sabato 14 gennaio 2012

Giornalisti VS Blogger SANGUE! SANGUE!

Metto le mani avanti e comincio questo post dicendo già che non so quanto di vero ci sia nella notizia, magari è tutta una bufala tanto per dar visibilità alla prossima settimana della moda a Milano. So solo che sta facendo scalpore; che le blogger (quelle fashion davvero mica quelle come me) stanno preparando un plotone d' esecuzione fatto di lanci di pomodori marci all' uscita delle sfilate e che le giornaliste vogliono fare muro unendosi a braccetto, nei loro abiti firmati, contro gli avventori del blog sistem per bandirli -una volta per tutte- dalle passerelle. Andiamo con ordine. Tutto nasce, come ogni buona notizia che si rispetti, dal passaparola. Un bel giorno la blogger/giornalista Patrizia Finucci Gallo di PFG Style pubblica un post sul suo blog in cui sostiene di aver saputo da una degli addetti ai lavori (mentre mangiava la ribollita, dettagli non di poco conto) che le giornaliste di moda quest' anno hanno detto NO al colesterolo ai Fashion Blogger alle sfilate! "Se invitate loro, restiamo a casa noi" hanno gridato in un coro degno di Mariele Ventre all' Antoniano di Bologna durante lo Zecchino D' Oro. Non so quanto di questo sia vero e quanto frutto di fantasia ma se volete sapere la mia (embè, se no che minchia ci fate qui :D) io non do tutti i torti all' ordine dei giornalisti. Alt, femmi tutti, lasciate che vi dica perché prima di scagliare il vostro pomodoro marcio contro di me. 


Qual è la prima persona che vi viene in mente se vi dico Fashion Blogger? E, badate bene, che ve lo sto dicendo con aria annoiata e rivoltata! Esatto. La risposta è giusta: quella spaccia insalata andata a male della bionda Chiara Ferragni. E' inutile star qui a disquisire se si merita o no di stare alle sfilate e di ricevere tutta l' attenzione che riceve perché non è compito nostro. Però, onestamente, a me non me ne può sbattere di meno di quale bizzarria sceglie di buttarsi addosso per andare a sedersi in prima fila tra Belen ed Elena Santarelli. Quindi, io che sono il consumatore finale, sono d' accordo nel dire che la categoria di Blogger che lei rappresenta, ovvero quella di coloro che postano Autfits, può benissimo starsene a casa loro nei pressi di Busto Arstizio (non c' entra un cavolo ma mi piace come suona Buusto Arstiiiziooo) e farsi fotografare con quello che avrebbe indossato alla sfilata. Tanto agli stilisti loro interessano solo per la pubblicità (che poi anche questo è relativo: se io ho tanti soldi non c'è bisogno che me lo dica tu, cara bionda, di andarmi a comprare una borsa di Stella McCartney) quindi che continuassero a mandargli i loro prodotti da sciolinare sul blog e Amen. E' abbastanza chiaro che la loro presenza, dato che dopo non sono capaci di mettere due parole in croce per descrivere ciò che hanno visto e sentito, è superflua. Se hanno bisogno di fare numero che si portino, che so, gli amici o i compagni dell' asilo!

