martedì 31 gennaio 2012

45 giorni a Vogue #Chapter 25



“E quindi quando pensi di tornare in Italia, Filippa?” chiede mia madre spazientita per la centesima volta. 
“Mamma non lo so ancora. Oggi pomeriggio riuscirò a darti notizie più certe”. Le mie risposte sono vaghe da due settimane a questa parte. Le ho detto che mi hanno chiesto di seguire un evento importante in città ma, in realtà, aspetto solo il via libera del dottor Clarckson che dovrei incontrare tra poche ore. 
“Filippa, fino a prova contraria, anche a New York è il 23 dicembre. E di solito si è a casa, con la propria famiglia, alla vigilia della vigilia di Natale” ribatte piccata mia madre. 
“Farò il possibile per rientrare in tempo. Mamma sai quanto è importante per me quello che sto facendo” mi giustifico. Odio mentirle. In maniera così spudorata, intendo. 
“Qui sono le sette del pomeriggio. Prima di andare a dormire ti chiamo un’ altra volta e ti auguro che per quell’ ora tu sia in grado di darmi l’ orario del tuo volo di rientro signorina” 
“Lo spero anche io. A dopo”.

lunedì 30 gennaio 2012

Ma tu ti vuoi sposare davvero?


E' credenza comune che la donna media ha come obbiettivo primario, durante la vita, di sposarsi. Accasarsi, essere ingravidate, mettere al mondo nani gementi e piangenti, prendersi cura di un uomo per tutta la vita... Ce l' hanno inculcato fin dalla prima infanzia; insomma, quante favole Disney conoscete che non sono finite con un vestito bianco e un candito velo di tulle lungo chilometri? E quanti dei film, quelle commediole romantiche che ci piacciono tanto, non hanno almeno un vestito bianco e una proposta di matrimonio con tanto di brillocco di Tiffany e uomo inginocchiato con gli occhi a forma di cuore? E, badate bene, io mi commuovo  sempre. Ogni santa volta.

venerdì 27 gennaio 2012

45 giorni a Vogue #Chapter 24


"Non credi che dovresti chiamare tuo padre? Dirgli che sei qui? E' passata quasi una settimana da quando sei arrivato a New York e lui abita a sole tre ore di macchina" chiedo con nonchalance ad Enrico. E' seduto di fianco a me, le gambe dritte e accavallate, i piedi poggiati sulle sbarre di ferro del mio letto d' ospedale. Ha in mano un settimanale americano, People, vecchio di mesi; in copertina c'è Britney Spears con la biancheria intima in bella mostra. E' totalmente assorto. Sembra che stia leggendo chissà quale segreto di stato.
"Mmm mmm" esce dalla sua bocca. Non alza nemmeno gli occhi dal giornale. I grossi occhiali dalla montatura tartarugata gli scivolano lentamente sul naso. Con un gesto deciso li riporta al loro posto e ritorna assorto alla lettura ed ai suoi pensieri.

giovedì 26 gennaio 2012

Oggi così.



Un sorriso perfetto.
Una scarpa col tacco, un diamante brillante.
I capelli color del fuoco, gli occhi color del ghiaccio.
Una donna vestita da uomo. Un uomo vestito da uomo.
Le contraddizioni di donna. I capricci di bambina. 
Le promesse a cui credo. Le promesse che non ho mantenuto. 
Una giacca di seta. Una camicia stirata. 
Le voglie. I sapori. Le gioie. I dolori. 
Un bacio. Una notte. Una luna.
Il tempo sprecato. Le occasioni mancate.
I baci non dati. Le parole taciute. 
Le storie d' amore che scaldano il cuore. La magia che ci fa palpitare. 

martedì 24 gennaio 2012

21 cose di cui sono quasi certa.


Io ho una personalità altalenante. Sono incostante e lunatica. Riesco a cambiare idea su uno stesso argomento anche più volte in un minuto quindi per me stilare una lista delle cose che preferisco è difficile. Ma non impossibile. Ecco perché ho deciso di scrivere questa lista: lo faccio per me stessa. Una sorta di monito che mi possa ricordare che anche io ho dei punti fermi. Si spera.
Ah, chiedete perché sono 21 punti? Beh, 21 è il mio numero preferito...

venerdì 20 gennaio 2012

Volevo scrivere tante cose.

