giovedì 29 dicembre 2011

45 giorni a Vogue #Chapter 20



Il mio ultimo giorno a Vogue. Sembra così strano il passare veloce del tempo. Il susseguirsi di emozioni e incontri, scontri a volte. Enrico dorme accanto a me: abbiamo festeggiato il nostro primo mese insieme, come due adolescenti alla prima cotta, accucciati romanticamente sul divano del soggiorno di casa sua. I suoi baci sono stati carichi di una emozione che non avevo mai sperimentato prima. Sentivo il calore dei suoi sentimenti e, allo stesso tempo, la paura dell' abbandono. Le sue braccia mi tenevano strette. Le sue mani, sulla mia schiena, si conficcavano nella pelle. Era quasi innaturale la sua voglia di non farmi andare via. Abbiamo fatto l' amore come un gesto d' addio e quello che ho provato dopo non mi è piaciuto. Sentivo quasi un fastidio in gola. Come le parole che non dici e che rimangono li, sospese, in attesa.

martedì 27 dicembre 2011

Il peso della valigia senza Ligabue dentro. #BuonAnno


Domani mattina, prima ancora che Apollo si sia alzato per svegliare il sole (moooolto prima), parto. Passerò, come da tradizione ormai, il capodanno nel sud della Francia, in Costa Azzurra. La mia valigia è ancora vuota; i panni ancora bagnati dentro la lavatrice, i miei capelli sono sporchi in attesa di parrucchiera e non ho idea di cosa portarmi e di che tempo farà. Sono a buon punto, insomma... 

domenica 25 dicembre 2011

Facciamoci gli auguri.


Finalmente riesco a trovare cinque secondi in croce per potervi fare gli auguri. Il giorno di Natale volge quasi al termine. Quello che dovevate ingurgitare, per lo più, è già andato e adesso aspettiamo frementi l' ultimo giorno dell' anno. In un nanosecondo questo Natale va via, esattamente come è venuto: in silenzio. Io ho osservato da brava spettatrice silenziosa il suo avvicinarsi, il suo arrivare e il suo andare via. Nulla di tutto questo mi ha scalfita. Ho mangiato. Ho aperto regali. Ho fatto regali. Ho sorriso e ringraziato. Tutto meccanicamente. Senza sentire quasi nulla. Certe volte volevo scuotere il corpo che vedevo davanti a me e consigliarlo. Magari dirgli che quegli stivaletti col tacco, essendo nuovi, avrebbero fatto male. Ma ero fuori da quella bolla natalizia. O, per lo meno, una metà di me era fuori mentre l' altra partecipava alla recita del Natale.
Se un anno fa mi fosse venuto a trovare il Fantasma dei Natali Futuri avrei visto queste immagini come uno scherzo. Era impossibile, fino all' anno scorso, pensare a me come a qualcosa di diverso da un elfo di Babbo Natale. Le cose cambiano e questo malessere che ha portato apatia, che mi ha portato ad essere anaffettiva nei confronti di questa festa spero passi in tempo per il prossimo anno. Sempre che i Maya non abbiano ragione. Speriamo di no: non mi piacerebbe ricordare questo Natale come l' ultimo. 

Nonostante quest' ombra buia, spero passeggera, voglio farmi i miei migliori auguri. I vostri commenti, il vostro partecipare alla vita che si svolge su Robilandia, il vostro apprezzare la confusione della mia testa mi ha regalato momenti di puro benessere. Solitamente, quando l' anno sta per finire, si fanno sempre delle statistiche; un bilancio di quello che è stato e di quello che non è stato; di quello che abbiamo fato e dato e di quello che non abbiamo fatto e dato. Io non sono ancora in grado di farle. Sono un tantino smarrita. Persa nei meandri dell' incertezza; della voglia di fare e di realizzare alcuni sogni che si scontra con la realtà delle cose.
Ma voglio che i miei Auguri per tutti voi siano chiari e forti. Voglio che sappiate che sono sinceri. Voglio che sia palese il fatto che io sono grata ad ognuno di voi di aver fatto parte, assiduamente o occasionalmente, della vita sull' Isola di Robilandia. 

