martedì 30 novembre 2010

Un sublime Yeti.






Avete presente quando si dice "Si sta rivoltando nella tomba" di qualcuno che è passato a miglior vita? Beh è quello che ho pensato io di Coco Chanel dopo aver visto l' ultima collezione che Lagerfeld ha presentato a suo nome.
Ora, passi che a Parigi fa freddo e il povero Karl ha il cervello annebbiato dalla neve e dall' arteriosclerosi, passi pure che "donna pelosa sempre piaciuta" e sorvoliamo su tutti gli animalucci scuoiati per far si che questa collezione fosse presentata ma i commenti positivi, addirittura eccellenti no. Quelli no!!!
Ho letto recensioni come:
"Il genio creativo di Lagerfeld si è espresso in una delle collezioni migliori di tutti i tempi"
"Karl reinventa la pelliccia e la donna diventa un sublime Yeti"
"Ci sarà mai qualcuno che potrà sostituire Lagerfeld e il suo estro?"
Un sublime Yeti? Ma essere paragonati ad un grosso orso peloso, sporco e chiazzato non è un complimento solo per me? A me sembra più un insulto.
Ah, se Gabrielle potesse parlare...
Si mormorava del suo divorzio da Chanel un pò di tempo fa e io per prima avevo tirato un sospiro di sollievo, avevo visto un barlume di speranza per la memoria di quella giovane donna che con estro (quello vero) e signorilità aveva dato un senso alla parola eleganza ma niente, era una burla.
Eh, che burlone quel Karl, che con estrema convinzione ha affermato che mai, in tanti anni di carriera, ha visto in una collezione l' esaltazione della donna ai massimi termini.
Esaltazione della donna??
Ma dove, Karl, dove?
Sotto tutti questi strati di pelo? Ah, ok. Ora ci siamo.
Se togliamo di dosso a quelle bellissime modelle le tue creazioni, forse, allora...
Arrendiamoci al fatto che ormai per stupire si è passati dall' eccentrico al trash, dal particolare all' inguardabile. E io, giovane nostalgica di vecchie collezioni, di grandi stilisti che sapevano davvero cosa rendeva femminile una donna (purtroppo la vagina non basta), cosa la rendeva speciale, elegante, inorridisco di fronte a tanta oscenità.
Sentite condoglianze ad una delle case di moda che ne ha scritto la storia.

Pelosamente vostra, R.

giovedì 25 novembre 2010

Un mese a Natale.


E' ufficiale: manca un mese esatto a Natale.
E' questo il periodo dell' anno che in assoluto mi rende più allegra.
Nonostante le date pendenti degli esami di dicembre e lo stress pre-scelta del regalo giusto per mamma, papà, sorelle, fidanzato, amiche, colleghe e chi più ne ha più ne metta, il periodo che precede le festività natalizie ha quel tono magico che mi rende perennemente su di giri.
Sono una drogata del Natale.
Le vetrine delle vie del centro addobbate a festa. I pacchetti rossi bordati di pelliccia bianca dei negozi. Il Massimo vestito d' oro e luci che regala uno scintillio accecante alle fredde serate del dicembre catanese. I centri commerciali gremiti di gente. I bambini con il nasino schiacciato sulle vetrine in trepidante attesa di Babbo Natale che porti loro tutto ciò che hanno chiesto.
E ancora le chiacchiere sui progetti per capodanno. Il vestito elegante e l' intimo rigorosamente rosso. I tacchi a spillo e il flute di champagne allo scoccare del nuovo anno. I soldini risparmiati per comprare questa o quella borsa costosa.
Le serate in famiglia. Il conto alla rovescia aspettando la mezzanotte.
I dolci e le leccornie. Pandoro a colazione, a pranzo e a cena.
I film di Natale rigorosamente idioti ma che ti fanno ridere.
Le cene eleganti e le pizze in compagnia. I biglietti d' auguri. Miracolo sulla 54° strada riproposto ogni anno. Persone che hanno il potere di farti star bene.
Ah.... io adoro quell' atmosfera rilassata e festosa che si respira in questi giorni d' attesa. Mi piacciono quei momenti in cui, per un pò, puoi dimenticare i problemi e goderti i sorrisi di chi ti circonda.