Gli altri Fashion Blogger, quelli che si definiscono seri, quelli che dicono di saper scrivere e di avere dei buoni contenuti da esporre hanno gridato alla vendetta. Hanno risposto ai giornalisti con post di denuncia e abnegazione. "Iooo sono bravo, stronzo di un giornalista!" hanno scritto all' unisono sulle loro isole virtuali come slogan a sostegno di un' unica fede.
E da qui arriviamo alla spinosa questione della distinzione tra Fashion Blog di outfits e quelli di contenuti e quindi coloro i quali dicono che invece meritano di stare in mezzo agli addetti ai lavori. Sinceramente sono dell' idea che nemmeno la loro visione della sfilata sia oggettiva e fine allo scopo di un blog. Se voglio leggere un commento serio e ben argomentato, scritto da una persona davvero competente compro Vogue. Il blog, invece, nasce (e deve rimanere tale e fedele) come un diario personale in cui il blogger scrive il suo personale punto di vista. I blogger, quelli che sono seri e "competenti", si sforzerebbero di usare un linguaggio troppo forbito e di scegliere espressioni ed epiteti lusinghieri per quello che hanno visto e questo porterebbe soltanto ad avere una copia un po' più terra terra di quello che già viene riportato sulla carta stampata. A cosa servirebbe? Sarebbe comunque una spiegazione fatta di termini tecnici magari cercati su internet o scopiazzati da questa o quella rivista patinata attua solo a far aumentare il numero delle visite. Ma, a questo punto, che senso ha avere un blog? Che senso ha ricercare, attraverso il web, il contatto diretto con le persone se poi l' unica cosa che gli si propone è una zuppa di Tartan e Seta già mangiata? L' idea del blogger si perderebbe dietro la voglia di apparire sapiente in fatto di moda; si nasconderebbe nei meandri dei complimenti per ringraziare tacitamente questo o quel PR che gli ha fornito un biglietto per il paese dei balocchi. E, così facendo, siamo di nuovo punto e a capo. Perché, come spero sia chiaro a tutti, ai PR non interessa il vostro punto di vista. Interessa la pubblicità.

Io mi posso definire blogger solamente perché ho un blog. Nient' altro. E' tutta una pura formalità. Io ho un blog perché mi piace scrivere ma non scrivo esclusivamente di moda (ne di altro) ne ho le competenze adatte da potermi arrogare il diritto di spiegarvi il perché una sfilata è riuscita o no. Quindi, alla fine dei conti, è chiaro che la mia presenza ad un fashion show sarebbe superflua.
Di una sfilata vi potrei raccontare l' emozione dell' attesa. Potrei raccontarvi dei bizzarri abbinamenti di Anna Dello Russo e della raffinatezza di Franca Sozzani. Della magrezza impressionante e della malvagità che traspare dal gelido sorriso di Anna Wintour, nemmeno fosse un personaggio di un cartone animato di Tim Burton. Vi potrei fare un resoconto del mio elettrocardiogramma pieno di punte quando le luci si spengono e magari i commenti indiscreti, annoiati o mortificanti di quelli che avrei intorno. Vi potrei descrivere i vestiti che mi sono piaciuti ma non con paroloni; vi direi soltanto che alcuni li avrei comprati perché avano toccato le mie corde ed altri no perché erano improponibili al punto tale che anche a Carnevale sarebbero stati fuori luogo.
Io, essenzialmente, di una sfilata vi potrei raccontare le mie sensazioni. E allora si che adempirei al mio "mestiere" di blogger ma -obbiettivamente- sarebbe più una lettura di piacere o curiosità piuttosto che di informazione. Nulla di più.
Lasciamo che ognuno faccia il proprio mestiere e teniamo a mente che chi parla di moda ha compiuto un percorso di studi e formazione che l' hanno portato a sedere su quelle poltrone ricoperte di lustrini dorati. I blog devono essere una voce fuori dal coro, vicina al popolo, che riesca a far sentire il lettore parte di qualcosa.

Se il blogger decide di andare alla sfilata con l' ottica di raccontare la sua idea e le sue sensazioni e NON per sostituirsi al giornalista di moda cercando di dimostrare a tutti i costi di essere migliore e meritevole allora SI che i blogger sarebbero una fonte unica in primis per i lettori. Ma se così non fosse allora che se ne stiano tutte alle loro case e che lascino la possibilità di lavorare serenamente chi di dovere. 

Robi.

Adesso, se volete, tirate pure fuori i vostri pomodori. Io prendo una zuppiera e facciamo un' insalata.
Non bionda, però.

18 commenti:

  1. STANDING OVATION!!!!!!!
    E' esattamente quello che penso, la blogger non è una giornalista.
    Non sopporto le ragazze che si atteggiano come very important people perchè sono state invitate. Quelle sono esperienze uniche che dovrebbero essere riportate al lettore dal proprio punto di vista e non facendo finta di essere grandi esperti.

    Era ora che qualcuno separasse le due cose.
    Secondo me si stava abbassando troppo il livello, chi se ne intende sul serio ha ragione di presenziare.

