giovedì 15 marzo 2012

Capelli sporchi e amori adolescenziali.

Domani, come avranno capito tutti, sopratutto i vicini dopo la prova audio di ieri sera, è il compleanno di Madre. La suddetta ha deciso di dare una festicciola a casa nostra. Senza chiedere permessi di alcun tipo. Così, da che tu sei tranquilla nella tua stanza, a che spariscono sedie e tavoli da ogni dove perché il signore del catering ha detto che bisognava armonizzare la casa e che sedersi, ormai, è out. Per tal motivo, io e Madre, siamo andati al centro commerciale per comprare i beveraggi vari per la suddetta festicciola. Non ho voluto sapere quanta gente ci fosse nella lista degli invitati ma a giudicare dalla frenesia con cui Silvana nascondeva cristalleria ed argenteria (dovete sapere che la nostra signora delle pulizie è fobica: quando abbiamo gente a casa bisogna nascondere tutto. Anche se sta venendo mia nonna a chiedere un po' di sale. Madre ha tentato di spiegarle che nessuno ruberà le bomboniere della cresima di mia sorella Regina ma non ha voluto sentire storie: se viene gente in casa si deve posare tutto. TUTTO) e dalla quantità di alcool che sarà presente non dev' essere un numero irrisorio. A meno che non siano un gruppo di alcolisti conosciuti e quindi i litri d' alcool si giustificano così. Si vedrà. Domani.
Comunque, non era della Madre' s festa che volevo parlarvi. Né dei suoi amici alcolisti. Nè, tanto meno, dei problemi della signora delle pulizie con l' argenteria. Questo era solo il prolisso preludio che spiega il perché, questa volta in particolare, io mi sia recata al centro commerciale.
Si, è vero, potevo scrivervelo in due parole ma, a 'sto punto, che senso ha avere un blog?


Cappio! S'è appena tolta la luce.
Uhh è tornata.
Mio papà, allo studio, starà smadornando in dodici lingue diverse perché gli si sarà spento il pc.

Quando vado al centro commerciale, di solito, assomiglio ad una profuga albanese appena sopravvissuta a dieci giorni e dieci notti di navigazione per raggiungere le coste del Bel Paese. Oggi non ero da meno. Anzi, ero combinata peggio del solito causa ciclo/mancanza di sonno/studio/preparativi Madre' s Festa.
Avevo i capelli sporchi di tre giorni. Sporchi proprio da fare schifo, insomma. Legati in una stretta crocchia; infarciti di così tanta lacca che, se toglievo l' elastico, rimanevano su da soli. Senza un filo di trucco, con la pelle a chiazze e le occhiaie teneramente poggiate sulle tette, tanto sono lunghe. Un paio di pantaloni Adidas, da rapper, presi in un barlume di inobiettività a New York, al palazzo dell' NBA, l' anno scorso. Una felpa larga e sfatta che copriva per bene il mio pancino dolorante causa SVDR (Signorine Vestite di Rosso).
Insomma, quello che si definirebbe, ne più ne meno, un CESSO.
Un CES-SO.
Roba che se mi vedesse il mio fidanzato mi lascerebbe senza pensarci un secondo.
Roba che Madre nemmeno mi ha riconosciuta e, anzi, m' ha tirato una monetina mossa da pietà.
Roba che quando sei combinata come la brutta copia della te cessa incontri mezzo mondo. E non una parte del mondo a caso. Ma una parte del mondo sotto forma, in primis, di due compagne del liceo belle/fighe/magre/ben vestite/truccate e, in secundis, l' amore adolescenziale a cui hai fatto il filo per tutto il terzo scientifico e che non ti ha mai degnato di un solo sguardo.
In realtà, poi ho scoperto che ero largamente ricambiata ma ero già fidanzata con un altro e Amen.
Il tempismo è tutto nella vita, ricordatevelo. Sopratutto al liceo. 
Ovviamente i miei tentativi di interessarmi alle vetrine di Yamamay con un' enorme cartonato che riportava Chiara Ferragni in mutande (Cristo, che ansia! Così ti passa proprio la voglia di mettertele le mutande, la mattina) fingendo palesemente di non vedere i suddetti sono stati inutili.
'Ehyyy, Robi, ciao, ma sei proprio tu?' 
'No, è la mia gemella cattiva. E cessa, sopratutto' 

Saluti e baci a profusione con tutti promettendoci di rivederci al più presto. 
La prossima volta con i capelli puliti, magari. E con un filo di trucco. 



Se solo avessi ascoltato Victoria Beckham quando disse che uscire di casa con i capelli sporchi è un suicidio sociale a quest' ora non vi starei scrivendo questa drammatica storia.
E non sarei morta di vergogna. 

Capellamente vostra, Robi

10 commenti:

  1. Ahahahahahahahahahah
    Le parole di Victoria sono legge!
    Bellissimo post,come sempre.
    Un bacio,Ele :)

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  2. Ah come ti capisco!! Non sai quante volte è capitato anche a me. La verità è che il destino a volte è proprio stronzo!

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  3. Secondo me loro lo sanno.
    Sanno quando sei peggio di Fantozzi, ed è in quel momento che decidono di uscire e scovarti U.U

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  4. Io esco così per principio al supermercato. Non mi sento a mio agio se non ho pantaloni da rapper e stan smith adidas e crocchia imbarazzante!!

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  5. Un post veramente piacevole da leggere!!! Un bacio!

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  6. 1 non ti immagino cessa u.u
    2 mai uscire di casa senza in certe condizioni, nemmeno per prendere la posta, perchè stai certa che passerà chiunque!
    3 se proprio non si può seguire il secondo punto, mimetizzarsi con cappello, sciarpe e occhiali...

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  7. Nel punto in cui nomini la Ferragni, ho lollato da morire. Sei fantastica! :D

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  8. Io le mutande della Ferragni non me le metterei nemmeno nella peggiore delle uscite, meglio i capelli sporchi. :)

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  9. i tuoi post sono sempre piacevolissimi da leggere e questo non fa eccezione

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  10. a me capita qualcosa di simile nei 5 giorni che precedono un esame, quando lo studio si fa duro ed i duri cominciano a puzzare, l'apice l'ho toccato quando avendo tralasciato il bucato perché troppo intento a dissetarmi alla sacra fontana della conoscenza..prima di fare l'esame sono passato dall'upim a comprare un paio di mutande, l'apice in versione femminile l'ho visto toccato da una mia collega che in un piovoso pomeriggio di gennaio si recò dal calzolaio in vestaglia (ma con sopra il giubbotto) ed i capelli sporchi ovviamente..
    Mipiace questo blog, ripasserò a trovarti!

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