Volevo scrivere un post sulle nuove scarpe presentate da Prada. 
Poi volevo scriverne uno su Benedetta Parodi; avevo anche trovato un titolo fighissimo che però non vi dirò nel caso in cui un giorno mi decida a scriverlo davvero. 
Avevo pensato di scriverne uno sulla chiusura di Megavideo, fatto che mi sta arrecando non pochi momenti di sconforto e crisi. 
Magari ne potevo scrivere uno sulla drammatica situazione in Sicilia: io la benzina l' ho finita e domani mia sorella festeggerà i 18 anni e io non ho ancora comprato un vestito; vedete voi... 
Volevo fare gli auguri a Marco Simoncelli per i suoi 25 anni e a Nostra Signora (Amen) Franca Sozzani per i suoi 62 (portati egregiamente, s' intenda eh...). 
Magari, seguendo l' onda, potevo ravanarvi anche io un pochetto i maroni santi con la moldava che se la faceva con il comandante Schettino mentre la Costa Concordia concodiava con uno scoglio. 
Volevo scrivere un post sul 23° capitolo di 45 giorni a Vogue e dirvi che, secondo me, è il più bello di tutta la storia. Mi sono innamorata di Davide dopo averlo scritto, sicché....
Volevo scrivere un post sui blog che seguo, che sono un' infinità, ma che poi alla fine si riducono sempre ai soliti dieci in tutto. Volevo farlo per ringraziare Giulia (Diario di un' ex stacanovista), Fiona (Il pazzo mondo di Fiona)C. (LoveIs), Es (Just4u make up and style)Lucia (Cosmetics and Reviws) e Gilulia (La Pinta) per i premi che mi hanno assegnato e -sopratutto- per i loro interventi sull' isola di Robilandia. Grazie!
Volevo scrivere un post per segnalarvi la nascita di un utilissimo blog nato dall' idea, dalla costanza, dalla passione e dedizione di Claudia (Piccolo Spazio Vitale) che sarà per voi un faro nella notte nei meandri dello Shopping OnLine! Trovate il blog QUI. Mi spiace per i vostri portafogli.... 
Volevo raccontarvi della gallina che ho trovato nel viale di casa mia e che ora è parte integrante della famiglia. Ha deciso di rimanere con noi e non riusciamo proprio a capire da dove venga... 


In definitiva, potevo scrivere un sacco di cose su un sacco di cose... 
Non è detto che non lo farò, solo non adesso. 

Robi 

mercoledì 18 gennaio 2012

45 giorni a Vogue #Chapter 23



Filippa riposa. Sembra beata, persa in un sonno profondo che da l' impressione di non essere scalfito da quello che è appena successo. Un piccolo taglio le percorre l’ arco di pelle sopra il sopracciglio destro. Punti di carta le tengono insieme i due lembi di pelle come mani strette in un abbraccio. Non sembra che senta dolore. I muscoli del suo volto sono distesi, placidi come se ondeggiassero in un mare di pace. Il suo respiro è regolare. Il suo petto si alza e si abbassa ritmicamente assecondando i bip della macchina che le prende la pressione costantemente. Il vestitino di carta bianca immacolato le copre il corpo magro. Le braccia sono stese lungo i fianchi stretti. Il braccialetto di diamanti che ha al polso luccica. Sono le uniche cose che indossa: un braccialetto di diamanti e un vestitino di carta d’ ospedale.

martedì 17 gennaio 2012

Jennifer, will u marry me?

E' vero, forse non sarò un ballerino professionista di 24 anni, non avrò i pettorali scolpiti completamente depilati e mi mancheranno certi attributi ma posso essere una brava fidanzata. Credimi, posso dare amore. Posso volere bene ai tuoi figli come fossero miei anche se il maschio un tantino mi inquieta essendo la copia in miniatura di Marc Anthony e la femmina avrà bisogno di così tante sedute dal chirurgo plastico che perfino tu stenterai a riconoscerla prima di poterla guardare meglio.
Non preoccuparti per il conto al ristorante; con una paghetta da 10,000 dollari la settimana io ti ci porto tutte le sere al ristorante. Basta che non mi porti a mangiare il sushi che proprio mi fa impressione. E magari una sera cucino pure, avanti, che voglio essere generosa.
E ti prometto di vestirmi sempre in ordine. Magari andiamo insieme da Chanel e ci diamo i consigli che lo sai che i maschi non sono bravi in queste cose. Che vuoi che ne sappia Casper Smart delle nuove scarpe di Ferragamo o del nuovo rossetto di Burberry super idratante. Pensaci Jennifer che domani, quando la tua mascella cadente sarà incollata come quella di Joan Rivers e sfiderà ogni sorta di gravità e forza allora si che apprezzerai una come me. Io ti porterò dal miglior chirurgo (insieme a quella brutta bellissima bambina che hai partorito) e ti farò levigare tutta che nemmeno un mastro vetraio all' isola di Murano! 
Saremo felici come una famiglia del Mulino Bianco. Dalla a me questa paghetta che vedi come con 540 mila dollari annui sfidiamo la crisi. Glielo facciamo vedere a Monti come si fa girare l' economia e, magari, ci portiamo pure la sua di figlia dal chirurgo plastico che una ritoccatina qui e li non le farebbe mica male. Io sono pronta ad un impegno serio e duraturo, non sono mica una farlocca io! Ti canto pure la canzone di Bruno Mars!
Pensaci Jennifer, e mi fai sapere. Magari lasci un commentino qui sotto così poi io chiamo il mio commercialista e ci mettiamo d' accordo, ok? 

