venerdì 29 giugno 2012

Questo non è il set di Fast and Furios.


Ed io non sono Toretto. 
Si, spiegatelo a quelli che hanno avuto la sfortuna di incrociarmi per strada questa mattina.
Avevo l' appuntamento per il gel alle mani alle nove.
Mia sorella Renata doveva affrontare la prova orale del suo esame di Maturità.
Non me la sarei persa per nulla al mondo.
Credetemi

Mia sorella era la terza e la sua scuola è posizionata al centro esatto di Catania. Avete presente quel punto esatto in cui converge tutto il traffico del mondo? Dell' universo addirittura. Sono sicura che anche le navicelle spaziali e E.T. intasano quelle strade.

Io mi sono sempre chiesta chi fosse il genio che aveva deciso di posizionare una scuola da 
milleseicento iscritti l' anno al centro della città. Genio, proprio. 

mercoledì 20 giugno 2012

Nessuno deve scegliere per me.

Oggi volevo scrivere. Un sacco di cose. Ma tipo, un sacchissimo. Un saccone grande quanto quello di Babbo Natale quando non c'è la crisi e Mario Monti che rompe er cazzo con lo spread, che mica l' ho ancora capito che cosa è. Maledettissima ignoranza.
Volevo scrivervi che mia sorella ha fatto la Maturità. Che poi, maturità en par de ciuffoli. Ministro Profumo, nemmeno la Gelmini sarebbe riuscita a scegliere temi più facili. Nemmeno Chiara Ferragni, che ha studiato (o studia ancora, non so) alla stessa facoltà di Mario Monti.
I giovani e la crisi? Ma che è?
Se ci metteva il tema sulle corna di Emma mi risultava meno scontato, mi creda Profumo. Che poi, che profumo? Io sto usando il Miss Dior Cherie, lei?
Comunque, se volevate saperlo, mia sorella ha scelto questo sulla crisi. Io avrei scelto quello su quanto fa schifo avere vent' anni al giorno d' oggi. Per scriverci cosa, poi... Che si stava meglio quando si stava peggio? E c'è bisogno che ve lo scrivo io? Non c' arrivate da soli? Me cojoni. 
L' ultima cosa, Ministro Profumato che non è altro, la mia amica Sofia chiede se gentilmente potreste darle uno schifo di stipendio, anche 50 euro tanto per dire che c'è, durante la sua specializzazione in fisica medica. Si rompe il cavolo a lavorare dieci ore al giorno senza vedere il becco di un euro per i prossimi quattro anni. E anche i suoi non sono tanto contenti, mi creda. Veda che può fare. 

Volevo anche scrivere che Pretty Little Liars sta perdendo di credibilità. Sempre che ne abbia mai avuta, effettivamente. Succedono cose strane. Cose talmente strane che se arrivasse un vampiro in città non mi stupirei più di tanto. Cose talmente fuori dall' ordinario che se scoprissi che Mona è un trans venuto male non ci rimarrei secca. Cose talmente astruse che se Ezra si facesse la mamma di Aria (che magari è ancora una strega, chi lo sa) non aprirei la bocca stupita.
Ma 'ste quattro stronze non si meritano un attimo di pace?
Perché non chiedono aiuto?
Perché non chiamano il Telefono Azzurro o quello Rosa?
Perché indossano cappelini di lana grossa se poi girano scollate come se stessero girando uno spot per una nuova marca di solare in California? 

Ho comprato due nuove cassettiere all' Ikea e portarle a casa è stato terribile. Pesano quanto un bue dopo il pranzo di Natale e io avevo indosso una camicetta di H&M di un tessuto misto poliestere e cellofan. Mi si è letteralmente incollata addosso. Letteralmente. Al di sotto dello strato plastificato della camicetta rivoli di sudore hanno pervaso ogni antro ed ogni anfratto. Un caldo che non vi dico. Ho supplicato il mio amorevole fidanzato di venirmele a montare stasera stessa ma lui ha detto che lo farà venerdì. Perché venerdì? Perché proprio venerdì? Non è dato saperlo. Quindi, adesso, oltre all' usuale casino in stile c'è stata una rapina ed hanno messo tutto a soqquadro, ci sono anche due enormi e pesantissime scatole in mezzo alla stanza. Fino a venerdì. Un venerdì non ben specificato, tra l' altro.

