lunedì 15 febbraio 2016

Giorno 46 - Una questione di sopravvivenza.

Giorno 46 - 15 Febbraio 2016 

Quando ero incinta (quindi giustificatamente grassa) i consigli su come crescere il neonato in arrivo si sono sprecati. Ognuno che mi vedeva doveva dirmi come aveva fatto o come riteneva fosse giusto crescere un figlio. Ognuno aveva la sua idea sul ciuccio, sul lettone, sul vestiario... Per ogni argomento, però, trovavi chi ti diceva bianco e chi ti diceva nero e tu, piccola quasi puerpera inesperta, cercavi di barcamenarti tra i consigli.

Domani saranno sette mesi che sono madre (Come vola il tempo, eh?) (Si, ormai parlo come mia nonna) e ho capito una cosa: crescere un figlio è una mera questione di sopravvivenza.
Non ci sono regole precise ne esperienze che, davvero fino in fondo, possono esserti davvero utili.
Quando sarai sfatta e sfinita da una giornata infernale con il nano lo metterai a dormire nel lettone e fanculo se si abitua: quelle ore di sonno saranno preziose come un' oasi nel deserto.
Quando sarai finalmente riuscita ad uscire di casa dopo l' ennesimo pannolino radioattivo e il nano avrà fame, fanculo l' allattamento esclusivo: prepari un biberon di acqua calda e sette misurini di latte Humana e le tue tette sono salve. Perché, almeno per me, l' incubo iniziale dell' allattamento è stato questo: dovermi spogliare in centri commerciali, case di amici, parcheggi, libri auto viaggi fogli di giornale... Quando la Pupina ha compiuto tre mesi ho messo fine a questo strazio e, se aveva fame, fuori c'era il biberon, dentro la tetta. La vita mi è radicalmente cambiata perché ero arrivata al punto di voler seriamente smettere di allattarla.
Lo so che è la pratica più naturale del mondo ma le tette io le preferisco nel reggiseno quando sono fuori casa, sicché...
Quando farla mangiare sarà un miracolo fanculo il pollo biologico allevato a terra e nutrito a cereali sgusciati a mano dal nonno di Heidi: santissimi vasetti Plasmon, voi mi avete risolto la vita.
Che ora c'è tutta la cultura del biologico e della super mamma che, puntualmente, mi fa sentire una merda perché non frullo a mano la trota che ha risalito i fiumi della Val D'Aosta (che ho ovviamente pescato io stessa a mano). Io sono cresciuta a biscotti Plasmon con Olio di Palma (che poi, se solo vi informasse un pochino...) e vasetti guardatemi adesso! Beh, magari proprio adesso no che c'è della pancetta in più ma qualche anno fa.
Sul ciuccio ho avuto le critiche più dure. Inizialmente mia figlia di prenderlo non voleva proprio saperne. Per tre mesi ho insistito con risultati vani di farglielo accettare fino a che, un bel giorno, mentre eravamo alle Canarie, ha deciso che le andava. Per me è stata una salvezza: le da un conforto immediato e si calma all' istante. Riesce ad addormentarsi da sola e la notte, se si sveglia, la calma subito senza bisogno di tetta o altro. Sul profilo Ig di una mamma social che seguo, Elise (questo il suo blog) ho letto questa frase che per me è la sintesi di tutto "Ero contraria al ciuccio prima di diventare madre". So che, probabilmente, levarglielo prima dei due anni sarà dura ma, come ho detto: un giorno alla volta. Sopravvivenza.

Dopo questo post, immagino, chiamerete i servizi sociali perché sono una madre snaturata. E magari avete pure ragione ma io sono dell' idea che ogni mamma sa quale sia il meglio per il proprio cucciolo; nessuna metterebbe di proposito in pericolo il proprio figlio. Non voglio passare per lavativa ma, appunto, bisogna sopravvivere alla maternità meglio che si può. Ciò non toglie che l' amore che provo per Rossella è immenso. Come ogni mamma.

Robi. 






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