P.S.: Questo è un messaggio ironico in seguito al gossip che vuole che Jennifer Lopez versi al suo toyboy, il 24enne ballerino Casper Smart, una paghetta settimanale di 10,000 dollari perché stanca di dover sempre pagare lei al ristorante e perdere tutto il romanticismo. #That'a Amore


Paghettamente Vostra, Robi.

lunedì 16 gennaio 2012

La miglior campagna pubblicitaria di tutti i tempi. #Dolce&Gabbana



La magia stereotipata di una Sicilia che c'è e non c'è. 
Il profumo di limone e d' arancia in un' estate infinita. 
La terra del sole e del fuoco; dell' acqua e delle tradizioni. 
Una Monica divina, una Bianca eterea. 
I colori vivi che ti lasciano il sapore di salsedine in bocca. 
I pizzi e i broccati. Le stampe a fantasia. I tacchi a spillo. 
Scorci di mare azzurro come il cielo, così uguali che non distingui nemmeno l' orizzonte. 
La Sicilia è magia e Dolce&Gabbana, con queste foto, ne ha esaltato l' essenza. 

L' Italia senza la Sicilia non lascia immagine nello spirito: soltanto qui la chiave di tutto.
(Goethe)

sabato 14 gennaio 2012

Giornalisti VS Blogger SANGUE! SANGUE!

Metto le mani avanti e comincio questo post dicendo già che non so quanto di vero ci sia nella notizia, magari è tutta una bufala tanto per dar visibilità alla prossima settimana della moda a Milano. So solo che sta facendo scalpore; che le blogger (quelle fashion davvero mica quelle come me) stanno preparando un plotone d' esecuzione fatto di lanci di pomodori marci all' uscita delle sfilate e che le giornaliste vogliono fare muro unendosi a braccetto, nei loro abiti firmati, contro gli avventori del blog sistem per bandirli -una volta per tutte- dalle passerelle. Andiamo con ordine. Tutto nasce, come ogni buona notizia che si rispetti, dal passaparola. Un bel giorno la blogger/giornalista Patrizia Finucci Gallo di PFG Style pubblica un post sul suo blog in cui sostiene di aver saputo da una degli addetti ai lavori (mentre mangiava la ribollita, dettagli non di poco conto) che le giornaliste di moda quest' anno hanno detto NO al colesterolo ai Fashion Blogger alle sfilate! "Se invitate loro, restiamo a casa noi" hanno gridato in un coro degno di Mariele Ventre all' Antoniano di Bologna durante lo Zecchino D' Oro. Non so quanto di questo sia vero e quanto frutto di fantasia ma se volete sapere la mia (embè, se no che minchia ci fate qui :D) io non do tutti i torti all' ordine dei giornalisti. Alt, femmi tutti, lasciate che vi dica perché prima di scagliare il vostro pomodoro marcio contro di me. 

venerdì 13 gennaio 2012

45 giorni a Vogue #Chapter 22



Cerco su Google il numero dell’ albergo di Filippa e lo compongo frettolosamente sulla tastiera del cellulare. Filippa non risponde al suo telefono ed inizio ad essere davvero preoccupato: l’ avrò chiamata almeno cento volte nelle ultime sei ore. 
“Buongiorno, cercavo la signorina Filippa Torre. Alloggia da voi!” dico alla voce lontana dall’ altra parte del telefono. Un crescente senso d’ ansia si è impadronito di me. Non sento Filippa da quando è atterrata, quasi ventiquattr’ ore fa. Un misero sms quando ha messo piede in America e poi più nulla. Non è da lei sparire così.

giovedì 12 gennaio 2012

Più sgrasso, più rilasso.

