lunedì 29 giugno 2015

Perché ne vale la pena. #DiarioDiUnaPanza



Secondo l' app, mancano 25 giorni alla nascita della Pupina. Io mi sono lamentata un sacco perché, diciamocelo, la gravidanza non è quel periodo tutto rosa, gridolini ed occhi a cuore che vogliono farci credere. Anzi... Difatti, quando ho cominciato a scrivere il post, l' idea era quella di elencare tutta una serie di disturbi psico-fisici che accompagnano questi nove mesi. Poi la Pupina ha mostrato il suo dissenso e allora abbandoniamoci ad un po' di rosa, gridolini e occhi a cuore. 

Cose per cui ne vale la pena:

-Imparare ad amare. 
E' erroneo dire che sappiamo cosa è l' amore puro fino a che non ci innamoriamo di qualcuno che, fisicamente, non esiste. Immaginate un rapporto in cui sei la sola a parlare e in cambio ricevi calci agli intestini; un rapporto in cui sei tu che ingrassi, che piangi, che cammini come un papero per il bene di qualcun altro. Immaginate di pregare Dio la notte affinché quei 50 cm di personcina sia sana e forte anche a discapito di voi stessi. Immaginate di poter dare la vita, ma davvero, per qualcuno che non avete mai guardato negli occhi.
A parole è difficile spiegare il cambiamento che si avverte non appena il test diventa positivo. L' istinto di protezione che vi porta a mettere una mano sulla pancia se siete in macchina o al sole o in mezzo alla confusione per proteggere vostro figlio.
La frase che le nostre mamme ci hanno ripetuto da sempre 'Quando sarai madre capirai...' è quanto di più vero esista. E il bello è che diventi madre ancora prima di sfornarlo. Assurdo. Bellissimo. 

-Due cuori e una capanna.
O un corpo, in questo caso. Lo immaginate, più o meno, per tre quattro settimane poi si trasforma in un ritmo costante e preciso che esce da un televisore in bianco e nero. Quel momento vi rimarrà dentro per sempre. E' emozionante e spaventoso allo stesso tempo. Vi mette addosso gioia e responsabilità: adesso quel cuoricino dipende da voi. Per quanto razionalmente cerchiate di accettarlo è troppo assurdo avere un altro cuore nelle viscere.

-Il primo calcio.
A me è successo di sentire la Pupina intorno alla 19° settimana. Ero stesa sul divano e lei mi ha fatto Ciao Mamma. Con una capocciata o con un calcio o con un gomitino, non lo so. Ma mi ha detto 'Io ci sono. E' tutto ok, stai facendo un buon lavoro!'. Ed è stato pazzesco. Le ho poggiato una mano sopra e lei ha risposto. Uno scricciolo da mezzo chilo che riesce a rassicurarmi più di tutte le belle parole del mondo. Anche questo è troppo assurdo per accettarlo razionalmente: puoi solo sorridere come una scema.

-La preparazione della valigia. 
Immaginate di prenotare il viaggio più bello della vostra vita e di dover aspettare circa 280 giorni prima di compierlo. I giorni sembrano non passare mai e voi accumulate body e tutine. I mesi invece poi vanno avanti veloci e, a venti giorni dal parto, sei li, sommersa dalle bustine dell' Ikea etichettate per giorni a chiederti se hai fatto tutto per bene; a confrontarti con chi ci sta passando o con chi ci è già passato. Perché quella è la valigia che farà di te una Mamma. E' la valigia che farà di voi una famiglia. E' la valigia che ti porterà nel luogo dove conoscerai la persona più importante della tua vita. Ci sta essere un tantino agitati, no? Pensate all' appuntamento al buio più figo di sempre!

-Il cibo. 
Nessuno vi guarderà più male se, mentre siete al cinema, uscite la teglia di lasagna dalla borsa (No, non ci sono ancora arrivata ma non metto limiti). E' un pozzo senza fondo che, tanto, ingrassate lo stesso. Una goduria sopratutto quando dall' interno arrivano segni di apprezzamento.


Quindi, per adesso, fidatevi, ne vale la pena.
Tranquille che gli aspetti negativi ci sono ma oggi vogliamo vedere tutto rosa, gridolini e occhi a cuore. 


Robi e Pupina.


domenica 7 giugno 2015

Non toccate quel neonato. #DiarioDiUnaPanza



La prima cosa che ho pensato nel momento in cui è comparsa la seconda lineetta rosa sul test di gravidanza è stata 'La gente toccherà mio figlio (perché allora era ancora maschio) quando verranno a trovarlo!'. Lo so che è un pensiero innaturale da fare ma è, penso, la prima paura che ho avuto nei confronti di mia figlia.
Io, per carattere, sono una persona estremamente possessiva e questo mio lato un tantino estremista, con la gravidanza si è accentuato tanto da diventare quasi un' ossessione.
E se le toccano le manine e poi lei le mette in bocca?
E se le baciano il faccino?
E se la poggiano sui vestiti impregnati di fumo?
Io detesto che mio marito tocchi il mio dentifricio, immaginate se qualcuno mi tocchi la Pupina.

Al corso pre-parto, poi, l' ostetrica ha avvalorato la mia tesi rendendola ancora più estremista: secondo il suo parere, la neonata famiglia, non dovrebbe ricevere visite per le prime quattro settimane di vita del pargolo. Sia per saldare il legame con il nuovo nato, sia per far si che il piccolo crei un rapporto di fiducia con solo i genitori e i nonni, sia per evitare che venga in contatto con germi e batteri. Ora, è ovvio che questa è una cosa infattibile e anche ai miei occhi folli appare un tantino estremista ma devo ammettere di aver considerato l' idea di chiudermi in un bunker della seconda guerra mondiale solo con la Pupina e Pisolo e vivere come eremiti. E' che vi immaginate la puzza di pannolini? E il caldo ad agosto? 

Durante le ultime 33 settimane ho potuto averla tutta per me. Godermi i suoi calcetti, gli spintoni sulle costole e il singhiozzo che le viene sempre la sera. E' mia e basta. So io quando è sveglia e l' effetto che le fa la cioccolata. So che non le piace quando mi metto seduta o di fianco a letto. Durante la gravidanza non devi dividere tuo figlio con nessuno se non con Dio, a cui affidi questo piccolo miracolo. Ci siete solo voi due e i vostri corpi che crescono all' unisono. Quando esce, immagino, bisogna abituarsi a dividerlo. Come quando sei il cocco di mamma e papà e arriva la sorellina nuova.

E quindi che si fa? Si sclera in silenzio vedendo baci che volano e la Pupina che passa da un braccio all' altro o si ringhia a chiunque si azzardi pure a guardarla?
Come si supera questo inghippo? Io ancora non lo so. Credo semplicemente che ci sia un momento giusto per tutto e i primi istanti debbano essere un' esclusiva della mamma. I baci devono essere solo i suoi, così come le carezze, le annusatine e, si, anche i pannolini sporchi. Ok... Un po' anche del papà.

Robi in preda all' ansia.
Meno 48 giorni (circa).