    RispondiElimina
  2. Concordo pienamente con te.
    Anche perchè altrimenti che differenza ci sarebbe tra una persona che apre un blog e si professa come uno spettatore e poi scrittore oggettivo di ciò che vede e un'altra che invece, scusate il termine, si è fatta un culo tanto per studiare un minimo di grammatina italiana, imparare a scrivere e sedere su un'agognata sedia di qualche rivista seria.
    Anche a me è capitato di partecipare ad un evento(non di certo a una sfilata) ma quello che poi ho potuto raccontare è stato il mio punto di vista, soggettivo, per cui tutto è stato bello, perfetto etc. non avendo le reali competenze che so' per dire che la carne del buffet non era cotta al punto giusto o chi presentava si è dimenticato qualcosa.
    Per cui i blogger alle sfilate che vanno solo per farsi vedere con abiti improponibili è meglio che se ne stiano a casa e il lavoro lo lascino fare a chi se ne intende davvero!
    Un bacio! :)

    RispondiElimina
  3. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Robi, grazie per il tuo intervento molto articolato. Credo sia ora di ridefinire il mondo delle fashion blogger e di raccontare l'intero meccanismo. La discussione è stata animata e ho visto tantissime fashion blogger difendere la categoria dei giornalsiti (se mai ce ne fosse bisogno). Questo dimostra la necessità di una regolamentazione, soprattutto per chi svolte questa attività come fosse un lavoro. Sulla Ferragni ci tornerò domani e poi chiuderò il tema. La notizia mi è stata data, a cena. Eravamo al dopo Pitti e stavamo aprlando di questo. No ho fornito il nome della giornalsita perché mi è stato detto che faranno un comunicato. Perciò ho rispettato i, loro tempi. Ho aggiornato con un nuovo post sulla regolamentazione. Ci tengo a un tuo parere. Grazie ancora per avermi dato spunti interessanti PFG

      Elimina
  4. Ciao Robi,
    d'accordissimo con il tuo punto di vista e ribadisco che la responsabilita', in primis, della situazione che si e' creata, e' innanzitutto degli stilisti che pur di avere un pezzettino in piu' di pubblicita' ( gratis) hanno cavalcato il fenomeno blogger fino a raschiare il barile.
    Rigruardo alla regolamentazione, ritengo che sia a carico di chi fa gli inviti selezionare i blogger in base ai contenuti, come si fa qui a Londra.
    Io a settembre ho avuto il mio blog scrutinato all'ingresso ( avevo fatto in ritardo la rgeistrazione) e poi mi e' stato rilasciato il pass. Sono sicuro che se avessi avuto un blog di outfit e basta non sarei entrato. Questo bisognerebbe fare...o comunque sarebbe almeno l'inizio.

    RispondiElimina
  5. non sono d'accordo con quello che dici Robilandia

    è vero che le blogger onnipresenti in Italia non sono né simpatiche né competenti o dotate di un particolare buon gusto, ma è pur vero che grazie ai loro blog molte persone hanno avuto la possibilità di vedere eventi, sfilate ecc che prima non avrebbe mai potuto vedere se non attraverso le fredde recensioni delle riviste o dei blog professionali

    una recensione della camera della moda sarà professionalissima ma manca dell'anima

    se i blogger non possono più partecipare a eventi ecc si torna daccapo, non ci sono più contenuti interessanti da condividere ma solo outfit e pensieri vaghi

    io non lo trovo giusto

    i blogger vanno migliorati ma non si può tornare indietro

    poi credo che sia inutile continuare a fare la morale sui blog di outfit, dicendo che sono esibizionisti ecc ecc

    insomma è quello che attira di più e lo sapete anche voi, i blog solo di contenuti sono deserti, nessuno se li fila
    bisogna adeguarsi, con furbizia, ai tempi che corrono
    peccato che i furbi siano sempre le persone meno dotate, ma basterebbe un pizzico di furbizia davvero per riuscire a farsi notare pur non essendo solo delle sciocchine ubriacate di se stesse

    RispondiElimina
  6. ps per esempio prendi anche i blog di Betty o di Cherry Blossom, foto e stile a parte, non mi pare che ci siano grandi contenuti, però sono i blog più quotati e le blogger più stimate al mondo, ambasciatrici online di Chanel per dire
    e non mi pare che facciano recensioni o altro, i contenuti sono spesso ridotti all'osso e superficiali, evidentemente esistono altri modi di comunicare, solo che noi in Italia non abbiamo la finezza e il buon gusto necessari per riuscire a impostare dei prodotti di alto livello come quelli

