mercoledì 29 agosto 2012

One way or another. Chapter 5




'L' ho trovato davanti il portone della villetta al mare' confesso. 
Il sole è sorto da un' ora circa e dalle persiane, leggermente aperte, si riversano raggi timidi sul pavimento di legno scuro. Le pareti bianche sono illuminate dai bagliori. 
L' arredamento è minimal, come piace a me. Non ci sono fronzoli ne suppellettili. Un armadio quattro stagioni dello stesso legno del pavimento alla destra del letto e una toletta della fine del secolo scorso dall' altra parte. E' ancora un po' impersonale ma conto di dargli un mio tocco quando mi trasferirò qui definitivamente. Magari comprerò delle stampe in bianco e nero o appenderò delle foto d' autore. 
Se non fosse per le quattro foto appese accanto la porta potrebbe tranquillamente essere la camera da letto di chiunque. Due, scattate a Central Park quando ci siamo messi insieme, sono incorniciate da un sottile bordo di legno chiaro. La terza l' abbiamo scattata alle Maldive, nel giorno del nostro terzo anniversario. La spiaggia, il mare cristallino e la sabbia lattiginosa, fa da sfondo a due sorrisi divertiti. L' ultima è senza cornice: sono passati solo pochi mesi e risale alla sera della proposta di matrimonio. Ritrae le nostre mani incrociate sull' anello di fidanzamento, in bianco e nero scattata con il cellulare.  
Aspetto che Giorgio mi dia un segno di vita per continuare a raccontare della sera prima. 
'Come faceva a sapere che eri li?' chiede lui. Il suo respiro mi colpisce sulla schiena, mi abbraccia più forte, il suo polso si frappone fra i miei seni e con le lunghe dita mi accarezza il collo bagnaticcio. Fa caldo, un caldo umido e quasi doloroso che ti toglie le energie. E, nonostante il caldo, lui stringe più forte. Capisco che non si aspettava di dover affrontare questa conversazione. Non si aspettava che Ettore ritornasse a forza nei nostri discorsi meno di quattro mesi prima del matrimonio. 
'Era con sua madre al supermercato in paese, la mattina della festa. Li ho incontrati per puro caso alle casse, non lo vedevo dal giorno in cui ci siamo lasciati' spiego. 'Immagino che abbia intuito che avevo già traslocato al mare' 
'Mmmm' annuisce Giorgio con un mugito. 
'Che c'è?' domando. 
'Niente'  
'E allora perché muggisci?' insisto. Mi giro su un fianco e mi metto di fronte a lui. Due spesse e scure occhiaie gli circondano gli occhi spenti. I capelli scombinati gli conferiscono l' aria sexy dei dottori delle serie tv americane. Un misto tra George Clooney in E.R. ed il dottor Sheperd di Grey's Anatomy, dopo che hanno fatto sesso su una barella con una qualche infermiera consenziente: una delizia per gli occhi, insomma. 
Mi porta una ciocca di capelli dietro l' orecchio e scivola sulla mia guancia, accarezzandomi con due dita. 
'Elena non voglio che qualcuno, che dovrebbe essere morto e sepolto nel passato, mi rovini questo momento' dice Giorgio. Sembra calmo. Sembra... 
'Non ci sta rovinando proprio nulla' cerco di rassicurarlo. Gli accarezzo il petto nudo.
'Sei spuntata a casa mia in piena notte in lacrime. Non è normale' sbotta. Si mette a sedere sul letto ed incrocia le braccia sul cuore. Capisco che la cosa l' ha sconvolto.
'Mi dispiace' biascico. 
'Non voglio che ti scusi, Elena. Voglio solo che non succeda più. Voglio saperti al sicuro, perché non ti trasferisci qui per il momento? Il fatto di poterti avere qui tutte le notti mi rassicurerebbe molto' 
'Sei serio?' gli chiedo fissandolo negli occhi color nocciola. 
'Assolutamente' dice risoluto. 
Scoppio in una risata fragorosa. Qualcosa, dentro di me, si è mosso. Un senso di paura. Ma di cosa? Non riesco ad afferrare il pensiero, che si perde tra gli altri nella mia testa piena di confusione. 
'Perché ridi, Elena?' continua serio. 
'Perché non ho bisogno di una balia!' il tono della mia voce risulta un po' più acuto del consentito. Abbasso lo sguardo sulle lenzuola di cotone e liscio l' angolino di materasso sotto di me. 
Gli afferro il mento, leggermente ispido dall' accenno di barba, e lo costringo a guardarmi negli occhi. Siamo nudi, uno di fronte all' altra, nel silenzio della nostra casa. 
'Giò, ascoltami, quello di ieri sera è stato un caso isolato. Non ricapiterà più. Era inaspettato e mi sono lasciata trasportare dai ricordi dolorosi ma il mio futuro è rosa e non ho nulla di cui preoccuparmi. E nemmeno tu. Sopratutto tu' gli sorrido e gli poggio l' indice sul naso appuntito e un po' screpolato dal sole della settimana scorsa. 
'Almeno vieni in Francia con me. Non mi va di lasciarti due settimane completamente da sola al mare' 
Giorgio deve raggiungere Nizza, nel sud della Francia, per partecipare ad un importantissimo intervento programmato da mesi. L' equipe è stata formata scegliendo i migliori chirurghi d' Europa e il suo primario gli ha chiesto di accompagnarlo. Si tratta di un ricco signore arabo. O forse indiano? Non ricordo, ma non credo che sia fondamentale. La cosa fondamentale è che dovrà stare via per due settimane e il solo pensiero di stare lontana da lui per così tanto tempo mi fa tremare. Ma non posso andare con lui. Non posso proprio. 
'Sai che non posso, ne abbiamo già parlato' gli ricordo. 
'Le tue sono scuse sciocche: sai benissimo che alla fine farai come diranno loro' 
'Ma devo almeno tentare di salvare il salvabile' sbuffo. Mi accascio sul letto disarmata. Mi aspettano due lunghissime settimane con mia madre e mia suocera alla ricerca del mio abito da sposa. Anzi, per fare onore alla verità, dei miei abiti da sposa; a quanto pare non sarà uno solo. Tremo al solo pensiero. 
'Vieni in Francia, Elena' ripete. Me lo sta ordinando, o sbaglio? Il suo tono è asciutto come quello di un papà che ordina a suo figlio di andare immediatamente in camera sua in punizione. 
'Non posso stare via due settimane. Ti raggiungo venerdì prossimo, come avevamo stabilito' lo rassicuro. 
'Promettimi almeno che rimarrai in città. Oppure vieni a dormire qui, se preferisci, ma non andare al mare' continua lui. 
'Non essere sciocco. Ma cosa ti preoccupa? Pensi che possa lasciare l' uomo più meravigliosamente bello, intelligente, romantico, dolce e comprensivo che abbia mai incontrato per correre tra le braccia di un farabutto che mi ha spezzato il cuore? Lo vedi questo?' gli chiedo indicando l' anello di fidanzamento che porto all' anulare sinistro. Lui annuisce. 'Questo significa che io ho scelto te. L' ho fatto quando ho accettato di diventare tua moglie e lo continuo a fare, giorno dopo giorno, rimanendo con te nonostante tutto' 
'Nonostante tutto?' chiede lui scettico. 
'Due lunghissime settimane in cui dovrò affrontare il fronte unito delle nostre madri che hanno come unico obbiettivo quello di farmi impazzire, se non è amore questo' sbuffo. 
'Però vogliono farti impazzire in un abito di couture da migliaia di euro' sorride. 
'Ahhhhhhh' grido. Mi getto a letto e mi metto il cuscino sulla faccia. 
Sento Giorgio ridere di gusto e capisco che il malumore di un momento fa si è dissolto. Il nostro rapporto è solido come l' oro e resistente alle intemperie come le nuove porte di alluminio che ci hanno appena montato. Nessuno riuscirà a separarci, tantomeno Ettore. 