Realizzate i vostri desideri e tenetene sempre uno di riserva. Non arrivate mai al punto di dover elemosinare un sogno perché, alla fine della storia, sarà l' unica cosa che vi terrà vivi. Che vi permetterà di alzarvi ogni giorno e di dargli un senso. 


Tantissimi auguri,
Robi.

mercoledì 21 dicembre 2011

Che Tipo Di Blog sarà mai Robilandia?


La domanda è esistenziale. La risposta sarà provvidenziale. 
Di che parla questo blog? Qual è il tuo stile?


Ma come vi vengono in mente queste domande? Da dove ve le uscite? Dal cappello di un prestigiatore caduto in disgrazia? Dalle vecchie Converse che usavate alle elementari? Perché non ci sono altre spiegazioni, miei cari. 

martedì 20 dicembre 2011

Datemi Leonardo, datemi il Titanic e sarò per sempre vostra.


James Cameron ha deciso che la sua vita non sarà più piatta e bidimensionale come quella di un qualunque regista di provincia. Ha detto no al colesterolo e si al diabete decidendo di riportarci tutti al cinema per il capolavoro dei capolavori: Titanic. Il 6 aprile 2011, in occasione del centenario della partenza della nave considerata inaffondabile (illusi...) Jack e Rose, sulle note di My Heart will go on di Celine Dion, ci danno appuntamento su quelle stesse poltrone che quindici anni fa hanno ospitato i nostri regal didietro.
E questa volta, grazie alla tecnologia 3D, ci saremo anche noi dentro quella macchina a sbattachiare mani sudate su finestrini appannati; a guardare i delfini dal ponte più alto; ad allargare le braccia fino a gridare 'sto volando, Jack. Sto volandoooo'.

lunedì 19 dicembre 2011

45 giorni a Vogue #Chapter 19



"Io amo il mio lavoro. Io amo il mio lavoro" ripeto come un mantra mentre faccio avanti e indietro dalla mia stanza al bagno e poi dalla mia stanza al soggiorno. "Io amo il mio dannatissimo lavoro!" dico a voce più alta quando mi cadono a terra tutti i provini del servizio fotografico. Sono le cinque del mattino ed io sono in ritardo. E' disumano essere in ritardo alle cinque del mattino. E' il secondo giorno di fila che Grindad ci raduna tutti all' alba in redazione. Ieri se ne è andata senza scattare nemmeno una stupida fotografia, se oggi dovesse fare lo stesso giuro che la strozzo e l' appendo per i capelli.

L' ho sentita. Poi è andata via.



Per un solo istante l' ho sentita. E' fuggita via in un attimo. Se non fosse stata forte come un uragano, travolgente come un' onda, molto probabilmente non mi sarei accorta di lei. Mi è entrata dentro mentre guardavo il balcone di una casa illuminato da piccole lucine bianche e verdi ad intermittenza. Quell' intervallo regolare, per un qualche regalo del destino, mi ha permesso di entrare in quello spirito che bramo da giorni. Ho sentito l' atmosfera natalizia. Solo per un misero secondo l' ho sentita dentro, fin nello stomaco. Poi, come è arrivata, è fuggita via. Se n'è andata ritornando da dove era venuta. Però a me è bastato. Quell' attimo mi ha concesso di sperare ancora. Mi ha ricordato che, nonostante tutto, c'è ancora un motivo per sorridere; per aspettare la mezzanotte contornata da quelle persone che hanno il potere di farmi stare bene; tra le braccia della persona che ami, tra i baci di quelli che ti amano. Ed anche se ho appena realizzato che, a meno di una settimana dalla Vigilia di Natale, non ho ancora assaggiato nemmeno un batuffolo di pandoro intinto nella Nutella calda voglio ancora crederci. Voglio credere in questo Natale che è arrivato un po' in sordina; quasi a maniche corte...