Ma la cosa più importante che è successa oggi è che nessuno ha toccato, modificato o abolito la legge 194 in merito all' interruzione volontaria di gravidanza.
La corte costituzionale si è trovata oggi a decidere in merito ad un ricorso proposto da un giudice di Spoleto, presentato lo scorso gennaio, in cui si chiedeva una modifica dell' articolo 4.
L’articolo stabilisce che può abortire entro i primi novanta giorni, “la donna che accusi circostanze per le quali la prosecuzione della gravidanza, il parto o la maternità comporterebbero un serio pericolo per la sua salute fisica o psichica, in relazione o al suo stato di salute, o alle sue condizioni economiche, o sociali o familiari, o alle circostanze in cui è avvenuto il concepimento, o a previsioni di anomalie o malformazioni del concepito” può rivolgersi a un consultorio”.
In questo articolo non si menziona ne si stabilisce quale sia l' età minima in cui una donna può decidere per se e questo è stato l' oggetto della discussione.
Noi viviamo in un paese che impedisce a chi vuol essere mamma di diventarlo con leggi e intimidazioni e restrizioni sulle fecondazioni assistita e sull' inseminazione artificiale e, cosa ai limiti dell' umana comprensione, viviamo un uno stramaledetto paese che vorrebbe obbligare a diventare mamma chi, invece, non ne vuol sapere proprio.
Ancora oggi, dopo trentaquattro anni dall' approvazione della 194, dobbiamo vederla messa in discussione per gli isterismi uterini di qualche sciocca donnina che anziché pensare ai propri diritti si affida alle volontà di una religione, di un uomo, di un padre o di una società.
Io sono una donna, un corpo, un cervello, un essere umano, un tassello della società, e nessuno può e deve decidere se i miei diritti sono uguali, maggiori o minori di un feto. Nessuno.
Mi piacerebbe che nessuno mettesse più in discussione questo diritto concesso alle donne.
Mi piacerebbe poter scegliere del mio corpo, del mio futuro e della mia vita in totale libertà rispettando la libertà altrui.
Mi piacerebbe che nessun uomo si arrogasse il diritto di scegliere per me. Che sia un giudice. Che sia un medico obbiettore di coscienza. Che sia un Papa. Che sia un Dio.
Caro Mario Monti, anziché tassarci anche il buco del sedere, intensifica l' educazione sessuale nelle scuole. Insegna fin dall' elementari la prevenzione. Mettiti a distribuire preservativi fuori dalle discoteche, qualora fosse necessario, ma non ti permettere (tu inteso come istituzione, non t' abbarruare, eh) di negarmi il diritto di scegliere del mio utero.
Ovviamente questo implica, donne, di non permettere all' uomo la scelta del metodo contraccettivo da utilizzare. Siate consapevoli quando fate sesso e fatelo con la testa. Sopratutto se non vi va di cambiare pannolini.
Nessuno deve scegliere per me. Per noi. 

Robi 

lunedì 18 giugno 2012

Di scarpe e di nuove Cenerentole.