    RispondiElimina
  7. secondo me blogger e giornalisti dovrebbero avere entrambi la possibilità di accedere ad una sfilata, certo non tutti e non a caso, ma penso che la voce del popolo, il gusto personale debba essere affiancata a quella di esperti e competenti... anche perchè a pochi interessa conoscere tutti i tipi di tessuti utilizzati, ma è ben più utile sapere se quel capo è portabile o meno... se poi un blogger vuol fare l'erudito/a oltre che l'esperto, beh allora è meglio che resti a casa a mangiare lattuga scondita!

    RispondiElimina
  8. Devo dissentire con l'anonimo che dice:" i blog solo di contenuti sono deserti, nessuno se li fila". Io scrivo un blog "di contenuti" come lo definisci tu, nel senso che non posto miei outfits ma parlo di stilisti emergenti, e ti posso assicurare che non è come dici tu, sia per le viste che il mio blog genera, sia per la quantità di blog e magazines che esistono in rete ben prima che nascessero i blog di outfits, semplicemente la seconda categoria è quella che sta riscuotendo più successo in questo momento... C'è tutto un sottobosco di blog di moda e design a cui spesso attingono le riviste stesse, quindi non trovo del tutto giusta la distinzione blogger-giornalisti. E' sicuramente diverso il punto di vista con cui queste due categorie si approcciano alla descrizione di un evento: mentre il giornalista ha un approccio più tecnico il blogger è una figura in un certo senso più vicina al pubblico. Non credo andrebbero eliminati tutti i blogger dalle sfilate, nè che i giornalisti si debbano sentire minacciati, sta tutto nella definizione dei ruoli. E magari i pr potrebbero selezionare di più i blogger che invitano, basandosi magari sulla loro capacità di scrittura e non solo sulle visite .. Ma infondo, se alle sfilate ci vanno le veline, perchè non ci possono andare le blogger di outfits?

    RispondiElimina
  9. Sono in parte d'accordo con te. La blogsfera è piena di fashion-blogger, nella stragrande maggioranza dei casi "senza arte nè parte" e non se ne può più!
    Non capisco però perchè un giornalista si dovrebbe sentire "minacciato" da un blogger e addirittura impedire loro di assistere alle sfilate. Un post è un post. Un articolo di giornale è tuttaltro. Sono diversi i fini, nella maggior parte dei casi anche i pubblici di riferimento. Piuttosto dovrebbero prendersela coi direttori di giornali che sempre più spesso utilizzano le blogger come inviate (per farsi pubblicità su iblog di queste ultime!) e fanno scrivere loro gli articoli!

    RispondiElimina
  10. Monica non metto in dubbio che il tuo blog o altri avranno visite e saranno presi in considerazione da riviste ecc
    però dobbiamo ammettere che per esempio ai secret places di Vuitton chi ci hanno invitato? la ferragni e compagnia bella, ed erano eventi davvero belli con un sottofondo culturale notevole, ovviamente poi come sono stati recensiti da queste blogger è un altro paio di maniche
    ma non mi pare che ci abbiano invitato blogger brave che scrivono e basta

    si parla sempre della Ferragni perchè l'argomento evidentemente piace, nel bene e nel male, a noi italiani piace il pettegolezzo, la velina a cui trovare il naso ritoccato o il buchetto di cellulite

    è così secondo me

    RispondiElimina
  11. Anonimo: hai ragione, ma credo che questo dipenda sempre dai sopra citati pr. Un esempio tutto italiano di blog di contenuti che partecipa ad eventi è Frizzifrizzi, che collabora con alcuni brand di grande prestigio (Montblanc o Dom Perignon sono solo esempi).. Se Vuitton ha deciso di collaborare con la Ferragni il motivo si deve imputare a dinamiche che noi non conosciamo, in ogni caso credo che la maison non abbia bisogno di lei per arrivare al grande pubblico di teenagers cui il suo blog si rivolge (in parole povere: credo che il successo della Ferragni derivi da contatti che lei aveva nel mondo della moda precedentemente al successo del suo blog, ma questa è solo una mia opinione). Poi che in Italia il fenomeno dei blog un po' più frivoli abbia avuto un boom è innegabile, ma dato come funziona questo paese, fatto di veline , subrette e attorucoli non me ne stupisco affatto. Se non altro gli dobbiamo il fatto di aver posto l'accento su un fenomeno che nel resto del mondo è consuetudine da anni. Poi, credo che la bolla col tempo scoppierà da sola...