Atmosferamente vostra, R.



martedì 13 dicembre 2011

45 giorni a Vogue #Chapter 18



Quando la sveglia inizia a suonare, dalle finestre dietro il letto, non traspare nemmeno uno spiraglio di luce: sono le quattro e mezzo del mattino e io ho dormito meno di cinque ore. Dalle vetrate che vibrano si avvertono folate di vento forte, novembre è agli sgoccioli e non avevo mai visto un inverno freddo e piovoso come quello di quest' anno a Milano. Mi metto a sedere sul letto e cerco a tastoni l' interruttore della piccola lampadina sul comodino. Questa è soltanto la seconda notte che mi fermo a dormire da Enrico e l' ambiente non è ancora così familiare da potermi orientare al buio. 

lunedì 12 dicembre 2011

La coperta dell' Ikea.


Ieri pomeriggio io e il mio ragazzotto siamo andati all' Ikea perché a lui serviva un cuscino nuovo. Ovviamente non è stato facile. In primis perché il mio fidanzato, come vi avevo già spiegato qui, è la persona più indecisa del mondo e in secundis (si dice così? Ero una frana in latino, sicché...) all' Ikea hanno un intero reparto con più di trenta tipi di cuscini tra i quali scegliere. Non è facile. Ammetto che anche io, che sono solitamente molto veloce nelle mie scelte, ho avuto delle difficoltà. Alla fine, ve lo dico prima che rimanete col dubbio, ha preso quello per chi dorme a pancia in giù (che, tra l' altro, era pure in offerta a 2,99 euro). La commessa gli ha consigliato di prendere, in aggiunta, anche quello per chi dorme su un fianco nel caso in cui si dovesse girare durante la notte ma credo che si sia resa conto da sola -prima che potessimo insultarla- che la sua teoria non aveva ne capo ne coda. Insomma, chi è che -nel cuore della notte, rincoglionito dal sonno- si ricorda di cambiare il cuscino quando cambia posizione? Appunto...

And the WINNER is....


venerdì 9 dicembre 2011

Sproloqui di un giorno di festa.

Come avrete ben inteso dal titolo questo post lo volevo scrivere ieri ma dato che nella mia testa è sempre festa è indifferente scriverlo oggi, ieri o domani. Non credete? E' ormai assodato il fatto che tra sedici giorni è Natale anche se qui ci sono ventidue gradi e io oggi mi sono svegliata con la voglia di una bella granita pistacchio e gelsi. Se non avete mai assaggiato una granita pistacchio e gelsi, ve lo dico, non avete ancora vissuto. Invece della granita pistacchio e gelsi ho trovato un pacco di Pan di Stelle. Quando l' ho visto, ancora sigillato, ho pensato quello che penso sempre quando vedo un pacco di Pan di Stelle. Perché non hanno fatto a forma di stella dei biscotti che si chiamano Pan di Stella? Ogni volta mi chiedo sempre la stessa cosa. Poi me ne dimentico e, come ogni volta, apro il pacco e afferro un biscottone. Oggi ho aperto il pacco, ho afferrato un biscottone e.... era a forma di stella. Non potete nemmeno immaginare la mia sorpresa. Non riuscivo a credere ai miei occhi. Ho pensato che fosse un segno di un Dio lontano e nascosto tra le stelle. Ho pensato che qualcuno, lassù, mi stesse volendo dire qualcosa. Che so... Che sto andando, forse, nella direzione giusta? Che la mia presenza su questa terra servirà a qualcosa di utile... Insomma, si prospettava come la giornata più felice della mia vita. Poi Madre è entrata in cucina e mi ha trovato in stato di shock, piangente, mentre stringevo in mano il mio Pan di Stelle a forma di Stella. Mi ha chiesto perché mi fossi imbambolata di fronte un biscotto e allora io le ho spiegato la mia brillante teoria secondo la quale io fossi stata scelta da Dio per qualche miracolosa avventura. Madre mi ha concesso un' occhiata compassionevole e poi mi ha invitato a guardare bene il pacco dove avevo trovato il mio miracoloso biscotto. Era il pacco di Natale, maledizione! Ho afferrato un altro biscotto e non potevo credere ai miei occhi: era a forma di alberello. E poi ne ho preso un altro: era a forma di campana. Insomma Dio non mi stava dicendo proprio nulla.