Come se fossi una Cenerentola in disgrazia, tempo fa, avevo perso una scarpa. Una bella scarpa dal tacco quindici con tanto di plateau e fiocco di raso; di un verde acqua divino che avevo comprato in saldo un paio di anni fa. Non era una scarpetta di cristallo e non ci sarebbe stato nessun principe -che ne so, tipo Harry d' Inghilterra o Filippo di Svezia- pronto ad impalmarmi non appena l' avessi ritrovata. Però la sua repentina scomparsa mi aveva profondamente turbata. Era una scarpa comodissima nonostante la sua altezza spropositata. Ci avevo ballato per una notte intera e avevo attraversato con lei il parco erboso di una tenuta di campagna. C' era amore tra di noi.
Poi, un giorno, l' annosa scomparsa.
Eravamo di ritorno da una festa di compleanno. Io, lei e la sua compagna.
Eravamo in tre, com' era giusto che fosse, d'altronde.
Poi, magicamente, io sono tornata a casa sola.
Un paio di giorni dopo il mio fidanzato, come un principino delle favole anche se non ai livelli di Filippo di Svezia, Amò non te lagnà che quello c' ha la corona e il regno, me ne riporta una.
UNA.
'Dov' è l' altra?' chiedo. Mi pare una domanda lecita e più che legittima. Lui non risponde. Anzi, risponde ma lo fa in maniera vaga. Non sa. Non ricorda. In macchina ne ha ritrovata una sola.
Attimi di disperazione si sono susseguiti di li in avanti.
Fino a IERI. Mesi e mesi DOPO.
Ero placidamente seduta sul letto di mia sorella 2 e l' armadio di mia sorella 1 era aperto davanti a me. Un luccichio mi colpisce. Immagino sia un' allucinazione, lo scampolo di un ricordo.
In fondo mi gira la testa e sono debilitata. Nel mio utero sono in corso le riprese de I fiumi di porpora 2 - Un assorbente non basta e quando ci sono 44° all' ombra.... Beh, potete immaginarlo.
Nonostante il dolore alla schiena che mi permette la mobilità di un burattino di legno e mi conferisce l' agilità di una novantenne mi piego verso il vano delle scarpe e seguo il luccichio.
In quel momento la vedo.
E' li.
La mia bellissima scarpetta di raso verde acqua.
Lucciconi di gioia.
Gridolini d' eccitazione pura.
Ehi. Un momento. Ma quelle non sono le mie ballerine pitonate? Le ho messe una sola volta prima di non trovarle più. E ci sono pure i miei sandali di camoscio con le frange stile FashionPochaontas. E le mie Havaianas bianche. E i sandali di corda. E le decolleté di cristalli dorati.
Ho riportato le mie bambine a casa, nel loro habitat naturale: la mia scarpiera.

Avere due sorelle minori nuoce gravemente all' armadio. 

Robi

martedì 12 giugno 2012

Se questo è amore.

Sara teneva i pugni stretti. Le unghie le si conficcavano nella pelle ma il dolore che quel gesto le provocava era niente in confronto. Niente in confronto al resto che stava capitando al suo corpo in quel momento. Le mani di Andrea si scagliavano sulla sua pelle bianca con una violenza inaudita. 
Non importava in quale punto, quello che importava era colpire forte.
Poi, d' un tratto, tutto divenne confuso. Vide arrivare la fine anche quella volta. E quella volta la fine era un pugno diretto sullo zigomo sinistro. Il dolore era talmente forte che le orecchie cominciarono a pulsarle.
Nella sua testa, Sara voleva alzare una mano e tastare i danni ma il suo corpo non ubbidiva. Sentiva in bocca il sapore metallico e ferroso del sangue. Con la lingua percorse l' arcata dentale superiore. Poi quella inferiore. Lucidamente cercava di accertarsi che non ci fossero danni evidenti. Eppure tutto sul volto le faceva male.
Andrea si allontanò lasciando Sara senza forze in quell' angolo. 
Il rubinetto dell' acqua della cucina gocciolava fastidiosamente.
Tic tic tic tic. Ogni goccia che cadeva, apparentemente innocua e quasi sorda, si rifaceva sulla testa di Sara come un martello pneumatico dentro un cinema silenzioso.
Sara afferrò la maniglia della porta vicino a lei e affidò tutto il suo peso al suo braccio martoriato. Si mise in piedi. Fissò per qualche secondo i brandelli della sua maglia grigia. Le piaceva quella maglia; gliel' aveva regalata Tiziana, quella sua collega d' ufficio che recentemente era stata trasferita a Roma.
Andrea si era lavato le mani e con esse la sua colpa. Sapeva che Sara doveva essere punita. Era stato chiaro con lei: non voleva andare a cena con sua sorella e il marito il prossimo sabato sera. L' aveva detto esplicitamente a Sara che odiava il modo in cui il cognato lo guardava ma lei, no, aveva insistito e alla fine aveva accettato l' invito della sorella. Sara andava punita.
Sara si chiuse in bagno e si lasciò andare alle lacrime, stretta in un angolo tra la doccia ed il bidet. L' occhio sinistro le faceva un male cane. Lividi ed escoriazioni iniziavano a presentarsi, puntuali come era già successo ancora e ancora, sulla sua pelle bianca. Si allungò i pantaloncini più che poteva per nascondere a se stessa quello che le era appena capitato. Chiuse gli occhi e dimenticò anche quella volta. Giustificò Andrea come era già successo. Ancora e ancora. 