Nataliziamente vostra, R.

Il video di oggi è sicuramente questo, dedicato per primo al mio ragazzo e successivamente a tutti voi. Non me ne vogliate....

mercoledì 24 novembre 2010

L' amore è una cosa meravigliosa: NON DICIAMO CAZZATE!


L' amore -ci hanno insegnato fin da bambini- è un sentimento talmente forte, talmente importante capace di oltrepassare i mari, ridisegnare i confini.
Ci hanno fatto credere che -qualunque cosa succeda e qualunque stronza si metta in mezzo- alla fine il vero amore trionfa sempre. Ed è stato così per Biancaneve o per Cenerentola. La Bella Addormentata nel bosco può scrivere un libro talmente zuccheroso da provocare una crisi diabetica già dopo le prime venti pagine ma loro vivono nel mondo delle favole.
Noi NO.
Siamo stati illusi che quando finalmente trovi la persona giusta, quella delle farfalle nello stomaco per intenderci, il tuo mondo si colori magicamente di rosso passione e tutto è più bello.
Non è così.
L' amore è prima di tutto sacrificio. Sacrificio della propria libertà in favore di quella condivisa, della propria felicità in favore di quella altrui, del proprio essere da plasmare sulle spigolosità della persona alla quale affidiamo il nostro cuore.
Ed è qui che volevo arrivare. Noi siamo talmente accecati dalla bellezza dell' amore, per come ce l' hanno presentato, che affidiamo alle cure di un' altra persona la cosa più importante che abbiamo: il nostro cuore. Lasciamo entrare, chi con maggiore facilità e chi con più prudenza, una persona nel nostro profondo permettendogli di scrutare i nostri angoli bui, i nostri spazi nascosti dai quali abbiamo tenuto a distanza perfino noi stessi. Ci scopriamo. Rimaniamo nudi con la nostra anima. E questo è un danno. Indubbiamente.
Ed è proprio li che l' amore sferra il suo attacco, all' anima.
Ci sono notti in attesa di qualcosa, momenti di speranza o di angoscia tali da non riuscire a respirare. Sentiamo il cuore talmente grosso e pesante in mezzo al petto che ci comprime i polmoni facendoci mancare l' aria.
Ora, intendiamoci, io sono una attivista dell' amore. Quello con la A maiuscola. Sono un soldato dell' amore. Pronta a qualsiasi battaglia. Ma, si sa, non puoi ottenere la pace senza prima affrontare il campo di battaglia.
Per me è arrivato il tempo degli armistizi. Ho un fidanzato meraviglioso con il quale sto da tre anni ormai. Non abbiamo più bisogno di struggerci per un litigio o per una telefonata mancata in quanto abbiamo raggiunto una conoscenza intima, profonda, che ci permette di star tranquilli.
Come in tutte le coppie ci sono gli alti e bassi per i motivi sopraelencati ma il momento delle scenate, delle telefonate in piena notte, degli isterismi di gelosia è passato. Rimasto in un angolo della nostra memoria e chiuso con un sorriso. Perché quando un rapporto cresce, e tu insieme a lui, alcune cose diventano sottintese.
Quando si è già detto tutto non puoi far altro che goderti ogni singolo momento che la vita ti propone insieme alla persona che ami. Ed è li che l' amore diventa piacevole. Diventa conoscenza, intimità, dolcezza. E' quando non ti accorgi più dei confini che dividono te dalla persona che ami che l' amore diventa meraviglioso. Nonostante tu continui a camminare in equilibrio su un filo sai che quando cadi c' è qualcuno pronto a prenderti.
Ci buttiamo a capofitto nell' amore, scoprendoci intimamente, perchè ognuno di noi -in fondo in fondo- è innamorato dell' amore stesso, di quello che ci hanno insegnato sia l' amore. Ci croggioliamo nel mito favolesco del principe azzurro ma sapendo bene che lui nella maggior parte dei casi non arriva sorridente su un cavallo bianco ma stanco, stressato e incazzato, bisogno d' affetto, sporco e affamato.

