giovedì 31 maggio 2012

La RobiCucina: I Cookies Americani.


Ingredienti per 12 biscotti

250 g di Farina 00
200 g di cioccolato fondente
(Io ho preso quello con le nocciole per dare più consistenza all' impasto)
125 g di burro
(io li ho fatti con 95 g e sono venuti ottimi lo stesso)
125 g di zucchero di canna
125 g di zucchero bianco
(Io ho usato 90 g di fruttosio che è meno calorico)
1 uovo

Preparazione

Sciogliete il burro in un pentolino.
Spezzettate grossolanamente il cioccolato.
In una ciotola capiente sbattete l' uovo e unite lo zucchero di canna e successivamente il fruttosio.
Aggiungete il burro fuso.
A poco a poco aggiungete all' impasto la farina setacciata e il cioccolato in pezzettoni e lavorate con le mani fino ad ottenere una pagnotta omogenea e consistente.
Se notate che il composto è ancora troppo liquido aggiungete uno o due cucchiai di farina.
Fate riscaldare il forno a 190°.
Su una teglia coperta di carta forno disponete delle palline di composto.
Distanziate ogni pallina, l' una dall' altra, almeno 4 centimetri dato i biscotti si allargheranno.
Tenete in forno 15 minuti e lasciate raffreddare almeno mezz' ora. 

Commento

Se avete degli stampini da biscotto che vanno in forno vi consiglio di mettervi le palline di impasto dentro e infornare così o vi ritroverete un unico biscotto gigante a forma di teglia come è successo a me.
Sono mooolto buoni e le nocciole tritate ci stanno benissimo.
Io li tengo in frigo perché a me i biscotti, come la cioccolata, piacciono ghiacciati.
Ho provato per la prima volta il fruttosio che abbassa le calorie e mi sono trovata splendidamente, non credo farò più uso di zucchero da ora in poi!!

Robi 

mercoledì 30 maggio 2012

45 giorni a Vogue #SentitiRingraziamenti

Ogni volta che compro un romanzo nuovo, come prima cosa, leggo i ringraziamenti dell' autore. Li cerco tra le ultime pagine. In fondo, tra la fine di quella storia che per me è solo all' inizio e la copertina. Mi piace leggere i nomi degli editori che hanno raffinato le pagine grezze dell' autore. Mi piace sapere i loro nomi perché sono quelli che sanno tutti i sinonimi delle parole. Loro conoscono cento modi per dire amore e centouno per dire salute!
Leggo i nomi dei figli e dei genitori degli autori. I nomi degli amici. I nomi dei conoscenti. I nomi dei pubblicisti.
Quello che non potrò mai leggere nei ringraziamenti di un romanzo sono i nomi dei lettori e, diavolo, sono loro i primi a dover essere ringraziati. Uno per uno. Ma come si potrebbe fare a priori? Non si può, appunto.
Ogni autore dovrebbe avere una telecamerina tra le pagine di ogni libro che vende per vedere che emozioni sta provocando. Per capire cosa è in grado di fare; quanto in profondità è in grado di arrivare.
Io ho avuto questa fortuna.
E' vero, io non sono Dan Brown né Sophie Kinsella; non sono Leslye Lokko né Zafon ma anche io ho raccontato una storia. Non voglio nemmeno lontanamente paragonarmi a Loro ma, nel mio piccolo, anche io ho dato vita ad un piccolo ecosistema di personaggi e intrecci. Una storia che si è scritta da sola. Senza un programma ne una scaletta. Ogni capitolo veniva scritto e pubblicato nel momento in cui prendeva vita. Ovviamente è per questo, e vi prego di scusarmi, che molte volte ci sono state imperfezioni nella scrittura o erroracci. Io l' editore da ringraziare non ce l' ho, sicché...
In compenso c'è una persona che si è affezionata a Filippa fin dall' inizio dandole tutto il supporto possibile. Quindi è doveroso da parte nostra, mia e di Filippa, s' intenda, salutare Claudia.