Infila un paio di guanti gialli con l' interno felpato (che fa freddo con le mani a mollo). Inforca quell' aggeggio lungo con le setole. Afferra lo Svelto X5 (l' unico che davvero si può vantare di essere chiamato detersivo per i piatti efficace, #Fidatevi) e mettine qualche goccia sulla spugnetta. L' odore di mela verde ti entra nel naso e continui a chiederti perché dicono che sia alla mela verde: tutte le mele verdi che hai odorato nella tua vita non facevano mica questo odore. Prendi la padella unta di grassi non ben definiti (gli stessi che si sono poggiati come fiocchi di neve sulle tue natiche ma per levarli da li, purtroppo, non basterà lo Svelto X5) e inumidiscila. Poi inizia a strofinare. Senti i nervi che si sciolgono ad ogni passata di spugna? Ti rendi conto che il mondo inizia a diventare un posto migliore in cui vivere nonostante tutto? Io trovo questa pratica rilassante. Lavare i piatti distende tutte le mie terminazioni nervose. Più sgrasso, più rilasso!  Quando Madre da una cena, anche se per poche persone, ha la capacità di sporcare tutte le pentole, le padelle e le posate che possediamo in casa e -credetemi- non sono poche. Lei cucina, io lavo. Le posate mi piacciono meno: non danno soddisfazione. 
E -mentre la spugnetta fa su e giù, accarezzando l' acciaio o la porcellana- nelle orecchie risuona la Play List del momento. La mia mente si svuota assecondando il movimento ritmico, controllando che ogni macchia sia stata tolta per bene, che ogni grasso sia stato lavato via.
Anche pelare le patate o ordinare l' armadio sono degli ottimi svuota-mente ma niente a che vedere con una bella sgrassata di piatti!

Sgrassatamente vostra, R.

mercoledì 11 gennaio 2012

Ho trovato la soluzione.

Ho appena avuto l' illuminazione del secolo. La rivelazione prima che risolleverà le sorti del genere umano. La Fornero, il ministro gemente e piangente per la crisi, e il signor Mario Monti dovrebbero farmi una statua e metterla alle porte di Roma per questa geniale intuizione che sto per svelarvi. Ho trovato la soluzione, non solo alla crisi economica mondiale, ma ad uno dei difetti genetici che ha colpito la maggior parte della popolazione femminile occidentalizzata: la voglia irrefrenabile di shopping. 
Tu donna, sai che parlo di te, ammetti che ciò che sto dicendo è vero. Asserisci, senza vergognarti del tuo DNA, che non riesci ad entrare in un negozio ed uscire a mani vuote. Di senza timore che non riesci a tenere il portafogli nella borsa per più di due minuti dopo essere entrata in un centro commerciale. Non avere vergogna di questa tua debolezza: è genetico. Non è mica colpa tua: è una questione genetica. E' colpa della natura, della biologia! E' nel DNA di ogni donna, di ogni essere vagina munita. Ecco perché gli uomini certe cose non le possono capire: non hanno il gene dello shopping! E' semplice...
Ed ecco qual è la soluzione che propongo. Ad ogni femmina, nel momento in cui viene al mondo, dev' essere allegata al certificato di nascita una carta di credito illimitata da usare a suo piacimento fin da quando è bambina. Pensate a come girerebbe l' economia se ogni donna potesse esaudire ogni suo desiderio a forma di borse o scarpe? Pensate a quanti sorrisi? Pensate a quanti cappottini con gli alamari che potremmo comprare?? Non ci sarebbero più donne depresse o mercati in ribasso. Non vedrete più donne sciatte agli angoli della strada ne uomini disperati per il conto in banca in rosso a causa della moglie. E' questa l' unica strada per ovviare al difetto genetico che Madre Natura ci ha afflitto senza possibilità di rimedio.
E' inutile continuare a negare l' evidenza, caro il mio Signor Mario Monti, è questa l' unica soluzione per la crisi economica e non tutte quelle fregnaccie piene di paroloni che vogliono solo incularci tutti che blateri da quando sei diventato premier per chissà quale grazia del cielo (io, di certo, uno che è il presidente dell' università dalla quale sono usciti soggetti come Nina Senicar, Leo Bongiorno, Sara Tommasi e Chiara Ferragni non lo volevo a rappresentarmi. Al massimo gli facevo aprire un fashion blog! E pensare che mia sorella medita di iscriversi li... Benedetta gioventù... E se poi diventa come Sara Tommasi?? Non ci voglio nemmeno pensare, Sant' Iddio!).
Bah... se oltre la carta di credito il Buon Signore ci desse anche la possibilità di mangiare come se non ci fosse un domani senza prendere nemmeno un etto allora si che potremmo affermare di aver trovato il Paradiso.
Ahhh... Quanto è difficile essere Donna!