Questo post vuole solo dare un visione più reale di quello che è il sentimento per eccellenza. Vuole fare una differenza sostanziale tra l' amore e la passione.
Di una storia finita ricorderemo le sofferenze e le notti passate in bianco a piangere, ed è giusto così perché saranno un monito per il futuro. Perché quando cominci una nuova storia non hai bisogno di ricordare le farfalle nello stomaco, se è amore loro arrivano da sole a ricordarti che esistono.

Sapete perché in una storia d' amore Dio ci ha messo una donna? Perchè siamo così capaci di donarci incondizionatamente, siamo così pronte a scoprirci e a dare tutto senza chiedere niente che siamo state elevate ad esseri divini invincibili.

Il video della canzone di oggi è questo.
Amorevolmente vostra, R.

lunedì 22 novembre 2010

L' uomo di oggi: confusione tra borsette e lipstick.





Dove è finito il mito dell' uomo camionista?
Dell' idraulico in canottiera bianca e jeans consunti?
Che cosa ne è stato dell' uomo che non deve chiedere mai?
Di Macho man?
Le domande sorgono spontanee, nascondendo un velo di malinconia e delusione, quando in giro non vedi più uomini ma esseri di dubbio sesso (è il caso di dirlo) con la borsetta al braccio e un velo di fondotinta sul viso ben depilato: è da ritenersi ovvio, poi, che le donne abbiano dovuto abbandonare "tacchi a spillo d sguardo da star" per i ben più comodi pantaloni e rimboccarsi le maniche.
In un mondo in cui l' uomo, che un tempo era galante e sicuro di se, pensa solo alla ceretta e a quale borsa abbinare alle calze è scontato che la donna (da sempre possidente di palle quadre) debba fare l' uno e l' altro.
Attenzione! Il mio non vuol essere un inno alla peluria incolta e alle braghe sbragate, non dico che gli uomini non debbano più specchiarsi e curarsi, per carità, lungi da me insinuare questo ma per lo meno non più di una donna.
E, coraggio, tacciatemi pure di sessismo, di discriminazione ma manca davvero poco ormai che i nostri uomini ci rubino il fard e la crema idratante.
Mentre noi la mattina abbiamo riassettato stanze ed armadi, programmato la giornata a noi e a loro (è il caso di sottolinearlo), organizzato pranzo e cena e distribuito figli e parenti nelle loro attività giornaliere loro stanno li, di fronte ad uno specchio, muniti di pinzetta a controllar la forma del sopracciglio.
E allora dov' è finito l' uomo che dovrebbe proteggerci, eccitarci, corteggiarci, farci sentire uniche? Divine?
Ovviamente la colpa di tutto questo è anche nostra, forse sopratutto nostra. Abbiamo voluto la parità, abbiamo voluto indossare i pantaloni e questo scambio di visioni deve aver destabilizzato il convoglio di neuroni XY fino a portarlo da Gucci a scegliere una shopping.
Uomini riponete le vostre borse, le scarpe con i ricami e la chincaglieria; annullate la maschera al viso rilassante e ringiovanente, lasciate che un filo di peluria accarezzi la vostra pelle (senza diventare King Kong) e portate a cena fuori la vostra donna; apritegli la portiera e spostatele la sedia.
Mostrate alle vostre signore che, nonostante il potere ben meritato che hanno, siete voi a portare i pantaloni e rassicuratele sul fatto che siete pronti a sporcarvi le mani pur di proteggerle.
Splendida settimana a tutti. Sempre Vostra, R.

venerdì 19 novembre 2010

Un libro sul comodino.