'Abbiamo pagato sei mila euro per una porta?' gli domando scioccata. Sto catalogando tutte le fatture pagate per le modifiche alla casa di Giorgio prima del mio arrivo definitivo. 
'Sono le migliori in commercio. O, perlomeno, così ha detto l' arredatore mia madre' conferma Giorgio baciandomi sulla tempia sinistra. 
'Vengo con te in Francia' borbotto. 
'Davvero?' chiede lui sorpreso. 
'No' 
'Ahhh' sospira deluso Giorgio. Addenta la fetta biscottata integrale, spalmata di burro, che tiene in mano mentre rigira il caffé con un cucchiaino.  
'Non posso lasciare che combinino altri danni. Ma credi davvero che abbiamo bisogno di porte da sei mila euro? Ed i vetri infrangibili antriproiettili per la veranda sul retro? Per raggiungere la veranda bisogna essere già dentro casa ed a quel punto il ladro potrebbe fare quel che vuole di noi!' commento. 
'L' ho fatto presente all' architetto ma tua madre ha obbiettato che con i tempi che corrono non si è mai troppo prudenti!' 
'Mia madre lascia le chiavi attaccate in macchina! Cristo, non credo di riuscire ad andare avanti così fino ad ottobre. Sposiamoci domani, in segreto. In un comune qualsiasi' 
'Basta lamentele, Elena' mi riprende Giorgio. Non riesco a capire se è serio oppure no. Se non lo è, comunque, finge molto bene. 
E' ancora seccato per la storia di Ettore? Credevo che si fosse risolto tutto. Decido di non dire più nulla e continuo a fissare le fatture di tutte le spese fatte per la casa. Mi viene il voltastomaco: stiamo accumulando un sacco di cose inutili e ci stiamo lasciando sopraffare. O è solo una mia sensazione? Giorgio sembra così tranquillo, a suo agio. Accetta di buon grado tutte le assurdità legate ai preparativi e alle modifiche che stiamo facendo a casa sua affiché diventi nostra. Ma di chi è in realtà? Di certo, io non c' entro nulla con le porte in acciaio reversibili da sei mila euro. 
'Tesoro io vado, passo in ospedale poi corro direttamente in aeroporto' annuncia Giorgio alzandosi dallo sgabello appoggiato alla cucina. 
Si avvicina a me e mi confonde con il buon profumo della sua pelle misto al dopobarba e all' odore di bucato fresco della camicia. Mi poggia le braccia sulle spalle. La sua fronte è sulla mia. 
'Andrà tutto bene. E se queste porte ti creano tutti questi problemi, ti prometto che le faremo smontare appena torno, ok?' 
Annuisco e mi lascio sopraffare. Ma da emozioni belle questa volta. Da quel bruciore che si irradia dalla punta del cuore a tutto il corpo. Quella sensazione di calore che ti tappa le orecchie talmente è piacevole. Quell' aspetto dell' amore che ti fa camminare mezzo metro sopra il pavimento in ceramica lucida bianco latte brillante da trentotto euro la mattonella. L' ho appena letto sulla fattura. 
Raccolgo i piatti della colazione e li poso nel lavello; Giorgio ha due pesone di servizio che lavorano per lui a tempo pieno essendo la casa troppo grande ed avendo lui poco tempo per occuparsene. Anche perché, ammettiamolo, con il lavoro che fa, se non ci fosse qualcuno che gli rassettasse le camicie e che gli preparasse un pasto caldo ogni sera se ne andrebbe in giro come un barbone e vivrebbe di panini e cibo da asporto. 