    RispondiElimina
  12. "I blog devono essere una voce fuori dal coro, vicina al popolo, che riesca a far sentire il lettore parte di qualcosa."

    Mi piace molto questa definizione. Io sinceramente non saprei come schiararmi, mi piace l'idea che le sfilate siano aperte anche alle blogger che amano la moda, ma condivido il tuo punto di vista. In più sinceramente non credo che mi interesserebbe poi molto andare alle sfilate, cosa c'importa dell'ultima tendenza che poi possiamo vedere comodamente in pigiama su style.it?

    Mi piacerebbe che ci fosse una definizione per i blog che scrivono di moda invece che postare outfit, io spesso vengo definita Fashion blogger, mentre in realtà non pubblico outfit e quasi non ci sono mie foto.

    RispondiElimina
  13. sinceramente credo che Frizzi frizzi sia un tipo di blog della vecchia generazione, ma oggi i giovani preferiscono prodotti come le blog de betty o the cherry blossom o al limite un nostrano Rock e Fiocc
    i blog stile rivista virtuale non segnano un punto di rottura con il passato e poi non possiamo sapere quanto liberi siano anche loro

    RispondiElimina
  14. si, la Ally è giustyssima, te la presento volentieri, ma probabilmente della categoria ne conosci già..

    brivido terrore raccapriccio!

    Fra

    RispondiElimina
  15. Hai ragione. In ogni caso, come hai scritto, bisogna distinguere FB e FB.
    L'Italia è il paese che non conosce la meritocrazia. Si va avanti per conoscenze, mazzette o perché si ha avuto la fortuna di essere nel posto giusto al momento giusto, forse per questo siamo allo sfascio.
    L'anonimo che dice che le bloggers ci hanno permesso di entrare nel mondo delle sfilate ha ragione a metà. L'hanno fatto si, ma come? Con foto scarne, scure e sfocate? Allora apro sky e mi guardo i canali di moda in alta qualità. E poi ricordiamoci che alcuni mondi rimangono fatati proprio perché non è concesso a tutti di entrarci.
    E come dice Roby non serve che mi si dica di comprare Stella McCartney, Chanel o LV... se ho i soldi e me lo posso permettere so già cosa comprare, loro dovrebbero essere l'intermediario tra noi comuni mortali e loro stelle della moda, dare suggerimenti, aiutarci ad entrare in quel mondo, invece è tutto un ostentare ostentare ostentare.

    RispondiElimina
  16. mondi fatati? inaccessibili? nel 2012? no secondo me questo non funziona più
    siamo nell'era dei social network, le case di moda hanno le pagine su facebook dove postano foto sfocate e alla buona per rendere le persone partecipi in maniera diretta e noi italiani ancora a parlare di mondi esclusivi? no, non esiste proprio secondo me...

    che poi oggi ormai nessuno abbia più voglia di condividere il proprio stile è pur vero, oggi tutti postano foto di outfit per fare a gara a chi è più figo, chi ha più soldi, chi si è accaparrato il pezzo più cool del momento, è vero è vero, purtroppo la situazione è degenerata, ma non è sbagliata in sè l'idea di fashion blogging e di postare outfit o scrivere recensioni alla buona, è l'uso che le persone ne hanno fatto

    RispondiElimina
  17. io credo che le blogger soprattutto le donne e non le frociare siano molto utili ai giovani stilisti o designer in generale(chi se li caga però...)sono papere si sa...ma credetemi ne ho conosciute davvero tante competenti che mi hanno portato fortuna........i giovani stilisti si sa vengono calcolati pochissimo ma le blogger in tanti casi aiutano per davvero......ovvio mai scavalcare i giornalisti...però credo che un connubio tra blog e rivista ci possa essere...e male non farebbe......

    RispondiElimina

Dimmi la tua!