Inizia lentamente, come il primo passo verso qualcosa di nuovo, di inaspettato. Scorrendo l' inchiostro nero sulle pagine bianche o avorio ti inizi ad affezionare alle persone di cui leggi, dettagliatamente, "vita, morte e miracoli" per un lasso di tempo deciso da qualcun altro.
Impari i loro nomi. I loro cibi preferiti in un certo senso diventano anche i tuoi. Le loro emozioni ti si insinuano dentro come un serpente in agguato.
A poco a poco ti innamori di quell' uomo con la pelle scura del quale hai immaginato chiaramente la forma del viso, del quale ti piace la ruga in mezzo alle sopracciglia quando sorride, Dio come la trovi eccitante.
I problemi lavorativi ti appartengono, li senti tuoi come se dietro quella scrivania all' ultimo piano in una palazzo della City ci fossi davvero seduto tu. Cammini per le strade di luoghi mai visti eppure così familiari, assaggi cibi speziati tipici del luogo e chiedi, gentilmente, un bicchiere d' acqua per levarti il prurito dalle gengive.
Ti appassioni a certi passaggi di una vita che in fondo non è così distante dalla tua nonostante non l' avessi mai potuto immaginare. Ti rendi conto che ognuno di noi ha delle paure dannatamente folli da impedirci di respirare, di parlare.
Ti si bloccano le parole in bocca quando le leggi scritte, li in quella pagina sicura, esattamente come avresti voluto che fossero senza però essere banali, aspettate.
In un giorno qualunque entri in una libreria e compri un romanzo. Inizi a leggerlo guardinga, in attesa che qualcosa che non ti piaccia te lo faccia chiudere e riporre nello scaffale. Magari hai un autore fidato che sai che non ti deluderà mai (il mio, anzi la mia, è Lesley Lokko) oppure ti butti a capofitto in una nuova storia, in un nuovo genere inaspettato per i tuoi gusti e per le tue preferenze solo per il gusto di sfidarti e arrivare fino in fondo, fino all' ultima pagina, fino alla parola FINE.
Le pagine di scorrono fra le mani e quasi vorresti che non finissero mai, e quando -invece- lo fanno è come se ti avessero portato via degli amici. Amici dei quali avevi saputo tutto per un periodo che, seppur breve, a te è sembrato una vita. Ne senti la mancanza in attesa della prossima storia che ti faccia sorridere ma sopratutto piangere, emozionare così tanto da bagnarti gli occhi.
Ecco perchè a me piace leggere, nonostante le mie sorelle mi prendano in giro.
Io adoro leggere perchè quello che ti può dare un romanzo difficilmente potrà dartelo altro. La superficialità dei film, la brevità della poesia, la schiettezza dei giornali non potranno mai competere con la bellezza di un buon libro.


P.S.: Le riflessioni di questo post sono frutto dell' ultima lettura alla quale mi sono dedicata nel mio tempo libero: "Porvera ragazza ricca" di Lesley Lokko, ma sono tranquillamente attribuibili ad ogni manoscritto al quale mi sono appassionata.

Sempre vostra, R.

giovedì 18 novembre 2010

Eccessivamente.





La moda, ci insegnano, è farsi notare. Magari aggiungendo un tocco bizzarro al nostro outfit o indossando un paio di scarpe dalla scultura estrosa.
L' importante è non farsi prendere la mano.
E' opinione ormai dilagante che essere moderni vuol dire essere trasgressivi: sempre più spesso si incontrano per strada o sulle riviste, nei front row delle sfilate di moda o la domenica pomeriggio all' ora dell' aperitivo, sui blog di moda più seguiti e via dicendo soggetti abbigliati in modo carnevalesco anche se poi carnevale non è.
Mix di colori sgargianti e ridicoli copricapo di piume, strani collant fluorescenti e canottiere da marinaio lerce e consunte, composizioni floreali degne del più trash dei matrimoni fra i capelli, ridicoli accostamenti in pieno stile cartone animato che brillano al buio, leggins catarifrangenti...
E potrei continuare l' elenco all' infinito se non fosse che il punto è un' altro: ci lasciamo perseguitare dall' idea di sembrare banali, di non rimanere impresse nella memoria di chi ci incontra se non facciamo in modo che tutti si girino a guardarci....
Beh, Audrey Hepburn verrà ricordata sempre per un tubino nero e un trench beidge, Gabrielle Bonheur Chanel rimmarrà nei nostri cuori per i suoi tailleur dai colori pallidi, Jacqueline Kennedy per i suoi abitini bon-ton...
Quindi aggiungiamo una nota personale ad ogni paio di jeans, ad ogni tubino nero, ad ogni giacca dal taglio maschile che lo renda unico ma ricordiamoci che solo a Carnevale ed ad Halloween sono concesse certe stramberie.
L' eleganza verrà sempre ricordata con un sorriso, il trash con una risata.
Elegantemente vostra, R.



lunedì 15 novembre 2010

Ci facebookkiamo?

