giovedì 22 luglio 2010

Anna Wintour: Il Diavolo NON veste italiano.


Si vocifera che Lauren Weinsberger (mia amatissima) abbia scritto Il Diavolo veste Prada dopo aver lavorato per Anna Wintour ed essere stata sua assistente proprio come la protagonista del suo romanzo.
Ovviamente la Wintour è un’ istituzione nel panorama della moda ad alto costo per il ruolo che svolge e per la posizione che occupa. Dicono che Vogue sia la Bibbia della moda quindi è giusto considerarne la Wintour il padreterno?
Indubbiamente ha dei meriti e chi è appassionato di moda vede il poter lavorare a Vogue come la Città di Smeraldo ma non è forse ora di frenare quello che è più uno stereotipo che altro? Mi spiego. Questa mattina ho googlato Anna Wintour e ho aperto la pagina Wikipedia che la riguardava e sono rimasta allibita. Ha preteso (e ottenuto per Dio) di riddure i giorni dedicati alla settimana della moda italiana da sette a cinque e poi a tre per non doversi trattenere troppo a Milano. Predilige gli stilisti americani pur essendo inglese e dando come unico vanto della nostra amata penisola la signora Miuccia Prada. E la cosa che mi fa più rabbrividire è che solo lo stilista italiano Roberto Cavalli ha criticato questa sua pretesa. Tutti gli altri se la sono contesa come un premio raro ottenendo accavallamenti di orari e confusione.
E’ riuscita ad impedire che venisse concessa la licenza di vendere alcolici ad un nuovo ristorante giamaicano che doveva aprire nel suo quartiere solo perché il locale avrebbe portato scompiglio e confusione nel cortile adiacente al suo giardino.
Può davvero una donna fare tutto questo? E’ davvero così grande il suo potere?
Ma la cosa che mi chiedo è se io ho davvero la necessità di chiedere ad una donna classe 1949 cosa indossare la prossima stagione? La moda è passeggera, è istantanea, non hai il tempo di conoscerne un aspetto che quello è già passato e a mio modestissimo parere lei e i suoi completi di Chanel ormai hanno fatto la storia. Voglio la pelle liscia e piena, voglio i blogger e i giovani in prima fila alle sfilate. Non voglio scheletri in copertina. Voglio i jeans, voglio i capelli morbidi e soprattutto voglio guardare negli occhi chi pretende di decidere cosa è giusto che si indossi e cosa no.

AnnaWintouramente vostra, R.




mercoledì 21 luglio 2010

Sporty Spice Style?



Sono o non sono favolose?
Girovagando per la rete ho trovato queste due paia di snikers meravigliose e molto particolari.
Le prime, qui sopra, Nike, riportano la femminilità fatta cartone animato: Minnie.
Le seconde, All Stars Converse, raffigurano nientepopòdimeno che Edward e Bella ( non mi dilungo su quanto mi piaccia la saga, quanto mi piacciano loro e bla bla bla).
Devo assolutamente averle. La mia migliore amica Susanna può confermarvi che l' idea del "vivere in tuta" quest' inverno mi era balenata in testa più di una volta solo che alla fine dei nostri giri di shopping tornavo a casa con l' ennesimo paio di jeans e addio sogno di diventare Sporty Spice. Ma vedendo queste meraviglie come posso non desiderarle?
Adoro l' idea della tuta abinata ad una bella borsa elegante, classica come il mitico bauletto di Vuitton o la Chanel 2.55. Voi che ne pensate?

Sportivamente vostra, R.

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martedì 20 luglio 2010

Aspettando le vacanze.


00.40 Così dice l' orologio qui in basso. Dovrei essere già a letto ma con questo caldo non ce la faccio nemmeno ad alzarmi e trascinarmi sul materasso.
Serata tranquilla, piacevole, in compagnia di fidanzato (1), sorelle (2), cugino (1), tra panini in mezzo alla strada e gelati in mezzo alla piazza.
Le vacanze sono quasi arrivate e non vedo l' ora di calarmi nel panni di una novella Becky Brandon (nata Bloomwood) alla conquista di Londra passando ovviamente per le ormai familiari insenature della Costa Azzurra tra Menton, Nizza e Monte-Carlo, o Chuck-Mountain come preferisce mia sorella Regina autrice della foto qui accanto.
Splendida notte a tutti e sogni d' oro.
Vacanzamente vostra, R.