Nel momento in cui ho scritto la parola fine ho sentito un tuffo al cuore. In quell' attimo di confusione mi sono venute in mente un centinaio di idee. E se scrivessi la storia da un altro punto di vista? Magari quello di Anita. E se raccontassi di Arianna? E se continuassi per altri quaranta capitoli? E se trovassi una fidanzata a Davide? Magari potrei scrivere del romantico e intimo matrimonio di Filippa.
Non volevo che finisse. Ero talmente affezionata a questa storia che volevo continuarla all' infinito.
Ho fatto fatica a staccarmi dalle mie creature, lo ammetto. Solo che, con calma, ho realizzato che erano loro ad aver chiuso con me. Adesso Filippa, Enrico, Anita Lozzani, Davive e tutti gli altri vivono nella testa di chi ha voluto loro bene. La loro vita prende forma nell' immaginario di chi ha letto e si è affezionato a loro. Ed è così che li ho lasciati andare.
Solo che poi, mentre dicevo loro addio, mi è venuta in mente un' idea. Quell' idea funzionante. Non voglio dire nulla perché, come ho detto, è solo un pensiero ma un di quelli che stuzzicano sperando che un giorno prendano vita. 

Con queste parole, anche se non sono sufficienti e mai ce ne saranno abbastanza ad esprimere quanto io sia grata, voglio ringraziarVi. Ognuno di voi.
Per ogni commento.
Per ogni risata che vi siete fatti.
Per ogni lacrima.
Per ogni volta che avreste voluto essere al posto di uno dei miei personaggi.
Per ogni volta che mi avete dato uno spunto.
Per ogni volta che mi avete chiesto un nuovo capitolo.
Per ogni volta che avete letto un capitolo. E per ogni volta che l' avete riletto.
Per ogni volta che, con le vostre parole, mi avete spinto ad andare avanti.
Perché, dovete sapere, sono una che inizia un sacco di cose ma poche volte arrivo alla fine. 
Quindi, se ci siete, è il momento di palesarvi anche se non l' avete mai fatto e prendervi il merito che vi spetta. 

Grazie, grazie, grazie, infinite volte grazie. 
Robi


45 giorni a Vogue #TreAnniDopo



'Quando tua madre aprirà la posta, questa mattina, radunerà le forze armate. Ci stanerà e io e te saremo morti' annuncio. Enrico è ancora a metà tra le veglia e il sonno.
Da un paio di settimane dormire, per me, è diventata un' impresa epica.
'A me fa più paura la tua. In fondo è lei la madre della sposa'. La sua voce è impastata dal sonno ma si avverte l' allegria. 'Vedrai che andrà tutto bene' si volta verso di me e mi accarezza gentilmente il ventre. 
'Hai sentito Davide? A che ora dovrebbe arrivare?' chiedo. Sono ancora un po' nervosa all' idea di dover dare certe notizie alle nostre famiglie riunite. 
'Ha detto che arriverà in tempo. Andranno Claudia e suo marito a prenderlo all' aeroporto e ci raggiungeranno immediatamente'
'E tuo padre? I ragazzi?' chiedo.
'Atterreranno a Milano fra qualche ora, ci incontreremo con loro direttamente al ristorante' 
'Ti amo' gli dico rilassando i muscoli della schiena contro la testata morbida del letto. Sono passati quasi quattro anni dalla prima volta che sono venuta in questo appartamento che adesso è anche casa mia. Casa nostra. 
Da quando mi sono trasferita qui le cose sono un po' cambiate. Ad esempio lo studio fotografico di Enrico, al secondo piano, è diventato un armadio. Ci siamo giocati quello spazio a poker, una sera di due anni fa, imbevendo tutto con vodka alla fragola. Alla fine della partita eravamo talmente ubriachi che non sono certa di aver vinto davvero io la mano decisiva. Ma questa è una cosa che non coffesserò mai ad Enrico, ho troppe scarpe per farmi prendere dal rimorso di coscienza!

martedì 29 maggio 2012

Giriamoci intorno.



'Ti devo dire una cosa' 
'Devo parlarti di una cosa' 
Fallo. 
Porca miseria. Dillo. 
Dai voce ai tuoi pensieri. 
Che senso ha sprecare un sms per dire che mi devi dire una cosa quando potresti semplicemente dirla? 

'La sai una cosa?' 
No. 
No che non la so. 
Se la sapessi non starei qui ad ascoltare la stronzata che stai per dirmi.
E poi, perché non la dici e basta? 


'Ho prenotato le vacanze in un posto da urlo'
Dove?
In un castello dei fantasmi? Per questo è da urlo?
Perché mi mandi un messaggino su WhatsApp per dirmi che hai prenotato senza dirmi dove?
Perché sei cretino?                                         

'Ti devo raccontare una cosa'
Ok. 
Fallo.
Raccontami questa fantomatica cosa. 
Che stai aspettando? 
Quanti sms devi ancora sprecare prima di arrivare al dunque?
Di cosa hai bisogno?
L' aiuto del pubblico?
Un permesso speciale da parte del governo Monti?
Un segno divino?