Miracolosamente vostra, R.


martedì 6 dicembre 2011

45 giorni a Vogue #Chapter 17



"Che fai?". La voce familiare del mio uomo attira la mia attenzione. Alzo gli occhi e vedo Enrico, è sbucato dal nulla nell' ufficio di Ferdinanda che ormai è diventata una seconda casa per me. Lei si gode il suo riposo forzato guardando serie tv americane mentre io svolgo, come posso, il suo e il mio lavoro. 
Un grosso taglio sui jeans, all' altezza del ginocchio, lascia scoperto un lembo di pelle. Il maglione grigio scuro di lana grossa, che gli accarezza il collo affusolato, stride con la leggerezza dei jeans. Vederlo mi provoca sempre un brivido lungo la schiena: non riesco ancora a credere che fra tutte lui abbia scelto me.
"Stavo guardando i voli per l' America" gli rispondo sovrapensiero. 
"Ah". Sospira pesantemente. "Hai deciso di fare il colloquio?"

La palestra.


Mi sono iscritta in palestra. L' ho fatto davvero. Dopo mesi di tentennamenti, indecisione, chili su chili accumulati sui glutei ho preso il mio culo per le corna e l' ho portato in palestra. E non ho fatto un semplice abbonamento mensile con possibilità di rinnovo, no belli, ci sono andata giù pesante. Ho fatto l' abbonamento trimestrale.
Possono partire gli applausi per il mio spirito di volontà.
Clap. Clap. Clap. Applausi, applausi, applausi per Robi. Clap. Clap. Clap.
Adesso, si si, proprio in questo preciso istante, sono avvolta nel mio morbidoso accappatoio rosa confetto (che in realtà era bianco ma poi mia mamma ha sbagliato un lavaggio #TeneteLontanoQuellaDonnaDallaLavatrice) appena uscita dalla doccia a godermi il dopo-fatica.

domenica 4 dicembre 2011

La crisi, il telegiornale e i sensi di colpa.


Amore non la voglio più la borsa di Balenciaga per Natale. 

Ne hai trovata una più costosa?

No. E' che c'è la crisi. 

venerdì 2 dicembre 2011

Voglio solo lamentarmi.

Questo è un post di lamenti in cui mi lamenterò per dieci minuti buoni e voi ascolterete il mio lamento e, se vi va, vi lamentate con me oppure proponete delle soluzioni utili per smettere di lamentarci tutti insieme. 
Vi dico fin da subito che il camionista in vacanza ad Ibiza con tanto di canottiera sporca di sugo e collana d' oro a forma di catena con crocefisso annesso (peso 1,5/3 Kg) si è risvegliato più incazzato che mai e ha preso possesso di me. E, no, maliziosetti che non siete altro, non nel modo in cui state pensando. Si è fatto beffa delle mie buone maniere ed ha preso il sopravvento. Questo vuol dire che non vi indorerò la pillola bensì userò epiteti poco consoni ad una signorina e, qualora fosse strettamente necessario ai fini della spiegazione, mi avvarrò di colorite espressioni da perggior bar di Caracas. No, se per caso ve lo stesse chiedendo, non ci sono shortini di rum gratis ma se la giornata non cambia io passerò direttamente alla bottiglia. Enjoy it.