Soluzionamente vostra, R.

martedì 10 gennaio 2012

Se vedo un ALAMARO non ragiono!


Avevo promesso a me stessa che avrei aspettato la fine del mese per concedermi il secondo round di saldi di fine stagione. Avevo fatto man bassa di accessori e quindi era giusto far riposare il mio portafogli prima di riaprirlo per dar libero sfogo alla mia voglia di cappottini e camicie a fantasia. L' avevo promesso a me stessa ma ho disobbedito. Che angoscia non essere fedeli nemmeno alla parola data a se stessi. Io lo dico sempre che sono un caso clinico; che gli psichiatri di mezzo mondo dovrebbero mettersi in fila alla mia porta per studiare il mio cervello! Io volevo davvero mantenere fede alla mia promessa ma poi ho visto gli alamari e non ho capito più nulla. Sentivo solo una voce pedante e prepotente che mi diceva di provare quel delizioso cappottino grigio con gli alamari neri. E quando l' ho messo addosso... Beh.... Dovevo averlo!
Ho afferrato il cartellino e... No! Dannazione! Il cartellino è bianco, non c'è saldo?? E' nella parete dei saldi, possibile che sia a prezzo pieno?? Controllo gli altri sullo stand e sono tutti in saldo! Tutti in saldo tranne la mia misura, come diavolo è possibile?? Manteniamo la calma, urge una commessa!
"No, signorina, non si preoccupi. E' in saldo anche quello. Sarà che il cartellino con il prezzo saldato è caduto, viene 29 euro, è scontato del 40%!" 
Potevo lasciarlo li? Il mio cappottino grigio scampanato con il cappuccio e gli alamari? No, of course!
Mi cospargo il capo di cenere perché ne ho preso anche un altro modello Ispettore Gadget color antracite ma era scontato del 50% e mi stava una meraviglia!
Però adesso, davvero davvero davvero, BASTA!
Il mio prossimo acquisto in saldo sarà il mese prossimo! 

Alamaramente vostra, Robi

P.S.: Avete visto che brutto incidente ha avuto Filippa?? Porella... Ora voglio vedere come gliela spiega ad Enrico la bricconata che ha fatto! :D


lunedì 9 gennaio 2012

45 giorni a Vogue #Chapter 21



Sulle note di questa meravigliosa canzone... Enjoy it!

"Dammi la valigia, ho la macchina qui fuori" dice Davide ridacchiando. 
"Che diavolo ci fai qui?" chiedo. Non riesco ancora a credere di averlo davanti. 
"Avevo degli affari da sbrigare in città, ho fatto in modo di far coincidere le due cose. Mio padre ed Ina verranno qui per Natale e io rimarrò fino all' anno nuovo" 
"Come è strano e beffardo il destino, non è vero?" chiedo sarcastica, "Enrico non sarà felice di saperti qui" 
"Chi ha detto che deve saperlo?" chiede fiero. Ho come la sensazione che ci goda nel mettermi in imbarazzo. Metto il broncio e non mi muovo quando mi invita a seguirlo fuori dall' aeroporto. Si gira e mi concede un sorriso. Mi sembra quasi di vedere Enrico: la somiglianza delle loro espressioni è impressionante. "Scherzo! Andiamo, a meno che non vuoi rimanere qui e cercarti un taxi il giorno del Black Friday". Davide si gira e continua a camminare. Lo seguo.