'Ho saputo una cosa ma non posso dirti nulla' 
E allora che minchia me lo dici a fare?
Perché sei un bastardo?
Ti piace farmi sguazzare in una piscina di curiosità e interesse?
Tanto lo so che manterrai il segreto per venticinque secondi scarsi. 

'Ma tu lo sai perchè Daria e Gianandrea si sono lasciati?'
La vera domanda sarebbe perché la madre di Gianandrea l' ha chiamato Gianandrea!!


'Non hai di meglio da fare?'
Ma secondo te, esimia testa di cazzo, non pensi che se avessi di meglio da fare starei facendo quello?
Non credi che, se potessi scegliere, sarei milioni di anni luce lontano da qui?
No, purtroppo, non ho di meglio da fare. 



Quante volte vi è capitato?
Milioni?
Miliardi??
Perché ci giriamo intorno?
Perché perdiamo tempo in preliminari fatti di suspance e fumo di scena quando potremmo benissimo arrivare al dunque e levarci il dente? 

Tidevodireunacosamente vostra, Robi

lunedì 28 maggio 2012

45 giorni a Vogue #TheEnd



‘Torni a casa con me?’ chiede Enrico. Si affaccia, piegando il busto, alla porta del mio ufficio. Sorride. 
Alzo lo sguardo dal computer e sfilo gli occhiali da lettura. Sgranchisco le gambe. Da quante ore sono seduta a questa scrivania? Troppe, senz’ altro. Sfilo le scarpe altissime di Gucci dai piedi e mi alzo dalla sedia. In ufficio ci siamo solo noi: Anita non approverebbe mai che una delle sue dipendenti giri per gli uffici senza scarpe. 
‘Ne avrò ancora per due ore’ gli rispondo amareggiata. Il numero di giugno è in chiusura il che significa che bisogna controllare e ricontrollare tutto almeno quindici volte prima di far vedere il book definito ad Anita. 
‘Sono quasi le nove di sera’ piagnucola Enrico. 
‘Lo so e mi dispiace ma sai quanto sia frenetico questo periodo del mese. Abbiamo fatto avanti e indietro da Parigi e Londra cento volte per il servizio di punta e sembra che ci sia ancora qualcosa che non va’ gli spiego.

venerdì 25 maggio 2012

Solo una salviettina sporca di mascara.


Di certe serate ti rimane la puzza di una sigaretta fra i capelli. 
Di certe serate ti rimane in bocca il sapore di uno Spritz troppo amaro. 
Di certe serate ricordi il dolore ai piedi e le pagliuzze dorate che lasciavi in giro come la scia di una fata. 
Di certe serate ricordi i sorridi e gli sguardi indiscreti verso una coppia che si ama come se non avesse fatto altro per tutta la vita. 
Di certe serate ti restano impressi le scarpe brutte, le maglie immettibili e le borse di paglia. 
Di certe serate ti chiedi perché siano passate così lentamente. 
Di certe serate ti resta il fastidio agli occhi per le lenti a contatto nuove. 
Di certe serate ti ricordi di aver assecondato la voglia di cantare mentre la strada ti scorreva sotto i piedi. Sotto le ruote. Sotto l' anima. 
Di certe serate ti rimane l' odore della vita nel naso. 
Di certe serate ti rimane la stanchezza che non ti fa dormire. 
Di certe serate vuoi solo scriverne per non perderne un secondo e per poterle dimenticare, al contempo. 
Di certe serate vuoi solo mettere a posto il disordine che hanno lasciato. 
Di certe serate, l' unica cosa che resta, è una salviettina struccante sporca di mascara, prima di chiudere gli occhi ed aspettare una nuova alba. Un nuovo giorno. Un nuovo, piccolo, inizio. 




Buona notte. E buon giorno. Robi


mercoledì 23 maggio 2012

45 giorni a Vogue #Chapter 36



‘Domani mi sposo’ realizza Arianna. 
‘Domani ti sposi’ ripeto. 
‘Mi sposo davvero. Nel senso che ci sarà un prete, uno sposo vestito bene e mia madre. Oh, mia madre… Non voglio nemmeno pensare a mia madre. E indosserò questo vestito. E’ un vestito bellissimo, vero?’ mi chiede Arianna accarezzando la preziosa stoffa del suo abito da sposa. Una cascata di seta shantung a doppio filo, di un candido avorio, sulla quale sono state applicate a mano delle piccole foglie di chiffon che ondeggiano placide. La schiena, completamente nuda, è attraversata da due sottilissime bretelle in raso del colore del miglior spumante italiano, che riprende il tono del fiocco che cinge la vita dell’ abito. Lo strascico si dipana ampio per metri. Si possono sentire il ticchettio delle macchine da cucire e i commenti delle quaranta sarte che hanno lavorato a questo pezzo d’ arte. Le dita che infilavano minuziosamente gli aghi, punte in milioni di parti, hanno dato vita al pezzo di carta disegnato da Armani. Migliaia di fili hanno incastrato perle e cristalli alla stoffa pregiata per far si che diventasse realtà. 

