giovedì 30 gennaio 2014

Addii.



A te che sei stato un fedele compagno, versatile in ogni situazione.
A te che hai riempito quei momenti di silenzio assordante con le note giuste, riuscendo a sovrastare il rumore assordante dei pensieri.
A te che mi hai accompagnato attraverso i cieli di mezzo mondo; eccitata verso New York, stanca al ritorno da Dubai, sognante verso Londra, felice alla volta di Roma, Milano, Firenze, Nizza...
A te che mi hai tenuto la mano durante le notti rotte da lacrime e cattivi pensieri.
A te che eri con me durante ogni tragitto in macchina.
A te che eri con me nella corsa verso la laurea, esame dopo esame.
A te che hai chiuso il mondo fuori quando diventata tutto troppo pesante sa sopportare.
A te che sei stato un regalo discusso, ma alla fine utilissimo, per Lui che a settembre sarà mio marito.
A te mi hai salvato dall' esaurimento durante i giorni di buio dopo l' operazione agli occhi; mi hai coccolando dividendo il dolore, alleviandolo...
A te con la tua forma oblunga e magrolina.
A te che hai sudato con me, chilometro dopo chilometro, caloria dopo caloria bruciata, in palestra.
A te che hai coperto le urla che non volevo sentire.
A te che hai battuto il ritmo dei miei passi, durante il cammino della vita.
A te che ho voluto a tutti i costi, di nuovo, quando ti sei rotto suscitando l' ilarità dei dipendenti del centro Apple quando ho speso più che per comprarne uno di nuova generazione.

Perché la musica è vita ed io ho perso la cosa a cui tenevo di più al mondo: il mio IPod.
E non è una questione di materialismo perché era un nano di cinque anni fa vecchiotto e strasuperato.
Avete presente quelle cose che toglietemi tutto ma non il mio Breil?
Quelle cose che hai sempre addosso come un amuleto?
Quelle cose senza le quali la vita non sarebbe la stessa?

Spero che il computer di colui che l' ha trovato ed ha pensato bene di non restituirlo esploda nel momento in cui lo collega per cancellare tutte le mie playlist. E spero che l' esplosione gli causi ferite sparse ed ustioni di grado superiore al quarto. E spero che diventi pure sordo, dopo il boato della suddetta esplosione, così da non poter più ascoltare la musica. E spero che gli cada il cellulare nel cesso mentre va a fare pipì e che un alieno gli bussi alla porta e gli tiri i capelli ad uno ad uno.

Addio mio fedelissimo amico.
E' stato bello. Bellissimo.

Landia.