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domenica 18 luglio 2010

I calzini di David Letterman.

Tutte le sere alle 20 su Sky Uno per me il David Letterman show è diventato un appuntamento fisso. Oggi, facendo zapping all' ora di pranzo, ho beccato la puntata in cui era ospite Jonny Deep ( che personalmente ho trovato invecchiato e inbruttito.. di brutto).
La cosa che però mi colpisce di più di questo show, che da buona newyorkese mancata adoro, sono i calzini del conduttore ( a parte la sua straordinaria risata contagiosa ), David Letterman appunto.
Ogni puntata sfoggia eleganti mise che saranno pure di buona qualità abbinando i CALZINI DI SPUGNA BIANCA.
Ok, io ammetto di essere un tantinello puntigliosa e fissata sui particolari ma quei calzini ( che tra l' altro lui mostra con orgoglio esibendoli al lato della scrivania dove è seduto ) sono davvero davvero davvero inguardabili. Può un uomo che va in diretta tutte le sere nella città del glamour, del lusso, dei sogni e dell' eleganza mostrare quei calzini di spugna sotto il vestito?
David, usa quei calzini con un paio di pantaloncini per portare i tuoi nipoti a Central Park ma lasciali a casa quando sei dietro a quella scrivania.

Calzinamente vostra, R.

sabato 17 luglio 2010

Caldo.

L' unica cosa che mi fa tirare avanti in queste giornate di afa assoluta e indifferente alle nostre sofferenze è un telecomando. Quello del condizionatore. Buon bagno... di sudore a tutti.
R's.

martedì 6 luglio 2010

Il potere di una Birkin.


Cazzo, Bette, proprio non sai di cosa stiamo parlando, vero? Non pensavo esistesse ancora qualcuno che non è sulla lista di quelli che desiderano una Birkin. Se ti iscrivi subito forse, ma solo forse, riuscirai a scovarne una per regalarla a tua figlia.

A mia figlia? Ventimila dollari per una borsa? Ma tu sei matta.

Non capisci. Non è una borsa. E' uno stile di vita. E' un messaggio. Riassume chi sei. E' una ragione di vita.

Il suo tono melodrammatico mi fece ridere. Si tirò su di scatto.
C'è una mia amica che è entrata in depressione quando sua nonna è morta e il suo ragazzo l' ha mollata dopo tre anni che stavano insieme. Non mangiava. Non dormiva, non si alzava dal letto. Si è fatta licenziare perchè non si presentava più a lavoro. Occhiaie da paura. Non voleva vedere nessuno. Non rispondeva mai al telefono. Quando sono passata a trovarla a casa, dopo mesi, mi ha confidato che stava considerando l' idea del suicidio.

Che cosa terribile
dissi ancora scombussolata dal rapido cambiamento di argomento.
Gia, terribile. E sai cosa l' ha salvata? Andando a casa sua mi ero fermata al negozio Hermès per farmi aggiornare, chissà, magari... E sai cosa? Quando sono arrivata a casa sua le ho potuto dire che mancavano solo diciotto mesi alla sua Birkin. Capisci? Diciotto mesi!

E lei cosa ha detto?

Cosa vuoi che abbia detto? Era al settimo cielo. Erano passati cinque anni da quando si era informata l' ultima volta. Si è fiondata nella doccia e ha accettato di uscire a pranzo con me. Tutto questo è successo sei mesi fa. Ha recuperato il lavoro e adesso ha un nuovo ragazzo. Quella Birkin le ha dato una ragione per vivere. Non ti puoi suicidare quando sei così vicina al traguardo. Non puoi e basta.

A quel punto toccò a me scrutarla per capire se stesse scherzando. No, non stava scherzando. Anzi, il racconto sembravava averla riempita di beatitudine, quasi avesse ridato anche a lei la voglia di vivere.
La ringraziai per avermi illuminata sul potere della Birkin.

(Dal libro "Al diavolo piace dolce" della strepitosa Lauren Weisberger)