Il tanto atteso "The Social Network" sulla vita (biografia non autorizzata) di Mark Zu ckerberg è finalmente uscito in Italia e io sono andata a vederlo sabato.
Inizialmente il film mi è sembrato un pò lento, condito da termini informatici troppo seri e complicati per le mie scarsissime conoscenze ma le successive due ore sono state un turbinio di fatti e parole che mi hanno tenuta incollata allo schermo come una ragazzina davanti ai cartoni animati.
Le scene si susseguivano veloci raccontando le ingiunzioni legali contro il giovane Mark dalla nascita di Facebook ai giorni nostri fatte dagli "amici" che avevano contribuito all' ideazione del social network.
In una scena del film una ragazza ammetteva "di non poterne più fare a meno", in un primo momento ho pensato "ma vedi tu, abbiamo campato anni senza FB e questa che lo conosce da un paio di settimane già non se ne può più liberare?" ma quando sono uscita dal cinema e il mio telefono ha tintinnato avvisandomi di alcune notifiche non ancora aperte mi sono resa conto che, in fondo in fondo, chi vi entra non riesce più ad uscirne. Siamo li ad aggiornare stati, ad aggiungere fotografie ma sopratutto a curiosare nella vita altrui (che puntualmente è spiattellata su FB).
Facebook è il "posto" dove passiamo più tempo durante la giornata.
Utilizziamo la piattaforma per fissare degli appuntamenti o per contattare qualcuno di cui non abbiamo il cellulare (tanto, ormai, anche mia nonna e il suo cane hanno il profilo su FB), ci scambiamo gli appunti con i colleghi e ormai tutte le facoltà hanno una fanpage che ci aggiorna in tempo reale, ci teniamo al passo con i tempi e con le ultime tendenze, condividiamo la nostra musica e i nostri telefilm preferiti, chiediamo consigli sull' ultimo film uscito al cinema o sull' ultima collezione di H&M....
E' certo, nessuno di noi ne fa a meno (per volere, o per potere.. Chissà).
Mark Zuckerberg, grazie alla nostra consolidata dipendenza, vale 25 miliardi di dollari..... niente male...
Vi consiglio assolutamente di andare a vedere il film, magari poi ne parliamo su Fb...

Taggatamente vostra, R.


Questo è il divertentissimo video che vi lascio :D

mercoledì 10 novembre 2010

Mazzi di scarpe, prego!





E’ inutile negarlo. Potrebbero levarci tutto ma non le scarpe. Che siano ballerine o decolletè, pantofole o sandali, zeppa o plateau, sneackers o pep-toe una donna non rinuncerà mai alle calzature.
E’ la prima cosa che noto in chi mi sta di fronte (seguite dalle borse, of course), il primo capo che osservo quando cammino per la strada, il primo accessorio che cerco quando sono in giro per shopping.
Io ne sono assolutamente ossessionata. E chi può davvero negare di esserlo?
Niente può rendere irresistibile la gamba di una donna come un tacco 12, che perdoniamo di continuo nonostante le pene che ci procura. Rimaniamo affascinate dal ticchettio che esse producono sul pavimento, quasi volessero ritmare le nostre serate mondane.
Ci blocchiamo estasiate davanti le vetrine che le propongono ai piedi di quei manichini senza vita immaginandole ai nostri, le tocchiamo con cura attendendo il momento di poterle provare, passeggiamo sinuose sui tappetini appositi dei negozi per non sporcare la suole (rossa possibilmente) e una gioia appagante ci assale quando -con gli occhi che brillano- guardiamo la commessa e affermiamo "Si, le prendo".
E’ un desiderio irrefrenabile al quale non si dovrebbero porre limiti, se tutti potessero avere un paio di scarpe nuove al giorno non ci sarebbero guerre, non ci sarebbero litigi.
Ecco perché al governo ci vuole una donna……

Altro che mazzi di fiori uomini, per noi mazzi di scarpe, grazie.
Sempre vostra, R.




martedì 9 novembre 2010

L' intimo è un diritto umano inalienabile.