Uscivamo insieme da poche settimane. In maniera ufficiale, s' intenda. Ma da quella sera piovosa di ottobre non c' eravamo mai lasciati. Era nata come una bella amicizia, che camminava sui binari rassicuranti delle uscite senza impegno in cui non era necessario pettinarsi i capelli e passarsi il mascara sulle ciglia; in cui potevi indossare una t-shirt un po' larga sui fianchi e dei jeans scoloriti senza che nessuno obbiettasse che il tuo abbigliamento non avrebbe fatto colpo nemmeno su un cieco. 
Passeggiavamo per ore a Central Park; andavamo a vedere mostre ed istallazioni bizzarre di visionari che alcuni si azzardavano a chiamare artisti al MoMa; abbiamo scoperto nuovi posti a New York, di quelli che non trovi nelle guide turistiche. Eravamo usciti a cena tutte le volte che Giorgio non aveva da fare in ospedale (non molto spesso, in effetti). Tra di noi, dopo la mia prima crisi di pianto, si era cucito un sottile strato di stoffa che ci univa senza legarci davvero.
'Alla fine me ne sono andata. Sono fuggita, sono scappata da una realtà che non mi piaceva più. Ci vuole coraggio per questo!' dissi. Stavo masticando il gambo di un fiore in un ristorante alternativo nel Village.
'Non voglio offenderti Elena ma non sei stata coraggiosa, anzi' mi rispose lui risoluto.
Lo fissai scioccata per un istante. Avevo lasciato l' uomo che amavo più di ogni altra cosa al mondo e avevo attraversato l' oceano, abbandonando famiglia e amici, abbandonando tutto ciò che mi era familiare, e non ero stata coraggiosa? Non potevo credere alle mie orecchie.
'Elena questa storia che in amor vince chi fugge è una sciocchezza che l' essere umano si è inventato per preservarsi; una sorta di vaccino dell' amore. Ma la verità è che in amore vince chi ha le palle di restare e affrontare i problemi' mi spiegò.
In quel momento capii che lui non se ne sarebbe andato. Ed ero felice di quel pensiero.

Continua...


6 commenti:

  1. A me Giorgio sta antipatico. Oh.
    L'ho detto.

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  2. Oh, a me 'sto Giorgio continua a piacere...

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  3. Nuuuu non mi piace pe' niente!
    No, Giorgio NO! Ecco.

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  4. Certo non e' la reazione che avrei avuto io, questo Giorgio ha un equilibrio fuori dal comune!!!! Perche' vuole sposarla con tale ostinazione? Non e' che ha qualche conto in sospeso con Ettore?????
    Monica

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  5. Ultime parole famose di Elena che dice "non ti lascerei mai per quello stronzone di ettore"... vedremo vedremo

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  6. Io di solito tifo per i bravi ragazzi...ma non lo so...devo ancora capire che tipo è questo Giorgio per schierarmi :)

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