martedì 22 maggio 2012

11 domande per te, posson bastare?? NO.

Io sono pessima. Mi riprometto di fare al più presto i ringraziamenti dovuti a chi è stato tanto gentile da dedicarmi un premio. Giuro di rispondere alle domande, di inviare fotografie, di parlare di questo o quello ma sono una distratta cronica. Ho la memoria di un canarino anziano e i riflessi di un' ottantenne. E non una arzilla. 
Raccolgo tutti i ringraziamenti e le mie risposte in questo unico post, così da poter fare il punto della situazione!!! 

In primis ringrazio  per gli innumerevoli premi e tag assegnati a questo blog:
Lucia di Cosmetics e Reviews
Claudia di Piccolo Spazio Vitale 
TheMorgana1985 di MAKEmeUP
Giulia di Diario di un' ex stacanovista

Ho dimenticato di ringraziare qualcuno? Se è così, fatemelo notare che vi aggiungo immediatamente. 
Cercherò di rispondere a tutte le domande fattemi. In ordine sparso perché io, non solo sono confusa, ma faccio confusione!! Chiedo perdono, in anticipo.

lunedì 21 maggio 2012

Giardini di Babilonia: un nuovo modo di dire Borse.




Impaziente ho tagliato il nastro adesivo. Ho tirato fuori la scatola marrone, adornata da un delicato fiocco di raso verde scuro. Ho strappato delicatamente la carta velina protettiva con la bramosia della scoperta. Sapevo già cosa vi fosse dentro quella scatola ma la scoperta è stata piacevole, comunque inaspettata. Il colore è il giallo di Napoli, acceso, dello stesso colore dei raggi del sole che baciano il mare.
Sapete di cosa sto parlando? Del sogno di Luigi e Salvatore Izzo che si realizza.

45 giorni a Vogue #Chapter 35




‘Sei proprio sicura di quello che stai facendo?’ mi chiede Arianna. 

Il nostro appartamento sembra il set di un film dell’ orrore ambientato nella redazione di un giornale di moda. Ogni angolo della casa è sommerso da scatole e pacchi. Chilometri di nastro adesivo sono stati usati per imballare, letteralmente, la nostra vita. Valigie piene di vestiti e scatole di scarpe piene di ricordi ammassati raccontano gli ultimi otto anni. 
‘In realtà, no’ ammetto a malincuore. 
‘E allora perché lo fai?’

domenica 20 maggio 2012

Proposte indecenti ed elogi compiacenti.


Io non sono Chiara Ferragni e quindi a me nessuno regala la Nightingale di Givenchy solo per poterle fare una foto e metterla sul blog. Col cazzo. Nemmeno il mio fidanzato, comunque, me la vuole regalare quindi...
Ma, nel mio piccolo, anche io ho avuto delle emezing proposte di super collaborazioni. Una in particolare mi ha scioccata e non poco. 

giovedì 17 maggio 2012

Le scarpe bianche.

Questa mattina ho allietato la mia anima (un pò meno il portafogli di Madre, ma l' idea è stata sua) in un enorme negozio di scarpe. Uno grande grande grande, per intenderci. Madre sosteneva di necessitare di sandali per affrontare la calura estiva e così mi ha portato con se. Sono entrata con la ferma convinzione di NON comprare nulla. Non un misero paio di ballerine nè delle colorate ciabattine per il mare. Nulla. Non mi servivano scarpe nuove. NON mi servivano. 
Ed effettivamente, dannata figlia del consumismo, non mi servivano affatto. Ma, si sa, mica alle donne servono davvero le scarpe. Le scarpe sono delle amiche con le quali è bello gingillarsi di tanto in tanto. Le scarpe sono accessori che non sono utili ma servono all' anima; allo spirito; al cuore. Servono a sentirsi importanti, lo diceva Marilyn: 'Date ad una donna il giusto paio di scarpe e lei conquisterà il mondo'.
E così ne ho prese due paia. DUE. Porca Troia.
(Ho preso un paio di zeppe di camoscio grigio scuro e un paio di sandali blu elettrico!!)
Non è colpa mia! Madre ne ha comprate quattro paia, con dei geni come i suoi nel mio corredo cromosomico, come potevo uscire dal negozio a mani vuote? Per giunta non pagavo nemmeno io...

mercoledì 16 maggio 2012

Another Season Finale.