'Cristo Santissimo, Sara, non un' altra volta' le disse Carolina.
Sara non si era presentata a lavoro per due giorni e la sua collega Carolina, che le si era affezionata come un cagnolino appena raccolto dalla strada, era andata a vedere se era tutto ok. Carolina aveva intuito già parecchi mesi fa cosa stava succedendo ma che poteva fare? Rapire Sara? Denunciare Andrea? E se poi lei, cosa che sicuramente avrebbe fatto, avesse negato tutto? Sarebbe sembrata una pazza visionaria.
Quando Sara le aprì la porta dell' appartamento e vide lo zigomo tumefatto dell' amica, Carolina sentì salirle la rabbia al cervello. Come poteva ancora soccombere? Perché Sara acconsentiva a farsi fare questo?
'Ho aperto uno sportello della cucina con troppa foga ed un bicchiere mi è caduto addosso' disse Sara a Carolina.
'Credi che sia una stupida?'
'E' così' tentò di convincerla Sara.
Carolina sbuffò. Si avvicinò all' amica ed esaminò il livido che le copriva mezza faccia. 'Dovresti andare in ospedale' sentenziò 'potrebbe esserci qualche osso fratturato'.
'Ma che sciocchezze. E' solo un bicchiere messo male'
Sara si rannicchiò nell' angolo del divano di pelle che lei e Andrea avevano scelto insieme un anno prima quando avevano deciso di andare a vivere insieme.
Da quando condividevano lo stesso tetto Andrea aveva avuto alcuni scatti di violenza ma Sara sapeva che lui non era un manesco. Sara voleva credere che l' Andrea che lei amava, e che sperava che l' amasse di rimando, stesse solo attraversando una fase.
'E' il cambiamento' l' aveva giustificato tante volte. 'Andare a vivere insieme è un passo importante per una coppia' si diceva. 

Sara è finita in ospedale con il bacino fratturato; un occhio gonfio e nero; il polso slogato; lividi, ematomi, escoriazioni ed ecchimosi in varie parti del corpo prima di rendersi conto che questo non è amore.
Sara è stata fortunata. Molte altre no.
Fatti furba. La violenza è un reato. La violenza sulle donne non è solo un reato, è un abominio. 

Robi


domenica 10 giugno 2012

Ma l' ho fatto per te!


Avete presente quell' espressione da cagnolino bastonato che si presenta, sulla faccia dell' individuo che vi sta di fonte, mentre pronuncia queste parole? Quello sguardo accusatorio che ti dovrebbe far sentire una merda? Quella boccuccia tremula che in confronto la mamma del principe de L' incantesimo del Lago è una principiante?
L' ho fatto per te!
Ma chi minchia te l' aveva chiesto!