"700 dollari di biancheria Marc Jacobs?"
"L' intimo è un diritto umano inalienabile."
(I love shopping)

Comodo e pratico, colorato e di cotone per tutti i giorni. Nero e dorato, di pizzo, con strass per le serate speciali in cui deve stare addosso solo poco.
Impreziosito da cristalli o addirittura da diamanti, di pizzo rosso per l' ultimo dell' anno, di cotone elasticizzato per la palestra.
L' intimo è la prima cosa che indossiamo la mattina, seguito immediatamente da una goccia di profumo che delicata ci accarezza il collo ed è l' ultima cosa che sfiliamo la sera magari in compagnia di un buon bicchiere di vino accanto alla persona amata.
Io rimango affascinata dai decori dei reggiseni, dai piccoli fiorellini appena accennati che ornano le bretelle che sapientemente lasceremo intravedere sulla spalla nuda. A volte l' effetto che questi capi, apparentemente insignificanti, hanno sul corpo di una donna è talmente stupefacente che è un peccato coprirli.
Oh, se potessi ne comprerei ogni giorno, ogni momento....

E voi?? Che intimo usate?
Siete d' accordo con la nostra Becky? E' davvero un diritto umano inalienabile??


lunedì 8 novembre 2010

Life in plastic is fantastic.





Siamo tutte cresciute stringendole la vita, spazzolandole i capelli e cambiandole l' abito. Ci siamo innamorate di Ken, le abbiamo tagliato i capelli e abbiamo disegnato una collezione d' abiti per lei. L' abbiamo spogliata e rivestita centinaia di volte. E' stata la nostra prima icona di moda, il nostro modello di donna dopo la mamma.
Ci siamo affezionati alle sue storie e abbiamo vissuto con lei in castelli da sogno con l' ascensore a pile.
Chanel, Dior e Versace l' hanno vestita con le stoffe più pregiate, Louboutin ha colorato di rosso la suola delle sue "plastiche" scarpette.
E' stata un dottore, un' astronauta, un veterinario e una modella. Una hostess e un comandante di volo, una ballerina e una motociclista, un sergente e un' infermiera, una guardaspiaggia e una regina.
Grazie a lei abbiamo passato interi pomeriggi a sognare, l' abbiamo accompagnata all' altare vestita di tulle e pizzo e poi in crociera coperta solo da un colorato bikini. Siamo state in giro in camper, ovviamente un lussuoso camper con lucine e suoni, e in piscina sorseggiando deliziosi cocktail dalle noci di cocco. Abbiamo guidato le sue innumerevoli macchine con i capelli, indiscutibilmente, al vento e abbiamo viaggiato sul suo jet privato raggiungendo mete esotiche.
Vogue l' ha voluta in copertina, gli stilisti se la contengono, i ragazzi l' adorano (ma lei ha in mente solo Ken da più di 50 anni).
Lei è la regina indiscussa dello stile, della moda e del glamour. Lei è l' emblema dei sogni di ragazzina di tutte noi. Lei è Barbie.



Il video della canzone di oggi non poteva che essere questo.
Un abbraccio grande a tutti voi. Con affetto R.

mercoledì 3 novembre 2010

Particolari.






Una goccia di profumo sul collo, un foulard annodato ai capelli, una spilla appuntata a dovere sul seno.
Un cappello fantasioso, degli orecchini luccicanti, il rossetto rosso, una riga nera sui collant.
Un luccichio sugli occhi, un bracciale tintinnante, una suola rossa, il profumo di shampoo.
Un tocco animalier, dei solitari ai lobi, un anello importante, un sorriso smagliante.
Un sguardo che ammalia ,la schiena scoperta, le unghie curate, gli occhi che brillano.
Un segno distintivo in un momento in cui siamo tutti soldatini in divisa, firmata Zara o H&M.
Un segno che vi renda indelebili nella memoria di chi vi guarda, di chi vi osserva.
Si dice che di una donna malvestita si nota l’ abito, di una benvestita invece si nota la donna, ma sono dell’ idea che non basta essere notate, bisogna essere ricordate.
Bisogna lasciare un principio d’ ossessione nella mente di chi ci ferma con lo sguardo.

Ogni donna è speciale.
Ogni donna ha un particolare che merita di essere ricordato.

Infinitamente vostra, R.

Ecco il video di stasera, una rivisitazione di una Hit del momento.