Questo è il periodo dell' anno che maggiormente mi infastidisce. Il periodo delle Season Finale dei taaaaanti telefilm che seguo. E quando dico taaaaanti, intendo proprio tanti tanti tanti.
Quando finiscono le mie serie tv preferite io mi annoio.
Dio, se mi annoio.
Allora mi viene in mente di iniziarne altre ma, seriously, non posso iniziarne altre o comincerò a non distinguerli più. Inizierò a vedere vampiri nei corridoi del Seattle Grey' s e casalinghe disperate che si aggirano per le stradine di Bluebell, Alabama.
Molto probabilmente in questo post ci saranno degli Spoiler, non lo so con certezza, quindi se non avete ancora visto tutte le puntate di tutte le serie forse è meglio che non lo leggete. Se le avete viste e avete bisogno, come me, di parlarne in attesa della prossima stagione, allora siete nel posto giusto. 

martedì 15 maggio 2012

45 giorni a Vogue #Chapter 34



‘Non sono andato via perché volevo. Non ho chiamato Enrico per un amore fraterno magicamente rinato’ dice Davide. 
E’ di spalle. L’ acqua gli bagna il corpo a metà. Le braccia possenti si tengono al bordo della piscina e ne disegnano il profilo. Le dita, lunghe ed affusolate, leggere come quelle di un pianista, tamburellano nervosamente sulla pietra lucida. Il sole del crepuscolo gli schiarisce i capelli e sfuma i suoi contorni.
‘E allora perché?’ gli chiedo. 
E’ la prima volta che ci troviamo completamente soli da quando è successo. Enrico ha deciso di sfruttare gli ultimi momenti di luce di questa giornata per fotografare una scogliera non lontana da qui, mentre il sole abbandona il cielo.

mercoledì 9 maggio 2012

Metti una sera al Met...


Se nella moda conti almeno un piffero il sette di maggio del duemiladodici eri al Metropolitan Museum di New York City. Se nella moda conti quanto il due di bastoni quando la briscola è a oro allora eri a casa a scaccolarti davanti l' ultima puntata di Revenge. Come la sottoscritta, appunto. Solo che io non mi scaccolo mentre vedo i telefilm che non lo trovo igenico. 
Guardando le foto del red carpet dell' evento che viene considerato di portata pari agli Oscar per la California, mi sono sorte alcune questioni di non poca importanza. Spero possiate aiutarmi a fare luce su questi dubbi amletici che mi attanagliano. 

venerdì 4 maggio 2012

45 giorni a Vogue #Chapter 33



'Sai che muovi le orecchie mentre dormi?' mi chiede Enrico.
'Muovo le orecchie? Ma cosa dici...' gli rispondo. Il sole è sorto da qualche ora, ormai, ed io sono ancora a letto con l' intenzione di rimanerci il più possibile.

mercoledì 2 maggio 2012

Situazione sentimentale cambiasi.



Mario Rossi è passato da 'Fidanzato Ufficialmente' a 'Single' 


Questo è il primo passo da compiere dopo la rottura: aggiornare la situazione sentimentale sul social network per eccellenza. Si susseguiranno una serie di commenti di persone più o meno interessate; più o meno li solo per fare cortile; più o meno dispiaciute; più o meno finte.

martedì 1 maggio 2012

Dublino.

Come ben sapete sono stata in Irlanda. A Dublino, precisamente, con una piccola perentesi nella penisoletta di Howth. Di Londra e del suo fascino tutto british ed educato mi ero profondamente innamorata e, quindi, nutrivo forti speranze anche nei confronti di Dublino che, vi dico subito, non sono state disattese. 
A differenza della capitale britannica, Dublino è a misura d' uomo. Un piccolo centro tipicamente inglese dove c'è tutto ma a portata di mano. O di piedi, se sei un turista. I mattoncini rossi, il fiume che divide in due la città, le case basse e i pub in fila, le strade lastricate e gli autobus a due piani che spuntano da ogni parte... non c'è nulla che non ve ne farà innamorare subito.