabile. 
Anni ed anni di studi di ingegneri meccanici e biomedici ci hanno dato il beneficio di sperare ancora. 
Menti brillanti hanno creato protesi talmente simili ad arti reali che quasi non si nota più la differenza. 
Per due persone che si lasciano ci sono due medicine: il tempo e gli amici
sono questi gli ingredienti di una protesi perfetta per un cuore infranto. 
E mentre i giorni passano, i ricordi sbiadiscono e le abitudini si modificano plasmandosi al nostro nuovo aspetto, gli amici ci accompagnano: ci fanno da stampella e rimangono li finché il nostro corpo non si è abituato alla protesi. Sono le rotelle aggiuntive della nostra bicicletta fino a che non siamo pronti ad andare avanti da soli. 

Nessuno è mai morto per amore. 
Nessuno ne morirà mai. 

Robi.


Questo post è dedicato a Claudia che ha bisogno di una stampella e del tempo ma che ha tutte le carte in regola per poter correre ancora. Veloce come il vento. Felice come un bimbo la mattina di Natale.