sabato 7 gennaio 2012

L' amore ai tempi di #Youtube



Apparentemente posso sembrare cinica. Posso apparire fredda e senza cuore. Una spietata disillusa nell' era di internet e del Blackberry rovente. Sono una calcolatrice, io. Una di quelle che misura le parole e gli sguardi; che dosa la confidenza non tanto per paura quanto per noia. Ma quando assisto a certe scene il mio cuore si scioglie come burro su una fetta di pane appena tostato. Come non si può non commuoversi quando l' amore struggente e divoratore di anime si presenta ai nostri occhi sotto forma di video su youtube. Basta scrivere lettere, basta accontentarsi di missive o di miseri sms: è arrivato il momento di metterci la faccia. Di culo.
Ah cosa ci può far fare l' amore. Quali limiti è capace di farci oltrepassare. Quali umiliazioni è disposto ad infliggerci! Ma del resto questo è internet; questa è la libertà. Che non si dica poi che sbaglio quando prego Iddio di farmi risvegliare in un altro secolo. Magari agli inizi del '900. Dove non c' erano disadattati che inquinavano la rete con tragici video che voglio prendere per comici perché non accetto, utopicamente, il degrado dei miei coetanei, di coloro che -come me- saranno la guida futura dei miei figli.
Massimo, io posso ben comprendere le ragioni del tuo allontanamento (tanto quanto non capisco -se mai sia successo- le motivazioni che ti hanno spinto ad avvicinarti al soggetto in questione). E, Caterina, torna.... Fallo per il popolo della rete; fallo per Christian. E, no, non Dior e nemmeno Lacroix...
L' unica cosa che mi chiedo è ancora una: perché??? 

Innamoratamente vostra, Robi.

venerdì 6 gennaio 2012

Che non si dica di me che non faccio girare l' economia #Saldi


E' cosa certa e sperimentata che la parola 'Saldi' provoca in me un istinto primordiale che mi spinge ad aprire il portafogli senza star li a fare i calcoli, non quanto faccio di solito, comunque. 

mercoledì 4 gennaio 2012

E' nata una Stella.

La boutique di Stella McCarteney, a Milano, si trova esattamente a metà strada tra quella di Celine e quella di Balenciaga. Io a Milano ero arrivata decisa che questo sarebbe stato l' anno della Balenciaga; dopo anni ed anni di tentennamenti e un' occasione mancata di prenderla a metà prezzo ero decisa: nulla mi avrebbe più separato da lei. Avevo deciso che non mi importava della crisi; avevo ignorato le suppliche del mio salvadanaio che mi implorava di conservare questi soldi per qualcos' altro. Sono entrata in boutique, in via Sant' Andrea, e sono salita al piano di sopra. L' ho presa in mano, la City color antracite, e l' ho dondolata per qualche istante. La guardavo e più lo facevo più il dubbio che ci fosse qualcosa che non andasse si insinuava nella mia testa. Aleggiava su di noi quella strana sensazione che si avverte quando entra in una stanza una coppia che non è fatta per stare insieme. 
Il mio fidanzato, di contro, voleva che prendessi quella di Celine. Quella che sta andando di moda in questo momento. In tortora, precisamente. Mi diceva di metterla al braccio e fissare il suo riflesso nello specchio. Io la guardavo, era bella e non lo nego, ma non c' erano segni. Non avevo le farfalle nello stomaco. 
Poi, per caso, sono entrata da Stella McCarteney. Un' intera parete coperta di Falabella in stampa pitone dai colori fluo, shocking, accesi, allegri, faceva capolino davanti una scalinata. 
'Posso vederla in grigio?' ho domandato. 
E' bastato uno sguardo. Il tintinnio delle catene era quasi angelico. Il mio cuore ha cominciato a battere più forte. L' avevo capito subito che era Lei quella giusta. Era chiaro, ormai, che nessun' altra avrebbe retto il confronto. E mentre il mio fidanzato mi spingeva per tornare da Celine io non riuscivo a staccarmi da quella Falabella. 
'Lo sa che è completamente fatta di velluto e cotone pettinato? Stella McCarteney è vegana e nessuna delle sue creazioni prevede l' omicidio! Queste che sembrano in pitone sono stampate con una speciale tecnica al laser' dice il commesso, tale Andres, accarezzandola. Per il solo manico di una borsa di Balenciaga ci vuole un agnellino. Non che io sia un' animalista sfegatata ma quella è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso: non c' era bisogno di aggiungere altro. Avevo gli occhi a forma di cuore e palpitavo ma il mio fidanzato ha fatto il difficile: preferiva spendere il doppio per quella di Celine piuttosto che prendere 'quella porcheria incatenata' (Cit. testuale). E' stata una lotta dura ma alla fine l' abbiamo scampata: siamo tornate a casa insieme. Eravamo io, lei e il mio fidanzato con 685 euro meno. 
Ieri sera si è sfiorata la tragedia: un pezzettino di pizza è caduto su Stellina, il nome della mia Falabella, creando una medaglia più scura sul tessuto metallizzato. Dopo dieci minuti è sparita. Non so se è stato Paul McCartney a vegliare su di lei (dato che dicono che sia morto e che quello che gira spacciandosi per lui sia solo un rimpiazzo) fatto sta che è tornata come nuova. Da sola. 

Falabellamente vostra, R.