Negli ultimi giorni sono in parecchi a prostrarsi a me desiderosi di ringraziamenti a profusione per queste fantomatiche accortezze avute nei miei confronti. Essendo pure in periodo di crisi premestruale, con tanto lacrima facile e ormone che gira come una girandola al vento, oggi sono sbottata. In primis con il mio ragazzo. 

lunedì 4 giugno 2012

Argomenti a caso e notizie sparse.

-Sono stata a Malta.
Questo fine settimana.
Non avevo programmato nulla.
Io e il mio ragazzo siamo semplicemente partiti.
E ho mangiato come un maiale. Accidenti a me.
Avevo bisogno di staccare il cervello per un po' e questo momento d' evasione a due è stato un toccasana. E' inutile dire che io sono una valigia addicted. Fosse per me, e non per il mio portafogli gemente e piangente, partirei tutte le settimane. Non che mi possa lamentare, per carità, ma intendo proprio che -se davvero potessi- cambierei paese ogni settimana. Questo lunedì mi sono svegliata sotto il sole della caotica Malta. Il prossimo, magari, tra le dune del Sahara e quello dopo al freddo di Londra.
Comunque. Lunedì prossimo, a parte il fatto che mi sveglierò un anno più vecchia, credo che aprirò gli occhi nella mia stanza. Vabbè... Potrebbe andare peggio. Pensate se vivessi in qualche sperduto paesello a chilometri e chilometri dal mare? Qui apriamo le porte e respiriamo il profumo delle zagare. Allunghiamo le braccia e con una mano tocchiamo il mare mentre con l' altra accarezziamo le nevi dell' Etna. 


-Sono stata scelta da Giulia di La Pinta come Blogger fuori dal coro del mese di giugno. Mi ha chiesto di rispondere ad alcune domande e questo è il risultato. Quanto mi amate? Ditelo, non abbiate timore.

-Ho comprato questa collana di Divided by H&M. Ne desideravo una simile, vista solo nel mio immaginario, da un secolo. Finalmente l' ho trovata. A soli 9,95 euro.
Yeaaaa. Piccole gioie della vita da condividere. 


-Ho comprato un paio di deliziose scarpe di raso fucsia da Berska che mi hanno fatto un buco sul tallone dopo solo mezz' ora di camminata. Avevo le lacrime agli occhi quando sono arrivata in albergo e ho maledetto chiunque le avesse fabbricate. Quanto è vero che per essere belle bisogna soffrire. 

-Oggi, per caso, mi sono imbattuta in questo post di cui vi faccio lo stamp così da non regalare visite alla cerebrolesa che ha scritto questo cumulo di fandonie. 




E, in ultimo, il commento della proprietaria del blog che definisce le creature di queste donne e questi uomini 'Cose chimiche'. Così, tanto per gradire. 

Cara autrice del blog io credo che tu ti sia fumata il cervello. Scusami, ma io la penso così. Amen. 
Comunque, se per caso voi foste depressi, leggere questo blog e i commenti ai lettori della blogger, vi aiuterebbe a vedere meglio le cose e ad avere più fiducia in voi stessi. 

Casualmente vostra, Robi 


venerdì 1 giugno 2012

Cari Maya...


Cari Maya,

ho letto sul giornale che, a causa dell' allineamento Sole-Venere-Terra, avete anticipato la fine del mondo conosciuto al 5 di giugno del 2012.
Questa mia letterina non è di polemica. A me va bene esalare l' ultimo respiro a ventitré anni. Mi aggrada morire in giovane età. Perché, diciamocelo, una volta morti, la faccia che abbiamo ce la teniamo per sempre. Io, per adesso, mi vado bene. Ho la pelle sufficientemente liscia e soda e acconsento ad avere questa faccia per il resto dei miei giorni in Paradiso. O all' Inferno, per carità...